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L’Italia,in difesa della sovranità sanitaria dice no ad emendamento OMS

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Per mezzo di questa lettera le notifico il rifiuto da parte italiana di tutti gli emendamenti adottati dalla 77° assemblea mondiale della sanità». In una mossa destinata a lasciare il segno nella politica sanitaria internazionale, il ministro alla Salute Orazio Schillaci ha scritto al direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, per ufficializzare che l’Italia rigetta gli emendamenti proposti al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI), adottati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Schillaci ha notificato il rifiuto del nostro Paese in una lettera, esercitando il diritto sovrano riconosciuto dall’art. 61 dello stesso regolamento.

La decisione italiana, presa in extremis, sul filo del termine ultimo previsto per l’opting-out – il 19 luglio – rappresenta una chiara presa di distanza da un percorso che, a giudizio del governo Meloni, minaccia la sovranità sanitaria nazionale. Una presa di posizione netta che segna un’ulteriore frattura tra Roma e l ‘OMS, istituto da tempo messo in discussione per la sua gestione poco trasparente, dopo l’astensione dell’Italia sul controverso Trattato pandemico globale. Al centro del rifiuto vi sono preoccupazioni concrete: gli emendamenti introdurrebbero una definizione più ampia e opaca di «emergenza pandemica», conferendo poteri straordinari al direttore generale dell’OMS, tra cui la possibilità di dichiarare uno stato di emergenza anche in assenza del consenso dello Stato interessato.

La comunicazione del ministero è trovata dopo un lungo lavoro congiunto di 48 associazioni e comitati e di oltre 1.250 professionisti altamente qualificati, è corredata da una dettagliata analisi tecnica che evidenzia le criticità degli emendamenti. Tale documento, sottoscritto da tutti i tecnici che hanno concesso la pubblicazione del proprio nome, sottolinea i potenziali rischi per la sovranità, la sicurezza nazionale e le finanze pubbliche del nostro Paese.

Tra le principali preoccupazioni sollevate nella lettera vi sono:

  • Mancanza di trasparenza nel processo di approvazione: gli emendamenti sono stati presentati con appena due settimane di anticipo rispetto all’Assemblea, disattendendo l’Articolo 55 del RSI 2005 che impone un preavviso di almeno quattro mesi. L’adozione per “consenso tacito” in un contesto di così ampia portata mina il dibattito democratico e il controllo parlamentare.
  • Rischi per la sovranità nazionale: le modifiche conferiscono al Direttore Generale dell’OMS un’eccessiva discrezionalità nella proclamazione di un’emergenza pandemica (Articolo 12, punto 4 bis), con potenziali impatti economici devastanti come quelli vissuti durante i lockdown del 2020.
  • Pericoli legati ai “prodotti genici” e ai laboratori di biosicurezza: l’inclusione dei “prodotti genici” nell’Articolo 13 e la spinta verso la proliferazione globale di laboratori BSL-3 e BSL-4 aumentano significativamente i rischi di fughe accidentali e, di conseguenza, di nuove epidemie.
  • Accordi sanitari secretati e ambiguità finanziarie: la possibilità di siglare accordi sanitari riservati (Articolo 43, punto 7) mina la trasparenza, mentre l’ambiguità sull’impegno finanziario (Articolo 44) rischia di aggirare il controllo parlamentare.
  • Rischio di limitazione delle opinioni divergenti: l’Allegato 1 solleva preoccupazioni per la potenziale censura di informazioni scientifiche non allineate alla narrativa ufficiale, ostacolando il dibattito aperto.

La decisione del governo è stata comunque criticata dalle opposizioni malgrado rappresenti una evidente misura per tutelare la salute pubblica nazionale da interferenze estere, come ha sostenuto il capogruppo di fdi al senato Lucio Malan “ Leggo gli attacchi di esponenti della sinistra al Governo per aver saggiamente respinto le modifiche ai Regolamenti Sanitari Internazionali dell’OMS. Ma nessuno spiega che in base a quegli emendamenti l’Italia avrebbe dovuto contribuire a finanziare la sanità degli stati meno sviluppati economicamente, cioè quasi tutti. Lamentano che il Governo dovrebbe mettere più soldi per la sanità italiana, anche se ha messo 10 miliardi più di quando c’erano loro, ma vorrebbero finanziare la sanità degli altri“.

Le modifiche all’RSI stabiliscono che l’OMS sia l’autorità prevalente nelle emergenze sanitarie pubbliche, ovvero in qualsiasi situazione che il Direttore Generale dell’OMS ritenga possa potenzialmente causare problemi di salute oltre i confini. I poteri assegnati all’OMS includerebbero il confinamento, la medicalizzazione forzata delle persone, i diritti di condividere la proprietà intellettuale, il know-how di produzione, il poter chiedere agli Stati di contribuire con risorse, compresa la produzione dei medicinali. Un sistema di sorveglianza, supervisionato dall’OMS, assicurerà che le potenziali minacce siano prontamente identificate.

Il Sottosegretario alla Sanità, On. Marcello Gemmato, ha commentato la decisione sottolineando che “L’Italia difende con determinazione la propria sovranità sanitaria, respingendo gli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale che attribuirebbero eccessivi poteri all’OMS. Una scelta condivisa anche da altri Paesi come gli Stati Uniti.

L’OMS potrebbe richiedere regolari rapporti dettagliati, inviare valutatori e imporre modifiche. Ciò solleva interrogativi sia sulla sovranità in materia di salute sia sull’uso razionale e appropriato delle risorse: non è prevista alcuna giurisdizione legale per sanzionare l’OMS per abuso di potere, qualora se ne evidenziassero gli estremi. Come affermano le modifiche, l’OMS potrebbe stabilire la sua autorità “sugli individui e sui governi nazionali nel processo decisionale relativo alla salute”. All’articolo 2 del RSI, il concetto di “salute pubblica” diventa una terminologia estremamente ampia e, come afferma il Dr. Bell, “i potenziali rischi possono essere qualsiasi virus, tossina, cambiamento del comportamento umano, articolo o altra fonte di informazioni che potrebbe influenzare qualsiasi cosa in questo vasto campo. Se in funzione, ciò fornirebbe all’OMS una giurisdizione su qualsiasi cosa potenzialmente vagamente pertinente a qualche cambiamento nella salute o nel benessere, Insomma alla luce di ciò le critiche delle opposizioni oltre che strumentali assumono anche un carattere paradossale da parte di chi fa proprio leva sulla tutela della sanità pubblica come prioritaria per una potenziale futura politica di governo. Delle due l una o le opposizioni non hanno ben compreso le modifiche richieste dagli emendamenti dell OMS oppure si usa la sanità pubblica solo come mezzo di propaganda a fini puramente elettorali.


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