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Economia

Morgan Stanley e la “Scommessa” sull’IA: ora la Banca cerca di scaricare il rischio Data Center

L’IA richiede investimenti monstre (3 trilioni al 2028) e le banche sono piene di crediti verso il settore. Morgan Stanley studia come vendere il rischio al mercato tramite SRT per non restare col cerino in mano.

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L’entusiasmo per l’Intelligenza Artificiale sta guidando i mercati, ma dietro i grandi numeri e le promesse di rivoluzione tecnologica, i banchieri iniziano a fare i conti con la gestione del rischio. Morgan Stanley, uno dei principali attori nel finanziamento della corsa all’IA, sta valutando mosse tattiche per alleggerire la propria esposizione verso il settore dei data center, come riporta Bloomberg.

Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, la banca d’affari americana sta esplorando l’utilizzo di SRT (Significant Risk Transfer), ovvero trasferimenti significativi del rischio. In parole povere: Morgan Stanley ha prestato denaro per costruire l’infrastruttura fisica dell’IA, ma ora cerca investitori istituzionali a cui “vendere” parte del rischio di quei prestiti, liberando così capitale a bilancio per nuove operazioni. Gli SRT “Scorporano”, ovviamente in modo remunerato, il rischio di un prestito, lasciandolo però in capo al prestatore originale.

Perché questa mossa? I numeri del boom (e del debito)

La necessità di “fare spazio” nei bilanci nasce dalle previsioni di spesa, che sono semplicemente faraoniche. Gli strateghi di Morgan Stanley stimano che le grandi compagnie di cloud computing spenderanno circa 3.000 miliardi di dollari in progetti infrastrutturali per data center da qui al 2028.

Ecco il punto critico: i flussi di cassa (il denaro generato internamente dalle aziende) potranno coprire solo la metà di questa cifra. Il resto? Dovrà essere raccolto tramite il mercato del debito.

Le banche si trovano quindi di fronte a un dilemma: finanziare la crescita, ma evitare la concentrazione del rischio. Se l’intero settore bancario si trova esposto verso un ristretto gruppo di giganti tecnologici, un eventuale scossone potrebbe essere doloroso. Un esempio lampante è Oracle: il colosso dei database ha legato il suo destino al boom dell’IA, indebitandosi per decine di miliardi. Risultato? Il costo per proteggere il suo debito dal default è schizzato alle stelle negli ultimi mesi, segnale che il mercato inizia a percepire il peso di questi investimenti.

Le operazioni in campo

Morgan Stanley non è stata ferma a guardare. Recentemente ha orchestrato diverse operazioni finanziarie complesse per sostenere l’infrastruttura digitale:

  • Meta (Facebook): A ottobre ha organizzato oltre 27 miliardi di dollari di debito e 2,5 miliardi di equity per un veicolo speciale legato al data center “Hyperion” in Louisiana.

  • Minatori di Cripto e AI: Ha guidato offerte di obbligazioni ad alto rendimento (junk bond) per società come TeraWulf Inc., Cipher Mining Inc. e Applied Digital Corp., fondi destinati in parte alla costruzione di nuovi data center.

Come funziona il “Risk Transfer”?

L’SRT è uno strumento tecnico che permette alle banche di:

  1. Coprire l’esposizione creditizia.

  2. Gestire i requisiti patrimoniali (ratio di capitale).

  3. Liberare capacità per prestare ancora denaro.

In sostanza, vendendo note legate al credito a investitori terzi, la banca mantiene il cliente ma sposta il rischio di un eventuale mancato pagamento su altri soggetti (fondi hedge, assicurazioni, ecc.). Sebbene le discussioni siano ancora in fase preliminare, questo mercato è previsto in crescita dell’11% annuo nei prossimi due anni.

È la classica ingegneria finanziaria che permette al carosello degli investimenti di continuare a girare. Resta da vedere se, alla fine della fiera, i ritorni dell’IA giustificheranno questa montagna di debito infrastrutturale o se stiamo costruendo cattedrali nel deserto digitale.

Data center cinese

Domande e risposte

Cos’è esattamente un SRT (Significant Risk Transfer) e perché Morgan Stanley vuole usarlo?

Un SRT è un’operazione finanziaria con cui una banca trasferisce il rischio di credito di un portafoglio di prestiti a investitori terzi. La banca paga un interesse agli investitori per assumersi questo rischio. Morgan Stanley vuole usarlo per “pulire” il proprio bilancio: trasferendo il rischio dei prestiti concessi per i data center, libera capitale regolamentare. Questo le permette di rispettare i requisiti di solidità patrimoniale e, contemporaneamente, avere nuovo spazio per erogare ulteriori prestiti, cavalcando l’onda dell’IA senza esporsi eccessivamente a un singolo settore.

C’è il rischio di una bolla finanziaria legata ai data center e all’IA?

I numeri suggeriscono cautela. Con una previsione di spesa di 3.000 miliardi di dollari entro il 2028, di cui metà finanziata a debito, la leva finanziaria è notevole. Il caso di Oracle, il cui costo di protezione dal default è aumentato, indica che il mercato percepisce un rischio crescente. Se i profitti generati dall’IA non dovessero essere immediati o all’altezza delle aspettative, le aziende potrebbero faticare a ripagare questi debiti massicci. La concentrazione dell’esposizione bancaria su poche grandi aziende tecnologiche amplifica questo rischio sistemico.

Chi sono gli attori principali che si stanno indebitando per l’infrastruttura AI?

Oltre ai nomi più noti come Meta (Facebook) e Oracle, che stanno investendo decine di miliardi in strutture proprietarie, ci sono attori emergenti o riadattati. L’articolo cita aziende come TeraWulf, Cipher Mining e Applied Digital. Spesso si tratta di società che provengono dal mondo del mining di criptovalute e che ora si stanno riconvertendo o espandendo verso i data center per l’IA, emettendo obbligazioni ad alto rendimento (junk bond) per finanziare la costruzione fisica degli impianti necessari a ospitare i server.

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