Seguici su

Attualità

MIX PERICOLOSO SUL PETROLIO: IRAQ, IRAN E LIBIA.

Pubblicato

il

 

Il problema non è un singola crisi, ma il combinarsi di più crisi che creano la tempesta perfetta, e nel settore petrolifero ci sono diverse nuvole che si concentrano da direzioni diverse.

Iniziamo con la meno conosciuta e più recente: l’IRAQ, anzi l’Iraq meridionale, Bassora. Sono scoppiati degli scontri violenti fra sunniti e sciiti.

Manifestanti sunniti hanno dato l’assalto e bruciato il consolato iraniano nella città, oltre a diversi uffici governativi. Colpi di mortaio sono stati sparati contro il consolato USA; che però è nella zona verde quindi non è stato colpito. I manifestanti hanno inoltre occupato un campo petrolifero della società russa Lukoil, Qurna 2 , che produce 400 mila barili al giorno. Se l’occupaione proseguirà in campo dovrà chiudere. Queste tensioni sono figlie dello scontro internazionale fra USA ed Iran, e qui si ripercuotono in violenti scontri fra i seguaci della Shia ed i sunniti. Il fatto che gli sciiti occupino posizioni guida nel governo centrale sicuramente non aiuta.

Intanto in Iran si fanno sentire gli effetti della guerra commerciale che gli USA hanno mosso dal 7 agosto, con carenze di prodotti di largo consumo come i pannolini. I problemi sorgono dalla difficoltà nel rifornirsi in materie prime o di prodotti che sono collegati a multinazionali con mercato principale negli USA. Per questi prodotti vi è stato un boom nel prezzo con un’inflazione importata molto forte. Un pacco è passato dal costare 200 mila rial di marzo a 500 mila rial oggi Paradossalmente la situazione è resa ancora più complessa dal fatto che l’Iran sta tentando un’espansione commerciale verso l’Iraq, anche contando sulle sue difficoltà nelle produzioni agricole.

Infine la Libia. Haftar ha affermato di essere pronto fra breve a marciare su Tripoli in caso di elezioni non trasparenti. Si parla

di un’imminente marcia del generale su Tripoli con AL Sarraj ormai alle strette dopo un cambio di fronte da parte della settima brigata di Misurta. Haftar ha attaccato direttamente l’Italia affermando che siamo “Il nemico” e chiedendo specificamente ai capi tribù di assicurare la loro fedeltà alla Francia.

Sembra di essere tornati alla fine del XIX secolo, all’occupazione della Tunisia, ma questa volta la Francia prende una posizione contro l’ONU di cui è parte. Sarraj, nel bene e nel male, è l’uomo di rappresentanza dell’ONU, nato da un accordo internazionale. L’Italia ha forse puntato sul cavallo sbagliato, ma lo ha fatto nell’ambito di un accordo internazionale, la Francia ha giocato sporco. Ora se avessimo un ministro degli Esteri ed un ministro della Difesa reagirebbero in modo adeguato assicurando equilibrio in Libia e tutela degli interessi nazionali , nell’ambito di un accordo internazionale. Invece Moavero Milanesi sembra confermare le peggiori premesse sulla sua nomina, sa sua incapacità, da un lato, e sudditanza dall’altro. Resta sempre la solita spiacevole sensazione di inadeguatezza e di sottomissione .

Tutte queste situazioni pongono pressione sui prezzi energetici nel prossimo futuro, Non bastando la fine del QE era necessario qualche elemento di  shock esterno, ecco che la situazione internazionale, prontamente, ce lo propone. Vedremo come reagirà la nostra politica e quella europea a questa sfida.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito