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Missione delicata e non facile quella di Meloni, parola di Fazzolari

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E’ considerato il vero stratega della politica estera di Giorgia Meloni, e le sue dichiarazioni sono rare al pari di quelle di Gianni Letta, lo storico sottosegretario di Silvio Berlusconi, che proprio oggi festeggia i suoi 90 anni. Stiamo parlando di Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del consiglio, invitato al teatro dei Servi in via del mortaro a Roma, alla presentazione dell’ultima fatica editoriale del direttore Alessandro Sallusti, “l’eresia liberale”. Il momento è di quelli davvero importanti, e forse per questo anche lui cosi riservato e di poche parole, ha forse sentito il dovere di fare sentire pubblicamente la sua vicinanza al presidente del Consiglio.

Dalla missione in Usa della premier Meloni sul dossier dazi e non solo alle spese per la difesa passando per i contraccolpi mondiali del conflitto russo-ucraiano. Tanti i temi affrontati da Fazzolari, sottosegretario, nel corso della presentazione del libro. Si parte dall’incontro di giovedì alla Casa Bianca tra Meloni e Trump. “Non è facile, è un viaggio ricco di insidie”, premette Fazzolari ricordando che si tratta di un bilaterale Italia-Usa e “loro sono il nostro primo partner strategico-militare”. Meloni e Trump si sono già visti 3 o 4 volte e gli argomenti sul tavolo saranno molti. “C’è la grande partita dei dazi che per noi è fondamentale, viviamo di libero scambio dal tempo delle repubbliche marinare, ci sono 67 miliardi di esportazioni negli Usa.

Le dichiarazioni americane fanno pensare a politica protezionistica che danneggia fortemente l’Italia, un grande pericolo”. Poi chiarisce che la presidente del Consiglio non ha un mandato per conto della Ue, ma i rapporti personali sono fondamentali per le grandi scelte. “Berlusconi ci ha insegnato molto. Lei può parlare in modo sincero per trovare un accordo buono per entrambi. Bisogna rimanere lucidi e tranquilli, partire dall’assunto che gli interessi occidentali sono unici”.

Il discorso poi si è spostato sul riarmo, che Trump e gli Usa chiedono agli alleati europei, sul quale il Mazarino della Meloni non ha dubbi di sorta “Il 2% del Pil per le spese militari?, Fazzolari non è sorpreso. ” Alla fine la storia presenta il conto. Il fatto che gli Usa dicano che l’Europa deve farsi carico della propria difesa era una cosa prevedibile. Non c’è libertà se qualcuno si fa carico della tua difesa. Quella nazione avrà possibilità di ingerenza, anche su chi governa e chi no. Devi farti carico della tua difesa, come scritto nel programma del centrodestra, sottoscritto anche dagli alleati”.

Cosi come non cambia la sua visione sul conflitto in Ucraina ( Fazzolari è sempre stato fin dall’inizio del conflitto uno dei piu fieri sostenitori della resistenza ucraina)  “Non sono scelte ideologiche, ma scelte fatte in modo ponderato, seguendo l’interesse nazionale, dell’Italia e dell’intera Europa”, chiarisce Fazzolari. “È una partita più vasta, si dovrà stabilire infatti l’ordine mondiale dei prossimi decenni, se l’Ucraina capitola dal giorno dopo l’Europa diventa molto più insicura. In una situazione di caos anche il resto d’Europa e l’Italia si potrebbero trovare in pericolo”. Ipse dixit


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