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L’Ungheria valuta di prolungare la vita della propria centrale nucleare di 20 anni

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L’Ungheria prosegue, anzi rafforza, la sua strada verso l’energia nucleare. Péter János Horváth, amministratore delegato dell’operatore MVM Paksi Atomerömű Zrt, ha dichiarato che, in conformità con i regolamenti Euratom, l’annuncio del piano di estensione è stato fatto all’UE e “questo segna l’inizio di un processo di circa dieci anni” per estendere la licenza operativa di altri 20 anni.

Le quattro unità esistenti a Paks sono reattori VVER-440 avviati tra il 1982 e il 1987 e producono circa la metà dell’elettricità del Paese. La loro durata di vita progettuale era di 30 anni, ma nel 2005 è stata estesa di 20 anni, fino al 2032-2037.

Horváth ha dichiarato: “Questa centrale non è più la stessa di quella che ha iniziato a funzionare quattro decenni fa: grazie ai continui sviluppi, alle ristrutturazioni, alle misure di sicurezza – e non ultimo al team responsabile e dedicato di professionisti con una conoscenza e un’esperienza straordinarie – questa centrale oggi è già una generazione più avanzata di quanto non fosse all’inizio”.

“Allo stesso tempo, durante il processo di estensione delle ore di funzionamento, esaminiamo e valutiamo ogni singolo pezzo delle nostre apparecchiature e dei nostri sistemi e, se necessario, li sostituiamo, il tutto ovviamente in conformità con la prassi internazionale, sotto stretto controllo ufficiale, come abbiamo sempre fatto. Come risultato delle pratiche di funzionamento e manutenzione sviluppate con il massimo impegno per la sicurezza e un approccio responsabile e di buona gestione, la centrale nucleare di Paks è pienamente in grado di servire l’Ungheria per decenni a venire”.

L’azienda afferma che la centrale ha un ruolo importante nella sicurezza energetica dell’Ungheria e contribuisce alla lotta contro il cambiamento climatico, evitando il rilascio di circa 250 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica da quando è entrata in funzione. In occasione della conferenza stampa per l’annuncio del programma di estensione della vita dell’impianto, è stato inoltre sottolineato che, in quanto azienda statale, “consideriamo una questione strategica estendere ulteriormente” la vita operativa dell’impianto.

L’azienda ha dichiarato che a partire dal 2024 terrà tre anni di combustibile nucleare nel sito. L’aumento rispetto ai due anni precedenti ha lo scopo di “ridurre le incertezze derivanti dal conflitto in Ucraina”. I reattori sono di costruzione ex sovietica, per cui il carburante è di produzione attualmente russa, non sottoposto a sanzioni, ma il futuro è incerto. 

Un’estensione con importanti lavori di aggiornamento

Il prolungamento della vita dell’impianto, che, a questo punto arriverà oltre il 2050, non avviene senza grandi lavori di ristrutturazione. Secondo l’agenzia ufficiale About Hungary, il vicedirettore Pál Tóth ha dichiarato che la proroga richiederà il completamento di circa 250 progetti di ricostruzione e che, per quanto riguarda i costi potenziali, “il rinnovamento dei sistemi elettrici e di controllo si aggirerà intorno a 1,5 miliardi di euro (1,6 miliardi di dollari)”. Il piano di attuazione completo dovrebbe essere presentato nel 2028.

Gli attuali reattori nucleari ungheresi di Paks producono circa la metà dell’elettricità del Paese. Oltre al progetto di estensione del ciclo di vita, esiste anche un progetto – Paks II – per la costruzione di nuova capacità nucleare. È stato avviato all’inizio del 2014 con un accordo intergovernativo tra Ungheria e Russia per la fornitura di due reattori VVER-1200 da parte di Rosatom; il contratto è stato sostenuto da un prestito statale russo per finanziare la maggior parte del progetto. La domanda di licenza di costruzione è stata presentata nel luglio 2020 per costruire Paks II accanto all’impianto esistente di Paks, a 100 chilometri a sud-ovest di Budapest, sulle rive del Danubio. La licenza di costruzione è stata rilasciata nell’agosto 2022, mentre i lavori di scavo sono iniziati quest’anno e il mese scorso è stato concordato un programma di costruzione.

L’estensione in sicurezza della durata di vita delle centrali nucleari esistenti è stato uno dei punti indicati dai governi e dall’industria negli impegni assunti alla COP28 per sostenere la triplicazione della capacità energetica nucleare entro il 2050.

 


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