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“Moduli di detenzione”: come Buenos Aires risolve i problemi di

Anche Buenos Aires ha un problema di mancanza di carceri, ma li hanno trovato una soluzione diversa

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L’Argentina, come l’Italia, ha un problema di sovrappopolazione carceriaria che è particolarmente duro nella capitale Buenos Aires. Solo che questa città ha scelto una soluzione diversa a questo problema rispetto all’Italia: invece di liberare personaggi pericolosi, anche violenti e recidivi, ha scelto una strada diversa.

Dopo la pandemia COVID-19, il sovraffollamento carcerario riguardava migliaia di persone che sono detenute nella Città di Buenos Aires e che non trovano posto nelle carceri federali, dove dovrebbero essere trasferite.

Di questi 2.000 detenuti, il 20% ha sentenze definitive e rimane in detenzione precaria e transitoria nelle stazioni di polizia e nelle loro celle di detenzione temporanea. Luoghi creati per tenere persone detenute per poche ore o giorni, senza spazi comuni e servizi igienici adeguati.

La città di Buenos Aires ha allora scelto due soluzioni diverse: da un lato ha scelto di acquistare 2000 cavigliere elettroniche, che tracciano chi le indossa, per le persone meno pericolose. Per coloro che invece non possono essere lliberi sono stati acquistati 19 “Moduli detentivi provvisori”, cioè 19 container destinati a diventare una prigione, anche se una struttura temporanea.

Aree comuni

Il 94% dei detenuti della Polizia Municipale ha cause in tribunali nazionali o federali, ma, non essendoci posto, deve restare nelle pprigioni della città e questaa sembra la soluzione migliore.

Il budget per l’alloggio e il trasferimento di questi detenuti dipende dal Servizio Penitenziario Federale (SPF), ora sotto l’orbita del Ministero della Sicurezza Nazionale.

Se l’SPF non assegna delle quote, la Città non può trasferire i detenuti che ora sono sovraffollati nelle stazioni di polizia e nelle carceri della polizia che non sono preparate per ospitare i detenuti.

Questi moduli temporanei saranno allestiti in aree vicine alle stazioni di polizia, in modo da non dover comprare altri terreni ed avere la sicurezza sempre a portata di man.

L’amministrazione della sicurezza di Buenos Aires, che si è insediata il 10 dicembre, rivendica come risultato l’accelerazione degli arresti del 22%, cosa che approfondisce un problema che era già grave.

I detenuti aumentano, hanno meno quote per ospitare i detenuti e il numero di posti nell’SPF non cresce per far fronte a questo aumento. Ecco come si è accelerato il ‘collo di bottiglia’ che porta a condizioni di detenzione precarie e anche alle 13 evasioni del 2024.

Questo venerdì, per dimostrare il dialogo politico tra la Città e la Nazione, Jorge Macri ha annunciato misure per decomprimere la crisi carceraria a Villa Soldati, dove i “moduli di detenzione attrezzati” – realizzati con container – sono già in funzione e ospiteranno circa 300 detenuti.

Cella a più posti

Ovviamente non si tratta di soluzioni di massima sicurezza: i moduli sono circondati da filo spinato e barriere, ma non da veri e proprie mura, per cui un galeotto veramente molto deciso potrebbe trovare il modo per scappare. Può essere una soluzione per chi invece deve permanere in una situazione di minima sicurezza e non è pericoloso.

Insomma le soluzioni esistono, se si voglio, al problema dei carceri. Ovviamente bisogna desiderare la soluzione.


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