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Pakistan: missili nucleari verso gli USA? Tra smentite tecniche e l’ombra della Cina

Il Pakistan sta davvero sviluppando missili ICBM in grado di colpire gli USA? Un’analisi critica delle capacità tecniche e degli obiettivi strategici di Islamabad, dal deterrente anti-India al possibile ruolo della Cina come “mandante”.

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Vipin Narang, eminente studioso di sicurezza internazionale, ha recentemente affermato in un articolo scritto a più mani che il Pakistan sta sviluppando missili balistici intercontinentali (ICBM) con una gittata che potrebbe raggiungere il territorio continentale degli Stati Uniti.

Analogamente, nel dicembre 2024, gli Stati Uniti hanno sanzionato alcune entità pakistane per presunta assistenza nello sviluppo di missili a lungo raggio (molto probabilmente ICBM) che potrebbero facilmente colpire il territorio statunitense. Il seguente articolo esamina criticamente gli obiettivi politici alla base del programma nucleare pakistano e valuta i dati disponibili al pubblico sulle capacità tecniche del Paese per analizzare le recenti affermazioni secondo cui il Pakistan starebbe sviluppando missili a lungo raggio o ICBM in grado di colpire il territorio continentale americano.

Storicamente, la ricerca di armi nucleari da parte del Pakistan è iniziata all’inizio degli anni ’70, in seguito alla guerra del 1971 che ha separato il Pakistan orientale e ai test nucleari indiani del 1974. Fu allora che il Pakistan venne a ritenere che solo le armi nucleari potevano garantirgli la sicurezza definitiva contro il suo vicino ostile e convenzionalmente superiore, l’India. Da allora, l’India è stato l’unico fattore che ha determinato la posizione del Pakistan in materia di forza nucleare.

Missile Shaahen III

A questo proposito, il Pakistan ha testato il missile Shaheen III, il suo missile a più lungo raggio in grado di trasportare testate convenzionali e nucleari, con una gittata dichiarata di 2750 km, che copre l’India fino alle isole Andamane e Nicobare. Il Pakistan ritiene che il missile Shaheen III, insieme agli altri missili balistici a corto raggio (SRBM) e a medio raggio (MRBM), sia sufficientemente credibile per scoraggiare l’aggressione indiana.

Le attuali capacità nucleari del Pakistan hanno aumentato in modo credibile il costo dell’aggressione per l’India a un livello tale da dissuaderla dall’avviare un’offensiva militare su larga scala contro il Pakistan, come quella lanciata dalla Russia contro l’Ucraina nel 2022 o da Israele contro l’Iran nel 2025. Pertanto, la decisione presa dalle élite della sicurezza nazionale pakistana negli anni ’70 ha garantito la stabilità strategica nell’Asia meridionale, anche se basata sulla paura di una distruzione reciproca,

Tuttavia, ipoteticamente, in futuro, con il mutare delle dinamiche geopolitiche, se l’India minacciasse il Pakistan dalle sue basi militari al di fuori dell’India e la leadership della sicurezza nazionale pakistana decidesse di scoraggiare tali minacce, il Pakistan avrebbe bisogno di un missile con una gittata massima di 5500 km. Questo missile scoraggerebbe in modo credibile qualsiasi attacco al territorio pakistano dalle basi indiane in Tagikistan (base aerea di Farkhor) (900 km da Islamabad), Bhutan (IMTRAT) (1620 km da Lahore) e strutture in Oman-Duqm (1250 km da Karachi), Seychelles (3520 km da Karachi), Mauritius (5150 km da Karachi) e Madagascar (5320 km da Karachi). Ma anche in questo caso, l’India sarebbe l’unico fattore da considerare in questi calcoli.

Qualsiasi missile in grado di raggiungere il territorio americano dal Pakistan deve avere una gittata superiore a 12.000 km. Anche un missile ipotetico di questo tipo avrebbe una gittata inferiore alla metà di quella necessaria per raggiungere il territorio degli Stati Uniti. Sarebbe irrazionale e uno spreco di risorse per il Pakistan sviluppare un missile con una gittata che non ha alcun scopo politico per il Paese.

Questa limitazione della gittata del Pakistan è anche radicata nella sua tecnologia dei motori a razzo. Tecnicamente, i motori a razzo fungono da cuore di un sistema missilistico. Maggiore è il diametro di un motore a razzo, maggiore è la distanza che un missile può coprire. Finora, il Pakistan ha sviluppato un motore a razzo con un diametro di 1,4 metri, e il missile Shaheen III utilizza questo motore a razzo. Per un missile che deve coprire una distanza superiore a 12.000 km (la distanza dal Pakistan agli Stati Uniti), questo diametro del motore a razzo è decisamente insufficiente.

Come minimo, il Pakistan dovrebbe sviluppare motori a razzo con un diametro compreso tra 2 e 2,3 metri affinché i suoi missili possano raggiungere il territorio continentale americano. È interessante notare che non esistono dati pubblicamente disponibili da alcuna fonte che affermi che il Pakistan abbia sviluppato motori a razzo con un diametro superiore a 1,4 metri. Tuttavia, in futuro, se il Pakistan testasse un motore a razzo con un diametro superiore a 1,4 metri, sarebbe per il suo programma spaziale o per migliorare la manovrabilità terminale, aumentare l’accelerazione, migliorare la traiettoria balistica e avere spazio aggiuntivo per sistemi di guida avanzati dei suoi attuali sistemi missilistici.

Al contrario, secondo fonti internazionali, l’India non solo ha testato con successo motori a razzo con un diametro di 2,8 metri, ma sta anche sviluppando un missile intercontinentale a quattro stadi, che dovrebbe avere una gittata compresa tra 12.000 e 16.000 km, rendendo il territorio continentale americano ben alla sua portata.

In politica internazionale non esistono amici o nemici permanenti; piuttosto, l’interesse nazionale rimane la considerazione principale per ogni paese. Cosa succederebbe se, in futuro, le relazioni tra Stati Uniti e India divergessero a causa di interessi nazionali contrastanti? Cosa farebbe l’America riguardo ai missili indiani che hanno il continente americano a portata di mano? Allo stesso modo come si comporterebbero gli USA a fronte di missili intercontinentali con armamento nucleare che potessero essere in uso al Pakista ?

Per il Pakistan, un missile balistico intercontinentale non ha alcuna utilità strategica nel quadro della sua attuale posizione strategica. Lo sviluppo di un missile balistico intercontinentale sarebbe in contrasto sia con la logica operativa che con i principi dottrinali alla base della strategia di deterrenza nucleare del Pakistan, che rimane fondamentalmente incentrata sull’India e focalizzata solo a livello regionale. L’integrazione di un missile balistico intercontinentale nella struttura delle forze armate richiederebbe una revisione fondamentale della strategia di sicurezza nazionale del Pakistan e un riorientamento completo della dottrina nucleare pakistana. In particolare, il Pakistan dovrebbe espandere i propri obiettivi di deterrenza ben oltre l’ambito attualmente dichiarato. Dal punto di vista politico ed economico, il Pakistan non può permettersi questo riorientamento, almeno nel prossimo futuro.

Missili IRBM pakistani

Perché il Pakistan potrebbe sviluppare un ICBM? Magari non lo farebbe per nessun motivo di rivalità diretta con gli USA, ma potrebbe farlo su spinta dei vicini e partner commerciali principali, cioè la Cina, che ha strettissimi legami con Islamabad, come si è visto durante il recente conflitto con l’India.

In questo caso la funzione del deterrente pakistano sarebbe da intendersi come un elemento di distrazione di quello americano in funzione filo cinese.

In questo momento l’intero arsenale missilistico del Pakistan è rivolto contro l’India e anche la dottrina nucleare pakistana è incentrata esclusivamente sull’India. La posizione strategica del Pakistan è incentrata sulla deterrenza minima credibile (CMD) e non prevede una proiezione di potere a livello globale, ma il futuro è sempre incerto e l’evoluzione intercontinentale del deterrente pakistano in funzione filocinese non è totalmente da scartare.


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