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Lukoil: la raffineria italiana ISAB non chiuderà

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La Lukoil, proprietaria della più grande raffineria in Sicilia a Priolo, ha dichiarato venerdì di essere pronta a garantire la continuità operativa del sito dopo l’entrata in vigore dell’embargo UE sulle importazioni di greggio russo via mare il 5 dicembre, grazie allo stoccaggio di petrolio e alle future forniture di petrolio non russo ( o nominalmente non russo…)

La Lukoil, che possiede la raffineria ISAB in Sicilia, ha dichiarato attraverso la sua unità LITASCO che “è pronta a garantire il funzionamento ininterrotto della raffineria, grazie alle scorte di petrolio immagazzinate per i prossimi mesi e alle future forniture di petrolio di origine non russa”. La raffineria ISAB “è attualmente un’impresa a scopo di lucro, un impianto tecnologicamente avanzato e un partner affidabile per tutti i suoi clienti, fornitori e appaltatori”, ha dichiarato LITASCO in un comunicato. LITASCO ha inoltre confermato di essere pronta a collaborare con il governo italiano “al fine di garantire il normale funzionamento dell’impianto”.

Giovedì scorso, il governo italiano ha approvato un decreto di intervento per garantire la continuità operativa della raffineria ISAB e salvare circa 1.000 posti di lavoro. L’intervento potrebbe consistere nel porre la raffineria sotto amministrazione fiduciaria, anche se si dice che le autorità italiane stiano cercando di sbloccare il finanziamento bancario per l’impianto.

All’inizio di questa settimana, il quotidiano italiano La Repubblica ha riferito che il governo potrebbe anche prendere in considerazione la nazionalizzazione della raffineria di proprietà della Lukoil. Il governo non è riuscito a ottenere una deroga dall’UE per l’utilizzo del greggio russo e ora sta lavorando sui dettagli di come il Tesoro italiano potrebbe finire per possedere l’asset.

Crossbridge Energy Partners, un gruppo di private equity con sede negli Stati Uniti, ha ripreso le trattative per acquistare la raffineria dalla Lukoil, come hanno riferito questa settimana al Financial Times fonti informate sulla questione. Le fonti hanno dichiarato che qualsiasi accordo, se verrà raggiunto, dovrà essere approvato dal governo italiano. Un eventuale accordo potrebbe valutare la raffineria tra 1 miliardo e 1,5 miliardi di euro.

 


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