Economia
Moneta comunale
di Francesco Cappello
Le crisi economiche hanno molto spesso la forma di crisi di liquidità.
Sempre più lavori, che andrebbero eseguiti per il bene della comunità, rimangono incompiuti non per mancanza di competenza necessaria o per disponibilità a compierlo, quanto per la mancanza di liquidità necessaria a remunerarlo.
Accade così, sempre più spesso, di assistere al paradosso di avere da una parte persone disponibili a eseguire lavoro utile per il bene della comunità che non possono però essere impegnate mancando le necessarie risorse finanziarie alla loro remunerazione.
La congiuntura innescata dalla crisi sanitaria ha catalizzato la crisi economica rischiando di farla precipitare. I mancati fatturati, a causa della chiusura forzata, hanno ostacolato ulteriormente l’incontro tra debiti e crediti. Imperante, tra gli operatori economici, il ti pago dopo che rimanda continuativamente i pagamenti generando tensioni e difficoltà che si sommano pericolosamente.
Nonostante gli ingentissimi tagli dei trasferimenti statali ai comuni e i vincoli imposti dal patto di stabilità alle loro politiche di assistenza si tratta tuttavia di una quota di spesa, quella dedicata al sostegno sociale, pari a quasi un quinto della spesa corrente. È, perciò, importante valorizzare pienamente quei trasferimenti di cui i comuni sono ancora destinatari, per la attuazione di politiche sociali che possano superare il semplice assistenzialismo, come nel caso recente dei buoni spesa destinati a sostenere singoli e nuclei familiari in grave difficoltà.
Sistemi di pagamento locale (moneta complementare temporizzata)
Quel che si propone è un sistema di pagamento locale, intelligente e virtuoso, in grado di coinvolgere più attori locali al fine di vivificare l’economia locale. per intenderci, immaginiamo che la pubblica amministrazione locale P.A. riceva un fondo di 50 mila euro finalizzato alle politiche sociali a favore delle fasce più deboli della popolazione (disoccupati, immigrati, ecc.)
soggetti coinvolgibili dalla PA:
disoccupati, immigrati, ecc.;
Associazione locali (formazione ed altro);
Microimprese con sede nel territorio;
Esercenti locali;
Professionisti locali.
Come funziona?
L’intento è quello di attivare un circuito economico tra i soggetti sopra elencati che faccia sì che le risorse finanziarie che escono dalle casse del Comune siano tutte spese localmente senza che lascino il territorio. Si immagini che il Comune sia interessato alla esecuzione di servizi di pubblica utilità (manutenzione, verde pubblico, mense asili, ecc.) e che decida di affidarli a disoccupati, immigrati locali, con la mediazione di una associazione locale in grado di prepararli alla realizzazione dei lavori individuati.La PA locale remunera l’associazione e i lavoratori coinvolti non direttamente in euro ma in bst ossia buoni di solidarietà territoriale o buoni circolari. La moneta locale nella forma di buono di solidarietà vale 1 euro e potrà essere immediatamente speso presso esercenti o professionisti che li accettano perché facenti parte del circuito. Gli esercenti, a loro volta, hanno due possibilità. Possono utilizzarli immediatamente, quale mezzo di pagamento spendibile per pagarsi forniture da microimprese locali, presso altri esercenti, professionisti (ad esempio commercialisti o altro), purché convenzionati e quindi facenti parte del circuito; oppure possono aspettare che siano convertibili in euro ed utilizzarli come tali. I buoni sono infatti euro temporizzati, in altre parole, promesse d’euro dopo un tempo stabilito, da uno a tre mesi, secondo la specifica politica economica del circuito. Naturalmente, la seconda opzione, anche se assicura che quelle risorse finanziarie siano spese nel territorio, ne impedisce però la circolazione locale e gli effetti moltiplicativi conseguenti…
Oltre ai vantaggi già indicati:
ricchezza circolante solo localmente – essendo esclusi i grandi centri commerciali che sono generalmente riforniti da multinazionali che estraggono ricchezza locale che non potrà più circolare localmente – allo stesso modo, l’attivazione del circuito, assicurerà che le risorse finanziarie non siano spese all’estero tramite vendite on line o malamente comprando beni di lusso o, per fare un esempio, presso le slot-machine locali o alle corse dei cavalli e simili.
In più, gli esercenti potranno elargire agevolazioni (promozioni sulle vendite in forma di offerta di buoni circolari – premialità automatiche sotto forma di sconto o prodotto in più) ai propri clienti al fine di fidelizzarli al circuito. Esempio: il cliente acquista un bene presso un commerciante facente parte del circuito per il valore di 100 euro (prezzo di listino). Paga 100 euro ma riceve uno sconto di 5 euro sotto forma di buono circolare spendibile presso qualsiasi altro esercente convenzionato. In una seconda fase i cittadini potranno essere incentivati a usare buoni circolari da spendere nella rete anche chiedendo alla PA locale la conversione di euro propri, privati, in BC.
Agli esercenti può essere consentita di dare anticipi di stipendio in buoni circolari, qualora richiesti. Esempio: il dipendente deve sposare la figlia e ha difficoltà a far fronte alle spese. Chiede perciò un anticipo sotto forma di buoni circolari che non potrà che spendere presso gli esercenti convenzionati al circuito… Quando la rete è avviata la velocità di circolazione, rispetto agli euro, decuplica… Rendere deperibili per una piccola percentuale annua i buoni applicandogli un interesse negativo, che potrebbe essere devoluto alle associazioni locali, può contribuire, a circuito avviato, ad incrementare ulteriormente la velocità di circolazione dei buoni.
Quando il circuito sarà ormai avviato è possibile che i passaggi di mano successivi tra i soggetti economici si moltiplichino tanto che i buoni pur essendo convertibili in euro alla scadenza prevista rimangano tuttavia in circolazione. Essi sono convertibili ma non vengono convertiti o convertiti solo in parte. Se tale situazione si consolidasse si potrebbe allora abbassare il grado di copertura o anche realizzarlo in parte con stock di beni messi a deposito quale capitale di garanzia, sottostante dei buoni e/o opportune garanzie bancarie. Lo «scoperto» in euro sarebbe legittimato dal fatto che alla scadenza pattuita (prolungabile come si ritiene per mezzo di accordi presi dall’amministrazione democratica della rete [1]) una certa frazione dei buoni rimangono in circolazione non essendo portati a conversione. Se, per fare un esempio, arrivassero a conversione, alla scadenza pattuita, solo la metà dei buoni in circolazione, in tal caso potrebbero essere emessi, alle tornate successive, un valore in buoni corrispondente al doppio del valore in euro ricevuto sotto forma di trasferimenti statali ma anche attraverso altre vie (crowdfunding ecc.).
Esempio: se il Comune disponesse di un fondo di 10 mila euro per politiche sociali, potrebbe permettersi, a circuito avviato, di mettere in circolazione 20 mila buoni circolari… La gestione pratica della rete avverrebbe tramite piattaforma informatica a gestione e controllo locale.
È possibile ed anzi auspicabile unire più PA locali in un unico circuito.
Disponibile know how e assistenza per l’attivazione del circuito nel pieno rispetto delle leggi vigenti. Il contesto è il progetto europeo «digi pay for growth». Qui altre informazioni anche relative all’assistenza necessaria alla realizzazione pratica del progetto.
Un esempio storico e uno avviato dal 2003
Il chiemgauer
è una moneta regionale tedesca datata 2003, per iniziativa di alcuni allievi della scuola Waldorf di Prien a sud est di Monaco; accettata da un migliaio tra fornitori di merci o servizi. Diventando soci dell’Associazione, si possono acquistare chiemgauer spendendo euro con un cambio di 1:1. La moneta viene stampata dall’associazione e distribuita a banche, sportelli di enti pubblici che funzionano da punti vendita della moneta regionale. Essa può essere spesa presso tutti i fornitori di merci e servizi che l’accettano e che a loro volta possono utilizzarla per acquistare nella regione o riconvertirla in euro. Il chiemgauer ha un tasso di interesse negativo (come nel famoso esempio storico di Wörgl in Austria nel 1932-33) ovvero è una moneta che scade o fondente (come la definiva Silvio Gesell che per primo ha teorizzato le monete a tasso negativo): ogni tre mesi perde il 2% del suo valore, di conseguenza a fine anno se non è stata spesa non vale più nulla come mezzo di pagamento, può però essere riconvertito in euro con una perdita del 5%. Chi cambia 100 chiemgauer riceve 95 euro: 2 euro serviranno a coprire le spese sostenute dall’Associazione (la stampa dei chiemgauer ecc.) e 3 saranno destinate ad una organizzazione di utilità pubblica (associazioni, ente culturali o sociali riconosciuti e attivi nella regione). L’interesse negativo induce i consumatori aderenti a spenderla velocemente. Ogni volta che gli è possibile, scelgono di usare per prima i chiemgauer piuttosto che gli euro favorendo così gli acquisti locali. È evidente il vantaggio per la economia locale e per le organizzazioni di utilità pubblica. Dal 2003 in dieci anni a queste ultime sono stati devoluti 37’000 euro. I fornitori di merci e servizi che accettano i chiemgauer fidelizzano i loro clienti e questo sostituisce altre misure di marketing.
I profitti rimangono nella regione e lì sono reinvestiti.
A margine, ecco la storiella del debito della prostituta di autore anonimo:
A marzo, in una piccola città, cade una pioggia torrenziale e per diversi giorni la città sembra deserta.
La crisi affligge questo posto da molto tempo, tutti hanno debiti e vivono a credito.
Fortunatamente, un milionario con tanti soldi arriva ed entra nell’unico piccolo hotel sul posto, chiede una stanza, mette una banconota da 100 euro sul tavolo della reception e va a vedere le stanze.
Il gestore dell’hotel prende la banconota e scappa per pagare i suoi debiti con:
il macellaio.
Questo prende i 100 euro e scappa per pagare il suo debito con:
l’allevatore di maiali.
Quest’ultimo prende la banconota e corre a pagare ciò che deve:
Il mulino-Fornitore di mangimi per maiali.
Il proprietario del mulino prende 100 euro al volo e corre a saldare il suo debito con:
Maria, la prostituta che non paga da molto tempo, in tempi di crisi, offre persino servizi a credito …
La prostituta con la banconota in mano parte per:
il piccolo hotel, dove aveva portato i suoi clienti le ultime volte e non aveva ancora pagato e gli consegna 100 euro:
Al proprietario dell’hotel.
In questo momento il milionario che ha appena dato un’occhiata alle stanze scende, dice di non essere convinto delle stanze, prende i suoi 100 euro e va via.
“Nessuno ha guadagnato un euro, ma ora l’intera città vive senza debiti e guarda al futuro con fiducia” !!!
[1] nel caso ideale di prolungamento a tempo indefinito ci si avvicinerebbe alla struttura delle reti di mutuo credito. Vedi il mio “Torniamo al Baratto!”
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