Lo scorso settembre abbiamo rischiato la guerra mondiale: il pilota russo sparò all’aereo inglese sul Mar Nero?

La BBC ha dato una notizia, da verificare, che mostra quanto siamo al limite di un conflitto armato.

Secondo quanto riportato dal media britannico un pilota russo ha deliberatamente lanciato missili contro un aereo di sorveglianza della Royal Air Force nello spazio aereo internazionale sopra il Mar Nero lo scorso autunno, in  un incidente che la Russia aveva precedentemente attribuito a un “malfunzionamento tecnico” e di cui vi avevamo già parlato lo scorso settembre.

L’emittente ha affermato che le comunicazioni intercettate suggeriscono che il pilota di un aereo da caccia russo Su-27 abbia sparato sull’aereo disarmato del Regno Unito nel settembre 2022 dopo aver ricevuto un comando ambiguo da una stazione di controllo a terra russa, e che il suo copilota abbia cercato di fermarlo, senza riuscirci.

L’aereo britannico  a cui il pilota russo aveebbe tentato di sparare era un Boeing RC 135 Rivet Joint dotato di sensori per intercettare le comunicazioni e il suo equipaggio sarebbe stato in grado di ascoltare l’incidente. L’aereo ha 32 persone a bordo e stava pattugliando il Mar Nero. Mentre gli USa utilizzano droni sul Mar Nero, Londra continua a usare aerei con equipaggio.

Ad un passo dalla guerra

Ecco quello che avrebbero registrato gli avieri sul RC 135 Rivet Joint. Mentre i due SU-27 russi si avvicinavano all’aereo spia della RAF, ricevettero una comunicazione dal controllore della stazione di terra del genere “Hai l’obiettivo”

Questo linguaggio ambiguo venne interpretato da uno dei piloti russi come un permesso di far fuoco.

Il pilota russo quindi avrebbe lanciato  un missile aria-aria, che si sganciò con successo ma non riuscì ad agganciare il bersaglio. Questo malfunzionamento è possibile sia stato causato da sistemi di difesa elettronica del Rivet Joint. 

 A questo punto sarebbe il secondo pilota avrebbe indicato a male parole che non erano stati autorizzati ad attaccare.

Il primo pilota avrebbe comunque lanciato un secondo missile che semplicemente caduto dall’ala…

Sukhoi SU 27

In pubblico, i funzionari britannici hanno minimizzato l’incidente. Il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace riferì ai membri del Parlamento in ottobre che un jet russo aveva “lanciato un missile nelle vicinanze” di un aereo britannico e che aveva chiesto spiegazioni al ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. Aveva quindi detto che secondo i russi “si trattava di un malfunzionamento tecnico del caccia Su-27”.

Possiamo solo immaginare le conseguenze se il missile avesse colpito il Rivet Joint con 32 militari britannici a bordo, tanto più che Eurofighter si trovavano nell’area. 

“Non consideriamo questo incidente come un’escalation deliberata da parte dei russi, e la nostra analisi concorda che sia dovuto a un malfunzionamento”, ha detto Wallace. Ha aggiunto che la RAF ha ripreso le pattuglie di sorveglianza sul Mar Nero con la scorta di aerei da combattimento.

Alla domanda sul rapporto di giovedì, il Ministero della Difesa britannico ha affermato che Wallace ha “informato la Camera dei Comuni entro tre settimane dal verificarsi dell’evento, nell’interesse della trasparenza e della sicurezza”.

“Il nostro intento è sempre stato quello di proteggere la sicurezza delle nostre operazioni, evitare un’escalation non necessaria e informare il pubblico e la comunità internazionale”, ha affermato il ministero. “Questo incidente è un duro promemoria delle potenziali conseguenze della barbara invasione dell’Ucraina da parte di Putin”.

Un portavoce del primo ministro Rishi Sunak, Max Blain, ha detto che il primo ministro è fiducioso che Wallace non abbia ingannato i legislatori con la sua dichiarazione, aggiungendo che “ovviamente ci sono limitazioni su alcuni dettagli operativi che possono essere resi di pubblico dominio” per ragioni di sicurezza..

Dovremmo chiederci come mai questa preoccupante notizia sia stata resa pubblica solo ora. Evidentemente i britannici non temono più di mostrare quanto la guerra sia vicina.