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MA ALLA FINE PARTIRA’ LA COMMISSIONE VON DER LEYEN? Sembra che Macron la stia sabotando…

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La Commissione Von De Leyen dovrebbe essere già al potere, limitato, in Europa, ma invece non c’è, e tutto è rinviato all’inizio del 2020. Del resto non poteva essere diversamente con tre commissari bocciati ed alcuni voti parlamentari non andati esattamente come voleva questo strano centro sinistra in salsa di Bruxelles, come ad esempio sui migranti. Però dobbiamo chiederci: può la Von Der Leyen non essere il prossimo Presidente della Commissione?

VdL è frutto di un complesso compromesso trovato in 40 ore di discussione a giugno, ma ora gli equilibri sono già cambiati: la Lega, ad esempio, è all’opposizione, ma , dopo le elezioni umbre e gli ultimi sondaggi, ancora più forte di prima. Le ultime elezioni hanno confermato la posizione di PiS in Polonia e le prossime elezioni in Spagna vedranno un passetto indietro del PSOE e la probabile entrata al governo del Partito Popolare, con un ruolo sempre maggiore di Vox. Anche in Germania la CDU è reduce da tre sconfitte consecutive. L’unico uomo forte in Europa è in questo momento Macron, soprattutto perchè non ci sono elezioni in Francia, tanto che in Cina ha agito da vero capo di stato di tutta l’Europa, come si può vedere fisicamente:

 

 

Macron parla con Xi in nome dell’Europa, ed ha firmato degli accordi europei sull’agroalimentare. Questo è un  fatto simbolicamente fortissimo: l’Europa ha già un capo di Stato, quello francese, forte della sua attuale stabilità e di un’economia che, in questo momento, tira di più di quella tedesca. Può Macron accettare di condividere il potere con un personaggio che non sia una sua stretta espressione?

Ecco spiegato l’attivismo della Mergrethe Vestager: la commissaria è del gruppo liberale RE di Macron, ma gode anche dell’amicizia della Merkel. Non è mediterranea, cosa che nell’attuale protorazzismo europeo è un plus. La Verstager ha capito che non si può fare di tutta l’erba un fascio pur di andare contro i sovranisti, rigidi o morbidi che siano, per cui ha fato un’itervista in cui ha espresso la volontà di coinvolgerli, soprattutto nelle versioni Polacche ed Ungheresi, ma, perchè no, anche Italiane, se la Lega tornasse al governo. Questo configurerebbe una maggioranza completamente diversa, più mobile ed aperta, senza quelle chiusure ideologiche della Von Der Leyen che l’hanno anche portata alle ultime sconfitte. Questo spiega anche la mossa quasi provocatoria di Macron di proporre un commissario al limite dell’accettabilità, Thierry Breton, la quintessenza del conflitto di interessi. A questo punto tutto è possibile, e fra un mese e mezzo potremmo avere delle sorprese.


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