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Cultura

Masada: i romani la conquistarono in poche settimane, non in tre anni

Secondo nuovi rilevamenti archeologici e simulazioni 3D dell’Università di Tel Aviv l’Assedio di Masada da parte dei romani, un mito fondante dell’ebraismo, è durato solo poche settimane e non anni

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I ricercatori dell’Istituto di Archeologia Sonia & Marco Nadler dell’Università di Tel Aviv hanno utilizzato una serie di tecnologie moderne, tra cui droni, telerilevamento e modellazione digitale 3D, per generare la prima analisi oggettiva e quantificata del sistema di assedio romano a Masada.

I risultati indicano che, contrariamente al mito diffuso, l’assedio di Masada da parte dell’esercito romano nel 73 dC non durò più di qualche settimana. Quindi un mito fondante della storia ebraica si rivela, per lo meno, sopravvalutato. 

I ricercatori del Sonia & Marco Nadler Institute of Archaeology dell’Università di Tel Aviv hanno utilizzato una serie di moderne tecnologie, tra cui droni, telerilevamento e modellazione digitale 3D, per generare la prima analisi oggettiva e quantificata del sistema di assedio romano a Masada. I risultati indicano che, contrariamente al mito diffuso, l’assedio dell’esercito romano a Masada nel 73 d.C. non durò più di qualche settimana.

Lo studio* è stato condotto dalla spedizione Neustadter dell’Istituto di Archeologia Sonia e Marco Nadler della TAU, guidata dal dott. Guy Stiebel, insieme al dott. Hai Ashkenazi (oggi responsabile della geoinformatica presso l’Autorità per le Antichità di Israele) e ai dottorandi Boaz Gross (dell’Università di Tel Aviv e dell’Istituto di Archeologia israeliano) e Omer Ze’evi-Berger (oggi all’Università di Bonn). Lo studio fa parte dell’ampia missione della spedizione, che ha implementato strumenti avanzati e posto nuove domande, per tentare una nuova comprensione di ciò che è realmente accaduto a Masada. Il lavoro è stato pubblicato sul Journal of Roman Archaeology.

ricostruzione di un campo romano a Masada. (dagli studi dell’Università di Tel Aviv)

Dott. Stiebel: “Nel 2017 la mia spedizione ha rinnovato, per conto del TAU’s Sonia & Marco Nadler Institute of Archaeology, gli scavi a Masada – un sito famoso in tutto il mondo e ampiamente esplorato dall’inizio del XIX secolo e per tutto il XX secolo. La nostra spedizione si pone diversi nuovi interrogativi e mette in atto molti strumenti di ricerca inediti che non erano a disposizione delle precedenti generazioni di archeologi. In questo modo intendiamo ottenere nuove conoscenze su ciò che accadde realmente in quel luogo prima, durante e dopo la Grande Rivolta Ebraica.

Nell’ambito di questo ampio progetto dedichiamo molta attenzione ai dintorni del sito. Utilizziamo droni, telerilevamento e fotografia aerea per raccogliere dati accurati ad alta risoluzione di Masada e dei suoi dintorni, con particolare attenzione a tre aspetti: i sistemi idrici, i sentieri che portano da e verso la fortezza e il sistema di assedio romano. Le informazioni raccolte vengono utilizzate per costruire modelli digitali 3D che ci forniscono un’immagine chiara e precisa dei terreni interessati. Nello studio attuale ci siamo concentrati sul sistema d’assedio che, grazie alla posizione remota e al clima desertico, è il sistema d’assedio romano meglio conservato al mondo“.

Il dott. Stiebel aggiunge: “Per molti anni, la teoria prevalente, divenuta un mito moderno, ha affermato che l’assedio romano di Masada fu un’impresa estenuante durata tre anni. Negli ultimi decenni i ricercatori hanno iniziato a mettere in discussione questa nozione, per varie ragioni. In questo studio, unico nel suo genere, abbiamo esaminato la questione con le moderne tecnologie che consentono precise misurazioni oggettive”.

I ricercatori hanno utilizzato droni con sensori remoti che hanno fornito misurazioni precise e ad alta risoluzione dell’altezza, della larghezza e della lunghezza di tutti gli elementi del sistema di assedio. Questi dati sono stati utilizzati per costruire un modello digitale 3D accurato, che ha permesso di calcolare con precisione il volume delle strutture e il tempo necessario per costruirle.

Dott. Ashkenazi: “Sono disponibili stime affidabili della quantità di terra e pietre che un soldato romano era in grado di spostare in un giorno. Sappiamo anche che circa 6.000-8.000 soldati parteciparono all’assedio di Masada. Abbiamo quindi potuto calcolare oggettivamente il tempo necessario per costruire l’intero sistema di assedio – otto campi e un muro di pietra che circondava la maggior parte del sito. Abbiamo scoperto che la costruzione richiese solo circa due settimane. In base alle testimonianze storiche antiche, è chiaro che una volta completata la rampa d’assalto, i Romani lanciarono un attacco brutale, conquistando la fortezza nel giro di poche settimane al massimo. Questo ci porta a concludere che l’intero assedio di Masada non durò più di qualche settimana.

Dott. Stiebel: “La narrazione di Masada, la Grande Rivolta Ebraica, l’assedio e la tragica fine raccontata da Flavio Giuseppe sono entrati a far parte del DNA israeliano e dell’ethos sionista e sono ben noti in tutto il mondo. La durata dell’assedio è un elemento importante in questa narrazione, che suggerisce che per il glorioso esercito romano fu molto difficile conquistare la fortezza e schiacciare i suoi difensori. Per molti anni si è ipotizzato che l’assedio fosse durato tre lunghi anni, ma negli ultimi decenni i ricercatori hanno iniziato a mettere in discussione questa convinzione infondata.

Nel nostro studio, unico nel suo genere, abbiamo utilizzato misure oggettive e tecnologie avanzate per chiarire la questione con la prima risposta scientifica basata sui dati. Sulla base dei nostri risultati, sosteniamo che l’assedio romano di Masada durò al massimo qualche settimana. Come hanno fatto gli imperi di tutta la storia, i Romani arrivarono, videro e conquistarono, sedando rapidamente e brutalmente la rivolta in questo luogo remoto.

La nostra conclusione, tuttavia, non toglie nulla all’importanza di questo evento storico, e molte domande sconcertanti rimangono da indagare. Per esempio: Perché i Romani si impegnarono così tanto per conquistare questa fortezza remota e apparentemente senza importanza? Per rispondere a questa e a molte altre domande intriganti abbiamo avviato un progetto vasto e innovativo a Masada e dintorni – raccogliendo dati e analizzandoli a fondo nei laboratori del TAU’s Sonia & Marco Nadler Institute of Archaeology, in collaborazione con altri ricercatori, per gettare infine nuova luce sul vecchio enigma: cosa è realmente accaduto a Masada?“.

Il fatto che la Legione romana impiegò solo qualche settimana a conquistare la remota fortezza di Masada non stupisce, nel momento in cui i soldati romani erano abituati a compiere opere ingegneristiche che ancora oggi stupiscono in tempi brevissimi: pensiamo a Cesare che, in un tempo di settimane, costruì un ponte sul fiume Reno, oppure realizzò due cinte murarie attorno ad Alesia. I legioanri romani costruivano fortezze e deviavano fiumi, quindi per loro prendere una piccola fortezza, per quanto impervia, era una quesione di ordinaria amministrazione.


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