Attualità
Matteo Renzi: 14 promesse in 3 mesi. Zero rispettate. Tutte le prove
Guest post di Newspedia-Redazione online
L’ex sindaco Matteo Renzi ne ha fatte di promesse. Quello che corre, quello del cambiamento, quello che rottama. E alla svelta. Alla fine di febbraio Renzi ce la fa: arriva a palazzo Chigi, è presidente del Consiglio.
In tre mesi, una sequenza impressionante di annunci, tweet, conferenze stampa, slide e cedolino finale a mo’ di ciliegina sulla torta.
A ormai tre mesi dalla nascita del governo Renzi, possiamo fare un po’ di conti. Analizziamo a una a una le sue promesse (vista la mole, probabile che ce ne sia sfuggita qualcuna, ma queste sono le più importanti).
Vediamo quante ne ha mantenute.
1 – RIFORME ISTITUZIONALI
Quante volte avete sentito Renzi parlare delle riforme del Senato (che spesso ha definito erroneamente ‘eliminazione’) e del Titolo V della Costituzione?
Il ddl per le suddette riforme doveva arrivare a febbraio.
“Ho illustrato ai ministri un testo di riforma del Senato (…). Diamo 15 giorni e poi si porta in Parlamento” (Ansa, 12 marzo 2014).
Tempi non rispettati: il Cdm lo licenzia il 31 marzo e soltanto l’8 aprile giunge in Senato.
12 aprile 2014: “Entro il 25 maggio dobbiamo arrivare al superamento del bicameralismo” (Ansa, 12 aprile 2014).
18 aprile 2014: “Sono molto ottimista che entro maggio il Senato approvi la Riforma del Senato e del Titolo V e del Cnel” (Ansa, 18 aprile 2014).
Poi il Movimento 5 Stelle si dice pronto a sostenere un testo alternativo formulato dalla minoranza Pd.
Renzi non ci sta:Lo facciamo entro maggio. Se vogliono perdere la faccia facciano pure, io no” (Radiocor, 22 aprile 2014).
27 aprile 2014:“Se invece del 25 arriva il 5 giugno, non cambia niente” (Ansa, 27 aprile 2014)
29 aprile 2014: tegola sul governo Renzi. Il voto viene rimandato al 10 giugno. “Con 15 giorni in più nessuno si scandalizza”, abbozza Renzi. Ma in realtà i tempi stringono: il 23 maggio prossimo è il termine ultimo per presentare gli emendamenti in Commissione Affari costituzionali. Tradotto: soltanto dopo le elezioni si potranno riprendere i lavori sulle riforme. Annunci e promesse di Renzi a parte, sul DEF (Documento di Economia e Finanza), reso noto lo scorso 8 aprile, è fissato settembre 2014 come data per l’approvazione in Parlamento in prima deliberazione.
Situazione: IN ALTO MARE
2 – RIFORMA DEL LAVORO
Ok: “A marzo la riforma del lavoro”. Parola di Renzi, 17 febbraio 2014.
Il 12 marzo il Cdm approva il dl n.34 firmato dal ministro Poletti. Il 20 marzo c’è la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Il 24 febbraio 2014, Renzi diceva:“Partiremo, entro marzo, con la discussione parlamentare del cosiddetto Piano per il lavoro”. E chiedeva la fiducia. Niente da fare: la discussione inizia soltanto il 22 aprile (due mesi dopo quanto promeso) e il giorno dopo viene approvata la fiducia alla Camera.
Il dl lavoro è adesso in Senato. Strada facendo, ci sono state alcune modifiche (obbligo assunzione per aziende che superano 20% di dipendenti precari viene sostituito con multa). Il dl lavoro è tornato così alla Camera e dovrà essere approvato entro il 19 maggio (altrimenti decadrà).
Precisazione: il dl lavoro a firma Poletti non è il Jobs act presentato da Renzi l’8 gennaio, contiene soltanto alcuni punti della bozza della riforma del lavoro che Renzi aveva promesso.
Il dl Poletti si occupa in pratica soltanto della “semplificazione delle disposizioni in materia di contratti di lavoro a termine”. Nel dl lavoro firmato da Poletti mancano la promessa “Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile” e il “contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti”.
Situazione: Il dl lavoro a firma Poletti è soltanto il fantasma del folgorante Jobs act promesso da Renzi. Non crea neppure un posto di lavoro (non per niente il DEF prevede la disoccupazione in aumento) e aumenta il precariato.
3 – RIFORMA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Niente da fare: il testo di legge per la riforma della PA doveva fiorire entro aprile, stando alle promesse di Renzi.
Arriva il 30 aprile e Renzi non ha nulla in mano: né un decreto legge, né un disegno di legge. In quell’ultimo giorno di aprile, Renzi si presenta in conferenza stampa e descrive soltanto le linee guida del provvedimento, dicendo che sarà un disegno di legge e non un decreto. Il ddl, secondo Renzi, arriverà in “consiglio dei ministri il 13 giugno” (Ansa, 30 aprile). I dipendenti pubblici sono un tipico bacino elettorale del Pd: meglio non rompergli le scatole proprio il mese prima delle Elezioni europee.
Situazione: IN ALTO MARE
4 – RIFORMA ELETTORALE
“Se arriviamo al passaggio del 25 maggio senza aver fatto la legge elettorale – spiegava l’ex sindaco Renzi il 18 dicembre, nel corso della presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa – e, almeno in prima lettura, la riforma costituzionale non andiamo da nessuna parte”.
31 gennaio 2014: spunta la prima versione della nuova legge elettorale. A febbraio si tratta con Berlusconi. Il 5 marzo sbarca alla Camera un testo differente rispetto a quello di gennaio.
12 marzo 2014: l’Italicum supera il primo scoglio a Montecitorio (365 sì, 156 no, 40 astenuti). E Renzi si gasa: “Entro il 25 maggio dobbiamo riuscire a chiudere la partita della legge elettorale e la prima lettura della riforma del Senato” (Asca, 13 marzo).
Poi il nulla. Per due mesi.
il ministro delle riforme Boschi il 4 maggio dice sull’Italicum: “Possiamo approvarlo prima dell’estate”. Cioè prima del 21 giugno? Nel DEF si canta un’altra canzone: “Approvazione definitiva entro settembre 2014″. Pag. 2, in riferimento alla “Riforma della legge elettorale”.
Situazione: IN ALTO MARE
5 – PAGAMENTO TOTALE DEBITI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
24 febbraio 2014: Renzi promette di fronte al Senato “lo sblocco totale, non parziale, dei debiti della P.A.”.
Il giorno dopo, a Ballarò: “La Cassa Depositi e Prestiti (…) in 15 giorni permetterà di sbloccare i 60 miliardi bloccati per i debiti della P.A.” (Ansa, 25 febbraio).
Arriva il 10 marzo. Non succede niente.
In una delle famose slide (n. 18) di Renzi, si legge: “Sblocco immediato e totale del pagamento dei debiti della P.A. – 22 miliardi pagati – 68 miliardi entro luglio”.
Non passano neanche 24 ore e Renzi si accorge di aver bisogno di due mesi in più: “Il 21 settembre, a San Matteo, se non abbiamo sbloccato tutti i debiti della P.A., lei va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario”. Lo dice Renzi a Vespa, ospite di Porta a Porta il 13 marzo 2014.
Ancora una volta il DEF ci viene in soccorso. Pagina 10: ci saranno “ulteriori 13 miliardi per accelerare il pagamento dei debiti arretrati (già avviato nel 2013-2014 con il pagamento di più di 47 miliardi ai fornitori della P.A.)”. Entro quando? “Ottobre 2014″.
Graziano Delrio confonde ancora di più le acque: prima dice al Corriere che il grosso dei pagamenti dei debiti della P.A. saranno pagati nei primi tre mesi del 2015 (lo ha sottolineato ieri anche ‘La Gabbia’), poi ci ripensa e scrive su Facebook: “Sul pagamento dei debiti della pubblica amminstrazione si tranqullizzi Antonio Tajani. pagheremo tutto entro il 2014. quello che ho detto è questo. punto. nessun rinvio.”
Ricapitolando: per Renzi i debiti della P.A. saranno pagati entro settembre, per il DEF entro ottobre, per Delrio (ultima versione) entro fine 2014 (quindi anche novembre o dicembre).
Chi è l’Antonio Tajani di cui parla Delrio su Facebook? Un signore che non crede al governo Renzi e ha pronta per l’Italia una multa di 3 miliardi di euro.
Situazione: IN ALTO MARE
6 – 80 EURO IN BUSTA PAGA
25 febbraio 2014, Renzi a Ballarò: “Entro un mese diamo il percorso preciso su quanto e dove prendiamo i soldi per la riduzione di due cifre percentuali del cuneo fiscale”.
10 marzo 2014: “Mercoledì per la prima volta si abbassano le tasse. Non ci crede nessuno? Lo vediamo” (Ansa, 10 marzo).
12 marzo 2014: non lo vediamo. Renzi va in Cdm senza un testo di legge, ha in mano soltanto una relazione. In conferenza stampa arriva la promessa delle promesse: “+1000 euro netto all’anno a chi ne guadagna meno di 1500 al mese – Dal 1° maggio“.
Ok, ora però servono le coperture.
18 aprile 2014: il Cdm approva il decreto Irpef (‘quello degli 80 euro’, per gli amici).
Tegola formato maxi: i tecnici del Servizio Bilancio del Senato bocciano le coperture. Le loro perplessità vertono sui seguenti punti: aumento tassazione quote Bankitalia (dubbi incostituzionalità), sottostimato il taglio dell’Irap (potrebbe essere superiore ai 2 miliardi previsti), approssimativi i dati su lotta evasione (“non è stata fornita alcuna informazione in ordine a eventuali strumenti o metodologie che si ipotizza di utilizzare per il raggiungimento dell’obiettivo”, Ansa 2 maggio).
La reazione di Renzi è rabbiosa. Come osano i tecnici del Senato sbattergli la realtà in faccia? “I burocrati del Senato dicono il falso”, tuona Renzi (senza addurre motivazioni plausibili).
Ma non finisce qui: una circolare dell’Agenzia delle Entrate manda a dire a Renzi che il bonus di 80 euro in busta paga (che non è strutturale, ma dura solo fino a dicembre 2014) è dovuto anche a cassaintegrati e disoccupati che percepiscono indennità, visto che trattasi anche in questi casi di redditi lavorativi. La stampa l’ha presentata come una trovata elettorale di Renzi, invece è l’Agenzia delle Entrate che obbliga il governo ad adeguarsi alla legge.
La platea dei beneficiari del bonus previsto dal dl Irpef si allarga di almeno 1.3 milioni di unità. E le coperture (già molto dubbie) saltano totalmente.
Situazione: CAOS
7 – TAGLIO DELL’IRAP
Vedi sopra: il taglio dell’Irap del 10% c’è stato, ma i tecnici hanno bocciato le coperture per farlo. Fra l’altro il taglio entrerà in vigore soltanto nel prossimo anno fiscale, a inizio 2015.
Situazione: MAH…
8 – 1,5 MILIARDI PER LA TUTELA DEL TERRITORIO
Scommetto che questa non se la ricordava quasi nessuno. Era la slide numero 21: “1,5 miliardi per la tutela del territorio – Dal 1° aprile“. Promessa caduta nel vuoto. Nel Def se ne parla, quindi forse nei prossimi tre anni qualcosa sarà fatto (il Def è un documento programmatico di durata triennale, in teoria vincolante per il governo, ma in pratica senza valore di legge. E può essere modificato in qualsiasi momento).
Situazione: DISPERSO…
9 – 3,5 MILIARDI PER LA SICUREZZA NELLE SCUOLE
12 marzo 2014. Slide numero 20: ”Un piano per le scuole – 3,5 miliardi – unità di missione – per rendere la scuole più sicure e rilanciare l’edilizia”.
27 marzo 2014. Renzi ai parlamentari Pd: “I cantieri partiranno a giugno e i 3,5 miliardi ci sono”.
12 aprile 2014: “Dal 15 giugno devono partire i cantieri in tutti i comuni” (Asca, 12 aprile).
23 aprile 2014: “Abbiamo tolto dal patto di stabilità” interventi su sicurezza scuole, “saranno 3,5 miliardi di euro” (Radiocor, 23 aprile).
Sul DEF si parla però soltanto di 2 miliardi (pagina 30).
Nel decreto Irpef si parla (articolo 48) di appena 122 milioni per il 2014, così come per il 2015.
I 3,5 miliardi promessi sono diventati 244 milioni.
Situazione: NO COMMENT…
10 – ENERGIA MENO COSTOSA PER LE IMPRESE
12 marzo 2014: “Dal 1° maggio vi sarà un taglio dei costi dell’energia del 10% per le pmi attraverso una rimodulazione del paniere della bolletta energetica” (Adnkronos, 12 marzo). Lo assicurava l’ex sindaco Renzi, esibendo al mondo la slide n. 25.
Decreti legge o ddl, neanche l’ombra fino a ora. Se ne parla solo a pagina 23 del DEF, indicando come data di scadenza settembre 2014.
Insomma l’avete capito: Renzi ha in mente di rimandare un po’ tutto a dopo l’estate, che tanto ci sono i Mondiali e si va al mare. Poi si vedrà.
Situazione: VUOTO ASSOLUTO…
11 – VENDITA AUTO BLU
12 marzo 2014. Slide numero 16:“100 auto blu all’asta dal 26 marzo al 16 aprile”. Qui la faccenda è ingarbugliata. Nell’avviso di vendita del ministero dell’Interno si parla di 70 vetture, secondo la Difesa invece sono 52 (di cui 8 dei Vigili del fuoco). In una nota di Palazzo Chigi si legge “52 le vetture finora messe all’asta su Ebay”, “regolarmente aggiudicate”.
12 – PIANO CASA
12 marzo 2014. Slide numero 23: “Una casa per tutti – Sblocco del piano casa”. In questo caso Renzi non ha indicato una data. Il Dl è al Senato, ma ancora una volta la Commissione bilancio ha dubbi sulle coperture:“Si va dalle norme che prevedono un taglio al fondo anti Tasi per finanziare il bonus affitti (la riduzione al 4xmille per il 2014 per gli immobili affittati a canone concordato e per quelli nei comuni con emergenza abitativa) a quelle relative alla lotta agli affitti in nero passando per la cedolare secca per i canoni concordati” (Ansa, 8 maggio).
Dulcis in fundo: come tradizione, nel DL Casa il governo Renzi ci ha infilato di tutto, compresi aumenti accise e soldi a Expo 2015.
Situazione: MAH…
13 – GARANZIE PER I GIOVANI
Slide numero 28: “1,7 miliardi per garantire ai giovani (18/29 anni) entro 4 mesi dal titolo di studio il lavoro o il proseguimento degli studi – Dal 1° maggio”.
Il piano è partito, ma ”Ad oggi sono state firmate quelle con Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e Sardegna, mentre sono già pervenute quelle di Toscana e Veneto, che saranno firmate nei prossimi giorni”, annunciava il 27 aprile il ministro Poletti (Asca, 27 aprile).
Situazione: 5 regioni su 20.
14 – RIFORMA PROVINCE
La promessa abolizione delle Province non c’è stata. E le poltrone dei politici sono aumentate. Via 2.159 poltrone provinciali, arrivano oltre 26.000 consiglieri comunale e 5.000 assessori comunali in più.
“Per i comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti, il consiglio comunale è composto, oltre che dal sindaco, da dieci consiglieri e il numero massimo degli assessori è stabilito in due; per i comuni con popolazione superiore a 3.000 e fino a 10.000 abitanti, il consiglio comunale è composto, oltre che dal sindaco, da dodici consiglieri e il numero massimo di assessori è stabilito in quattro”. Così si legge nel Dl Delrio sulla riforma delle Province.
Renzi prometteva “Tremila posti in meno per i politici” (Asca, 26 marzo 2014).
Situazione: Indovinate un po’? Promessa non mantenuta.
P.S. Il presente post sintetizza (con alcune aggiunte) lo straordinario lavoro del giornalista Marco Quarantelli, pubblicato oggi (15 maggio 2014) su ilfattoquotidiano.it. Vi invitamo a leggerlo e condividerlo.
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