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Moody’s conferma il rating per l’Italia con miglioramento delle prospettive. Ancora una volta smentite, clamorosamente, le cassandre

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L’agenzia di rating statunitense Moody’s ha annunciato venerdì di aver confermato il rating creditizio dell’Italia a Baa3 e di aver migliorato l’outlook del Paese da “negativo” a “stabile”, citando i suoi significativi punti di forza economici.

“La decisione di modificare l’outlook da negativo a stabile riflette una stabilizzazione delle prospettive per la forza economica del Paese, la salute del suo settore bancario e la dinamica del debito pubblico”, ha affermato Moody’s in una nota.

Ha aggiunto che la decisione di mantenere il rating creditizio dell’Italia al di sopra dello status di spazzatura a Baa3 è supportata dai suoi “significativi punti di forza economici, tra cui il robusto settore manifatturiero, l’elevata ricchezza delle famiglie e il basso indebitamento del settore privato”.

Moody’s si unisce ai rivali Fitch e S&P Global Ratings nel riaffermare il rating investment grade dell’Italia nelle ultime settimane, fornendo una spinta tanto necessaria ai piani economici stabiliti dal governo di estrema destra del Primo Ministro Giorgia Meloni.

“Accolgo con grande soddisfazione la sentenza di questa sera“, ha dichiarato in una nota il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

“È una conferma che, pur tra tante difficoltà, stiamo lavorando bene per il futuro dell’Italia”.

la conferma del rating, anzi l’outlook migliorato, avviene nonostate il governo abbia peggiorato, in apparenza, le previsionin di budget, adattandole semplicemente a un ambiente in cui la crescita prevista sarà minore.

Per questo motivo si prevede che il disavanzo pubblico per il 2023 sarà pari al 5,3% del prodotto interno lordo (PIL), in aumento rispetto al 4,5% precedentemente previsto, e al 4,3% nel 2024.

Secondo i piani del governo, è solo nel 2026 che il deficit dovrebbe scendere al di sotto della soglia del 3% fissata dalle regole di spesa dell’UE, sospese durante la pandemia di coronavirus fino alla fine di quest’anno, ma comunque il cammino è quello, e i bilanci dell’Italia sono meno finti di quelli tedeschi, con la sua miriade di fondi fuori bilancio.

Si prevede che l’enorme debito pubblico italiano – il secondo più alto nell’eurozona in rapporto al Pil dopo la Grecia – diminuirà solo marginalmente, dal 140,2% del Pil al 139,6% nel 2026.

Il vero unico , grande, problema dell’Italia è quello della crescita, l’unico elemento che può veramente milacciare la sua economia.

Comunque ricordiamo che le agenzie di rating non sono degli enti perfetti, ma che le loro valutazioni sono, come tutte quelle economiche, potenzialmente fallaci e spesso con motiviazioni non evidenti.

 


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