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LOTTA DI CLASSE NEL XXI SECOLO (di Simone Iragno)

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La caduta del muro di Berlino nel 1989 ha rappresentato la vittoria del “mondo libero” capitalista sulla “barbara dittatura” socialista.  Da allora la lotta di classe è stata superata dalla nuova società liquida capitalista globale per il quale mercati, produzioni, consumi, modi di vivere e di pensare vengono connessi su scala mondiale, grazie ad un continuo flusso di scambi che tende a unificarli. Ciò permette al Capitale del XXI secolo di agire libero da ogni vincolo violando palesemente l’indipendenza degli stati nazionali. E’ proprio qui che si sono rivolti tutti gli atti politici volti verso la cessione di sovranità ad entità sovranazionali, tipo l’UE, che hanno privato la popolazione europea, specialmente quella del sud, del lavoro e di ogni tutela, consegnando nelle mani dei mai eletti tecnocrati il destino di intere nazioni.

Il Capitale spalleggiato da varie personalità politiche come il Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, preme verso la trasformazione da UE in SUE (Stati Uniti d’Europa). Lenin nello scritto pubblicato nel 1915 “Sulla parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa” scriveva questo:
«Dal punto di vista delle condizioni economiche dell’imperialismo, ossia dell’esportazione del capitale e della spartizione del mondo da parte delle potenze coloniali ‘progredite’ e ‘civili’, gli Stati Uniti d’Europa in regime capitalistico sarebbero o impossibili o reazionari. […]

In tal senso sono anche possibili gli Stati Uniti d’Europa, come accordo fra i capitalisti europei… Ma a qual fine? Soltanto al fine di schiacciare tutti insieme il socialismo in Europa. […]
Ne risulta che è possibile il trionfo del socialismo all’inizio in alcuni Paesi o anche in un solo Paese capitalistico, preso separatamente. Il proletariato vittorioso di questo Paese, espropriati i capitalisti e organizzata nel proprio Paese la produzione socialista, si solleverebbe contro il resto del mondo capitalista, attirando a sé le classi oppresse degli altri Paesi, spingendole ad insorgere contro i capitalisti, intervenendo, in caso di necessità, anche con la forza armata contro le classi sfruttatrici ed i loro Stati. La forma politica della società nella quale il proletariato vince abbattendo la borghesia, sarà la repubblica democratica che centralizzerà sempre più la forza del proletariato di una nazione, o di più nazioni, per la lotta contro gli Stati non ancora passati al socialismo.[…]
Ecco in forza di quali considerazioni, che sono il risultato di ripetuti esami della questione nella conferenza delle sezioni all’estero del POSDR e dopo la conferenza, la redazione dell’Organo centrale e giunta alla conclusione che la parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa è sbagliata».

A ciò si aggiunga la criminale gestione dell’immigrazione, causata dalle politiche imperialiste attuate nei paesi del terzo mondo, che fornisce ai padroni lavoratori a bassissimo costo.

La numerosa presenza di disoccupati (esercito industriale di riserva nda), autoctoni e non, è funzionale all’esistenza del capitalismo, dacché alimenta la competitività tra i lavoratori a bassi livelli salariali, opponendosi alle rivendicazioni di aumenti salariali che diminuirebbero ancor di più il profitto per il capitalista accelerando quindi la caduta tendenziale del saggio di profitto.

I lavoratori perciò devono diventare consapevoli di sé, del loro ruolo fondamentale nella società, unendosi compattamente pena la definitiva alienazione e la perdita d’ogni conquista sociale.

Se “l’ideologia dominante è sempre stata l’ideologia della classe dominante“ è tempo di superare l’infame scenario politico-culturale attuale, ritornando a chiedere a gran voce il ritorno del ruolo dello Stato che potrebbe immediatamente attuare politiche fiscali espansive volte alla piena occupazione nel rispetto dell’ambiente; facendo ripartire l’economia ma tutelando i lavoratori.

Vinta la barbarie neoliberista, che priva della libertà i popoli  la collaborazione tra i lavoratori  permetterà il pieno dispiegamento delle volontà e delle idee, iniziando una fase nuova di prosperità e di progresso civile e sociale, entrando in pieno nel Socialismo del XXI secolo diventando finalmente liberi visto e  considerato che la libertà senza giustizia sociale non vale nulla.

 

Simone Iragni


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