Attualità
Money, so they say is the root of all evil today * ? di Francesco Cappello
FB e i suoi partners si fanno banca? Teoricamente dichiarano, come attualmente accade con PayPal, di mettere in circolazione una quantità di valuta digitale (Libre) pari a quella che dovrebbero immobilizzare in rapporto 1:1 con le valute fiat che ne permetteranno l’acquisto. In pratica, se chi dovrà controllare la LA (Libra Association) cominciasse a trattarla alla stregua di una qualsiasi grande banca d’affari, LA potrebbe dedicarsi alla creazione di moneta (bancaria) dal nulla, andando a costituire un grande monopolio di capitali privati transnazionale capace di esercitare dominio politico su scala globale. Se una tale “banca“ sarebbe inserita o no nel sistema bancario tradizionale non è ancora dato sapere.
Potremmo scoprirlo qualora diventasse facile ricevere prestiti finalizzati alla incentivazione al consumo (credito al consumo) e se si diffondesse simultaneamente l’utilizzo della libra quale riserva di valore. In un simile, per ora ipotetico, scenario potrebbe accadere che tra i possessori di Libre si diffondesse il panico, in seguito, ad esempio, a furti di moneta digitale dai loro portafogli (wallets virtuali) ad opera di hackers ben organizzati (1) e ciò provocasse una ‘corsa agli sportelli ’ di utenti libra che richiedessero in massa che gli fosse restituita la moneta fiat con cui avevano acquistato le loro libre divenute improvvisamente a rischio. Questo scenario vedrebbe ancora una volta l’intervento delle grandi banche centrali per sanare la situazione o consentirebbe il fallimento dei mastodontici players globali, troppo grossi per fallire…?
Man mano che il mondo viene inondato da monete private a debito, finalizzate al mero consumo di prodotti globalizzati da una parte, e alla finanza speculativa dall’altra (entrambe monete con finalità unicamente estrattive di valore), si sentirà sempre più la mancanza di moneta non a debito adatta agli investimenti pubblici, finalizzata, cioè, alla manutenzione dei beni pubblici e alla loro produzione. Le monete fiat come l’euro, a causa dei criteri di rischio imposti alle banche (accordi di Basilea), non riescono a finanziare l’impresa privata. Il processo è catalizzato, oltre che dalle restrizioni dovute agli assurdi vincoli Ue che impongono una spesa pubblica sempre inferiore alle entrate fiscali, dalla rapida sostituzione in corso delle piccole banche territoriali (interessate per statuto allo sviluppo della economia locale nel loro territorio di pertinenza), e dalla quasi estinzione delle banche pubbliche, (che agivano la loro benefica opera su scala regionale/nazionale), con le grandi banche d’affari che hanno logica opposta; queste ultime si incistano nei territori finché ne possono estrarre ricchezze che saranno convogliate altrove alimentando il processo di impoverimento dei più a vantaggio dei pochissimi, incrementando ulteriormente la crescita della disuguaglianza e quella di un benessere malato basato su un consumo senza qualità, in una competizione al ribasso che pretende e ottiene di produrre in regime di deregolamentazione ambientale e a discapito dei diritti di lavoratori e cittadini. Crisi e fallimenti accelerano ricorsivamente tali processi di impoverimento collettivo a danno anche della classe media.
Come spesso ripete l’economista Antonino Galloni, la logica del regime economico dominante esclude che il lavoro dei cittadini possa essere destinato alla cura dell’ambiente pubblico, sociale e naturale perché il fatturato di tutti i lavori finalizzati al bene comune, data la costrizione vigente dell’uso di moneta a debito, è sempre minore dei costi che comporta. La moneta a debito ha, infatti, la particolare caratteristica di stringersi al collo di chi, essendo obbligato ad usarla perché è l’unica disponibile, si ritrova schiavo e spogliato dei suoi beni, a cui ha dovuto progressivamente rinunciare, come singolo e come comunità locale e nazionale.
Solo le monete non a debito potranno permetterci di mobilitare le risorse lavorative della Comunità Nazionale al fine della produzione di bene comune. Non è il lavoro che manca. Ciascuno può verificarlo semplicemente guardandosi intorno e osservando quanto e quale genere di lavori rimangono incompiuti mentre gran parte delle sue risorse umane e materiali rimangono immobilizzate e rese impotenti dalla morsa della disoccupazione che ne rende esplicito lo spreco quale mancata produzione di ricchezza comune.
Urge, perciò, impedire ulteriori cessioni di sovranità, ed esercitare quella rimanente immettendo nel sistema moneta a sovranità pubblica, non a debito, legale all’interno dei confini nazionali, perfettamente compatibile coi vincoli inscritti nei trattati europei, in grado di mobilitare quei fattori produttivi che ci permetteranno di tornare a lavorare per produrre ricchezza pubblica in termini di:
stato sociale e servizi pubblici di qualità per tutti;
messa a punto di grandi piani di manutenzione e implementazione delle infrastrutture pubbliche secondo le esigenze del cambiamento necessario alle forme e ai modi della produzione energetica sostenibile e decentralizzata atta a concretare il più ampio paradigma della economia circolare quale criterio generale di pianificazione;
cura e valorizzazione, piuttosto che abbandono e/o svendita, del nostro meraviglioso patrimonio storico artistico, collante culturale del popolo italiano;
cura della fragilità idrogeologica del nostro territorio;
ritorno alla promozione e incentivazione della ricerca pubblica e dell’operare artistico/culturale ad ogni livello possibile.
Non capire in quali acque navighiamo da ormai troppo tempo, non essere in grado di individuare il nemico, non sapere come sottrarsi alla sua morsa criminale, ci condannerebbe all’inveramento della profezia negativa di Aldous Huxley:
«A me sembra che entro la prossima generazione, tanto per dire, esisterà un metodo per far amare alla gente la propria schiavitù, per indurre una dittatura senza lacrime, una sorta di campo di concentramento dell’intera società, dove le persone siano private della loro libertà ma finiscano col goderne, perché distratti da ogni desiderio di ribellarsi da propaganda e lavaggi del cervello potenziati da metodi farmacologici».
(1) Libra non sarà una criptovaluta standard – vedi qui:
https://scenarieconomici.it/tutto-cambia-perche-nulla-cambi-il-ritorno-della-libra-di-francesco-cappello/
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Il titolo è una citazione di Money – Pink Floyd
https://www.francescocappello.com
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