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Mogavero, il grande accusatore di Salvini che non voleva Wojtyla santo. (di Americo Mascherucci)

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Tutti contro Matteo Salvini e chi più ne ha ne metta. Al leader della Lega non è consentito mostrare il Vangelo durante i comizi, invocare la protezione del Cuore Immacolato di Maria, tenere il rosario fra le mani, pregare la Vergine e i santi. E’ falso, ipocrita, blasfemo, bestemmiatore. Avanti con gli anatemi e le scomuniche. Perché oggi secondo i canoni della moderna chiesa bergogliana la parola d’ordine è soltanto una: accogliere, accogliere e ancora accogliere. La Chiesa che si dissocia dal Congresso Mondiale delle Famiglie perché in quella sede si dice no all’aborto, all’eutanasia, alle nozze omosessuali, all’utero in affitto, alle manipolazioni della vita umana, temi passati in secondo, terzo e quarto ordine, sono gli stessi che oggi sparano a cannonate contro Salvini.

Chi sono? La solita “compagnia di giro”. I discepoli di don Leonardo Zega, i paolini di Famiglia Cristiana, quelli che per anni appellandosi al Concilio Vaticano II hanno sempre esaltato la libertà di coscienza dei cattolici in politica, con il loro perfetto collateralismo con i “cattolici adulti” alla Romano Prodi, quelli del “me ne frego di quello che ordina la Cei”. Ma quella era la Cei di Camillo Ruini, quella che poneva la difesa dei valori etici al centro di ogni strategia politica, mica quella di oggi che riattacca la luce ai morosi che occupano abusivamente i palazzi e che se ne frega se in Francia un paraplegico viene ucciso tramite eutanasia. Per carità, il commento di circostanza ci sta sempre, ma vuoi mettere l’indignazione quando i migranti non vengono fatti sbarcare! Padre Alex Zanotelli lo sciopero della fame non lo farà mai per Vincent Lambert, statene certi e non si metterà a ballare davanti all’Eliseo urlando “Lambert viva” con la stessa forza con cui davanti a Palazzo Chigi urlava “porti aperti”.

Ma la perla degli anti-Salvini è lui, Domenico Mogavero, di professione vescovo di Mazara del Vallo. Lui è un uomo davvero coraggioso, un eroe senza macchia e senza paura. Avevano provato a scalfirne la rettitudine accusandolo di appropriazione indebita per una serie di ammanchi riscontrati nella sua diocesi, accusa che però si è rivelata del tutto infondata e dopo accurate inchieste della magistratura il nostro “pastore con la puzza degli agnelli addosso” è stato definitivamente scagionato. Non è andata altrettanto bene all’ex vescovo di Trapani Francesco Micciché che proprio Mogavero ha accusato di aver dissipato i fondi della diocesi trapanese, denunciando i suoi misfatti in Vaticano e facendo scattare contro di lui prima la rimozione, poi l’incriminazione da parte della magistratura. Senza macchia e senza paura dicevamo.

E così il nostro non ha esitato a scrivere una brillante prefazione al libro Wojtyla segreto di Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti, un’inchiesta contro il papa polacco per ostacolarne la beatificazione prima e la canonizzazione poi. Perché Mogavero è senza macchia, ma chissà se pure senza paura? Avrebbe avuto il coraggio di scrivere quella prefazione se Giovanni Paolo II fosse stato ancora in vita?

Misteri della fede in Bergoglio che Mogavero ha sempre dimostrato di possedere indissolubilmente. Fino a mostrarsi persino più realista del re. Perché lui, certe aperture di Papa Francesco le ha anticipate con zelo eloquente. Per certi versi su immigrazione, divorziati risposati, unioni civili e omosessuali, si può dire che è stato forse il papa ad ispirarsi a questo pastore senza macchia e (forse) senza paura. E se al posto del papa ci fosse stato lui, state tranquilli che i sinodi della famiglia non si sarebbero limitati alla moderazione e alle aperture parziali. Oggi i gay li avrebbero sposati in Chiesa con tanto di abito bianco. Uno capace di dichiarare che «uno Stato laico non può fare scelte di tipo confessionale e la Chiesa non può interferire nella  sfera delle leggi civili». Neanche Nicola Fratoianni avrebbe saputo fare di meglio. Ma lui Mogavero è uno che accoglie tutti, che dialoga con tutti, che non si scandalizza di niente e di nessuno, che ama i peccatori più che i perfetti, non scomunica nessuno e soprattutto non condanna. Tutti tranne Salvini, con il leader della Lega il buonismo finisce e la Chiesa dimentica pure di stare al proprio posto, evitando di immischiarsi nelle legittime politiche degli stati laici. Al punto che la scomunica non riguarda più soltanto Salvini ma anche tutti quelli che lo votano. “Perché – ha detto – chi vota Salvini non è cristiano e non può definirsi tale”. Cristiano e non cattolico, perché come ha detto Bergoglio “Dio non è cattolico”, e “non esiste un Dio cattolico”. Ma Mogavero questo lo sapeva già.

Di Americo Mascarucci


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