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“Mi dispiace lei è morto, niente pensione di cittadinanza. Zombie all’INPS di Roma, e saranno pure incavolati

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Il Tempo ci presenta una storia della Roma moderna. Un ingegnere, che ha lavorato molto all’estero senza cumulare grossi contributi, chiede nel 2020 la pensione di cittadinanza. Purtroppo Franco O. ha sottovalutato i tempi e le modalità della burocrazia italiana. Muore prima di ricevere la pensione. Allora l’INPS gli scrive

 

Gentile Signore, le comunichiamo che lei è decaduto dal diritto alla pensione di cittadinanza per le seguenti motivazioni: è deceduto». Tuttavia, «lei potrà recarsi presso i nostri uffici per ricevere ulteriori chiarimenti e inoltre, entro 30 giorni dal ricevimento della presente, potrà proporre istanza motivata di riesame». Sembra uno scherzo ma non lo è. La lettera è stata scritta pochi giorni fa dall’Inps e inviata al signor Franco O., morto a Roma lo scorso 17 marzo.

Certo, questo è proprio un brutto modo per sapere di essere morti: se ti avvisa l’INPS che sei morto, un ente non proprio vitale, devi essere messo male. Comunque l’INPS avvisa che si può anche fare ricorso. Naturalmente recandosi in uffici. Dato che il signor Franco O, come migliaia di cittadini romani, è in attesa di sepoltura da mesi, forse l’INPS si aspetta che stile zombie, si rechi in ufficio. A proposito: gli Zombie hanno diritto alla pensione?

Purtroppo essendo stato cremato ci si recherà sotto forma di fantasma ad infestare l’ufficio INPS che gli ha inviato questa intelligente missiva. Sicuramente la produttività dell’unità locale aumenterà vertiginosamente.


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