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Mario Draghi, cioè la bellezza di veder operare, in silenzio, sui vaccini

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Mario draghi sta ridisegnando da zero il piano vaccinale del Conte Arcuri, e tutto questa avviene in un ambiente eccezionale: il silenzio! Dopo due anni di Casalino e di una comunicazione assillante, onnipresente e irrealistica, si agisce in silenzio, lasciando che, se mai, si vedano i risultati.

Un primo passo è l’abbandono delle Primule, già segnalato, con l’utilizzo di caserme scuole e strutture dell’esercito per avere il maggior numero di hub vaccinali possibili. Del resto l’Esercito, con grande efficienza, ha già predisposto i punti per i test sul covd-19,  molti dei quali drive-in, che permettono di processare un gran numero di casi all’ora. Si tratta, alla fine, di riconvertire strutture già esistenti e funzionanti alla vaccinazione di massa, con un costo molto inferiore alle primule di Arcuri.

Un secondo passo, essenziale, è il reperimento dei vaccini, soprattutto nel momento in cui Astra Zeneca ha ridotto nuovamente le forniture. Un bel problema e, a questo punto, bisogna produrre in proprio i vaccini stessi, o trovare fonti di fornitura affidabili e alternative. Secondo quanto riportato da La Verità il Presidente del Consiglio si è mosso con abilità fra le sue conoscenza nel mondo della finanza e dei rapporti internazionali. Il cuore della soluzione del  problema potrebbe essere Blackrock, il colosso della finanza USA, che possiede partecipazioni sia in GSK sia in Pfizer ed in Johnson e Johnson. GSK aveva un accordo per la produzione del vaccino Sanofi, che però è in forte ritardo, quindi il PdC potrebbe benedire un accordo fra GSK e le altre due case farmaceutiche per una produzione nazionale.

Il G20 prossimo venturo, che avviene sotto la presidenza Draghi, potrebbe poi portare una soluzione per la produzione in Italia dei vaccini brevettati dai russi. Sputnik V è in produzione da tempo e pochi sanno che è stato scelto da San Marino, che ne ha acquistate 7500 dosi, ma la capacità produttiva russa è limitata e utilizza una tecnologia che non è di facile trasferibilità. Però è passato in fase 3 di test, con i risultati a metà marzo, il vaccino sviluppato dal  Chumakov Scientific Center di Mosca che si basa sulla consolidata tecnologia del “Virus attenuato”, che potrebbe essere più facilmente essere trasferita a produttori italiani. Inoltre questa tecnica, che è poi alla base di molti altri vaccini, permetterebbe una rapida produzione nella stessa Russia, e quindi l’esportazione in Italia, in attesa che partano le produzioni nazionali. Certo sarebbe necessario che i russi iniziassero, fin d’ora, a colloquiare con le controparti europee, AIFA in testa, per l’approvazione in Italia e nell’Unione. Comunque la presidenza italiana del G20 può portare a interessanti accordi anche in questo settore: ad esempio perchè non definire una produzione rapida di approvazione mondiale che eviti passaggi burocratici doppi o tripli?

Comunque Draghi si è già mosso con efficienza anche in altri settori. Non è casuale che AIFA  stia rivalutando e cambiando i protocolli per le cure domiciliari del Covid-19, fino a ieri basate sul “Tachipirina, nessuna visita e attesa”. In questo caso è bastato il cambio nella guida per avere anche una modifica, utilissima, nella posizione dell’ente tecnico.

Però soprattutto il silenzio è apprezzabile. Senza Casalino è un vero piacere.

 


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