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L’Ucraina ci ha tagliato il 30% del gas e ne vediamo già le conseguenze

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La notizia che abbiamo riportato ieri, secondo la quale l’Ucraina avrebbe chiuso al gas russo uno dei due accessi di transito del gas verso l’occidente, sta iniziando ad avere effetto. Ricordiamo che il gestore ucraino GTS ha  ha invocato la forza maggiore, dichiarando che non potrà più ricevere gas dalla Russia dal punto d’entrata pdi Sohranivka , dove il compressore  di Novopskov non può essere usato per “interferenze delle forze occupanti”. Praticamente queste forze avrebbero deviato il gas in arrivo verso la regione di Lugansk, una delle repubbliche filorusse.

Resta solo il punto d’accesso di Sudzha fra Russia e Ucraina verso occidente, per cui il gas che poi giunge in Europa centrale e quindi in Germania, Austria, Italia, ma, ovviamente, questo porta a un calo del volume che GTS ha valutato del 30%.

Come fa giustamente notare l’esperto @durezzadelviver questo calo si inizia a far sentire in Italia, come potete notare dal grafico che indica l’accesso del gas al valico del Tarvisio, che mostra un calo sensibile del gas in arrivo

Siamo a circa il 30% in meno, e questo si può notare anche nel gas che giunge in Germania da est (la linea rossa) è calato, mentre la linea arancione, quello che giunge direttamente dalla Russia tramite Nord Stream 1 è aumentato

Il calo del gas natural che giunge in italia rischia di impedirci di riempire in modo adeguato, all’80%, i depositi di gas per ottobre, come necessario per passare l’inverno senza problemi. O troviamo fonti alternative sufficienti o si rischia di dover fermare qualche industria energivora.

Questo capita quando le forniture energetiche vengono a dipendere da un numero troppo alto di entità statali, magari in lotta fra di loro.

 

 


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