Difesa
M23: il misterioso sommergibile che una società italiana sta costruendo per il Qatar
La Società M23, in collaborazione con Fincantieri, ha realizzato un sommergibile per uso di incursione o per pattugliamento molto particolare e segreto, a uso della Marina del Qatar. Un risultato del genio , e della tradizione, italiane nel settore
L’azienda italiana M23 S.R.L., è una società che non avete sentito al telegiornale, ma sta realizzando uno strumento che potrebbe influenzare l’equilibrio nell’area del Golfo Persico.
Questo piccolo cantiere sta costruendo due sottomarini per la Marina degli Emiri del Qatar come riportato dal sito Sutton. Sebbene sia stato accennato negli annunci relativi al più ampio accordo navale italiano con il Qatar nel 2020, i dettagli sono emersi solo lentamente. Nel 2024 il primo sottomarino è stato osservato durante le prove in mare a La Spezia, in Italia. Un modello è stato anche esposto alla fiera della difesa MSPO 24 in Polonia.
Per chi ricorda le cronache del Medio oriente il sommergibile era stato oggetto di una vicenda di spionaggio che stava per costare la pelle a ufficiali della marina indiana.
L’accordo era stato originariamente riferito nel febbraio 2020 come relativo al principale costruttore navale italiano per la difesa, Fincantieri. A gennaio è stato firmato un MoU (memorandum d’intesa) con Fincantieri che menziona la “fornitura di navi e sottomarini navali all’avanguardia ”.
In precedenza è stato riportato, nei documenti relativi alle esportazioni, un importo di 190 milioni di euro. Si tratta di due sottomarini e di un sistema di addestramento. Sospetto che possa essere incluso anche un certo livello di formazione e di assistenza continua. È significativo che venga menzionata M23 S.R.L. invece di Fincantieri.
Il progetto è descritto come MIDGET AUTONOMUS SUBMARINE P/N M232017023. Potrebbe esserci un forte indizio in questo numero e anche nel nome dell’azienda: potrebbe essere lunga 23 metri. Possiamo anche dedurre che è stata progettata nel 2017. Si sa che ha un motore diesel da 200 kw, un motore elettrico da 70 kw e un sonar.
Specifiche del sottomarino M23
Dislocamento: 120-130 tonnellate
Lunghezza: 23 metri (~25 metri)
Larghezza: 5 metri
Profondità operativa: 200 metri
Velocità: 12 nodi
Raggio d’azione: 2.200 miglia nautiche
Equipaggio: 6
Passeggeri: 6
Armi: 2 siluri pesanti da 533 mm (21″). Siluri leggeri, munizioni e mine di fondo.
M23 & GSE – Eccellenza sottomarina
M23 S.R.L. ha sede in uno stabilimento a Ciserano, Bergamo, Italia. Questo stesso sito era in precedenza la sede di GSE Trieste, un costruttore di sottomarini italiano molto apprezzato. M23 è un recente spin-off di GSE e, secondo quanto riportato, ha 22 dipendenti. La nuova società è associata a entità del Qatar.
GSE (Giunio Santi Engineering S.R.L. ) ha una lunga tradizione nella costruzione di piccoli sottomarini. GSE sta per Giunio Santi Engineering, dal nome del suo fondatore e noto architetto navale. Negli anni ’80, quando l’azienda si chiamava Maritalia, Santi costruiva minisommergibili AIP (propulsione indipendente dall’aria). Sviluppò una costruzione tubolare unica, nota come Ossigeno gassoso immagazzinato nello scafo a pressione toroidale (GST). Si trattava di tubi di acciaio formati a cerchio e poi saldati insieme per formare lo scafo. Questa soluzione era più economica e più versatile rispetto alla costruzione tradizionale.
Il sottomarino più noto con costruzione GST è stato il 3GST9. Questo battello lungo 9,5 metri (21 piedi) ottenne una certa attenzione come potenziale trasporto delle Forze Speciali. Oggi lo chiameremmo un Dry Combat Submersible (DCS). Come molti progetti promettenti di quell’epoca, la fine della Guerra Fredda sembra averne compromesso le prospettive.
Santi vendette la tecnologia GST a Fincantieri, che commercializzò progetti più grandi utilizzando il metodo. Gli anni ’90 furono un periodo povero di ordini di sottomarini e non furono vendute unità.
Negli anni 2000, l’azienda di Santi, ora GSE Trieste, vendeva minisottomarini di lusso ai mega-ricchi. Progettava anche tipi militari e alcuni dei suoi progetti finirono nelle periferiche delle Marine. Un progetto, il VAS 525 SL Mk2, è stato fornito a una compagnia petrolifera venezuelana nel 2006 e potrebbe essere entrato nella flotta della Marina venezuelana intorno al 2015.
Più notevole è il sommergibile da combattimento a secco Button 5.60, che è stato testato dalla Marina degli Stati Uniti. Pur essendo molto compatto, potenzialmente abbastanza piccolo da poter essere inserito in un Dry Deck Shelter (DDS), ha mantenuto la forma a goccia tipica di Santi, senza vela.
Il sottomarino M23 per il Qatar è un mezzo estremamente adatto ad operare in un mare basso e chiuso come il golfo persico, dove la maggiore funzione è quella di tutelare le infrastrutture petrolifere offshore o, eventualmente, quella di operare contro quella di possibili avversari. In questa funzione il mezzo è perfetto, studiato per azioni di incursione con equipaggio umano. Appare inuibile che sia facilmente adattabile al trasporto anche di droni sottomarini da sganciare nei pressi delle infrastrutture avversarie.
In Italia abbiamo delle piccole gemme segrete di genialità che, purtroppo, o per fortuna, sono note al pubblico molto raramente.
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