Economia
Stretta creditizia USA: milioni di persone scoprono di non poter più ottenere prestiti
Trump ha annullato la cancellazione dei debiti studenteschi voluta da Biden. La conseguenza è che milioni di americani non hanno più accesso al credito

Trump nella sua campagna elettorale si era impegnato a revocare la cancellazione debiti studenteschi, un enorme regalo fatto da Biden alle università private a carico dello stato federale, ma le conseguenze di questa scelta stanno andando oltre le previsioni.
Il ritorno dei pagamenti dei prestiti studenteschi negli Stati Uniti, dopo la pausa pandemica, ha scatenato un disastro creditizio per milioni di persone.
Non è una storia lontana, è una realtà brutale che sta colpendo l’affidabilità creditizia in modo improvviso e violento.
La Federal Reserve di New York conferma il disastro: le morosità sui prestiti studenteschi sono esplose. Questo si è tradotto, e si sta ancora traducendo, in un crollo verticale dei punteggi FICO per innumerevoli mutuatari.
La loro affidabilità creditizia è evaporata quasi da un giorno all’altro, mentre le insolvenze sono volate alle stelle, proprio per i debiti studenteschi, come potete vedere dal sottostante grafico:
La conseguenza è diretta e devastante: una stretta creditizia brutale. Molti studenti ed ex studenti non riescono più ad accedere al credito, punto. Perché? Perché il loro punteggio FICO è precipitato sotto i 620. Questo valore non è un numero casuale; è una soglia critica sotto la quale banche e istituti finanziari considerano il rischio troppo alto. Avere un FICO sotto i 620 significa, nella stragrande maggioranza dei casi, vedersi negare prestiti auto, mutui, e persino carte di credito. L’accesso al credito è bloccato.
Un boom di cattivi debitori
I numeri sono importanti: secondo il rapporto della Fed di New York, mentre oltre la metà dei nuovi mutuatari inadempienti ha già un punteggio di credito subprime, circa 2,4 milioni di mutuatari che sono entrati in mora quest’anno avevano un punteggio superiore a 620, il che avrebbe potuto consentire loro di ottenere prestiti auto, mutui ipotecari e carte di credito prima che venisse segnalata l’inadempienza.

Boom di insolvenze e pignoramenti negli Usa dopo il ritorno del debito studentesco. – immagine illustrativa
3,2 milioni di mutuatari con punteggi inferiori a 620 (il 56,6% della popolazione che è entrata in mora) hanno visto i propri punteggi diminuire in media di 74 punti.
Altri 2 milioni di mutuatari con punteggi compresi tra 620 e 719 (il 35,9% dei nuovi casi di insolvenza) hanno visto il proprio punteggio di credito diminuire in media di 140 punti, mentre 400.000 mutuatari con punteggi superiori a 720 (il 7,2% dei nuovi casi di insolvenza) hanno visto il proprio punteggio diminuire di oltre 100 punti.
Aggiungendo al danno la beffa, c’è chi scopre che prestiti di cui non era a conoscenza stanno impattando negativamente e drasticamente il proprio punteggio, un segnale inquietante di possibili problemi sottostanti, anche fraudolenti.
Non si tratta di cali lievi.
Milioni di mutuatari hanno subìto riduzioni significative, con oltre un milione che ha perso almeno 150 punti FICO. Questo non è un inconveniente, è un colpo durissimo che compromette la possibilità di fare progetti di vita, dalla casa all’auto. La ripresa delle riscossioni forzate (pignoramenti, tasse, Social Security) non fa che peggiorare un quadro già nero.
Trump si è impegnato a non cancellare, a spese pubbliche, debiti privati, ma questa scelta rischia di costare molto socialmente, e di impattare sulla crescita economica, contraendo i consumi. Un fattore che non era stato considerato, e che magari richiede un riaggiustamento, anche parziale, di questa politica.
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