Attualità
l’Italia torna “sotto monitoraggio” con tempistica perfetta. Fino a quando saremo pecore fra i lupi?
Prima la notizia, riportata da TG 24, poi il commento: “Rimangono invariati i timori legati all’elevato rapporto debito pubblico/Pil”, segnala l’esecutivo europeo nella Relazione sul meccanismo di allerta (Alert mechanism report). Il nostro Paese dovrà essere oggetto di una revisione approfondita (in-depth reviews) per valutare l’evoluzione della situazione. In totale sono 17 gli Stati membri su cui verranno fatti esami approfonditi.
Italia, restano i timori sul rapporto debito/Pil – “In Italia rimangono invariati i timori legati all’elevato rapporto debito pubblico/Pil”, sottolinea la Commissione Ue. L’indebitamento “rimane elevato” e, sebbene sceso al 150,3% del Pil nel 2021, “dovrebbe rimanere ben al di sopra del livello del 2019”. Il deficit, ridotto al 7,2% nel 2012, “si prevede che continuerà a ridursi. Ma i differenziali dei rendimenti si sono discostati “notevolmente” dalla media dell’Eurozona aumentando i costi di finanziamento. “I rischi per la sostenibilità fiscale sono elevati nel medio termine”.
Ora il commento, molto semplice. Antonio Maria Rinaldi ha notato con attenzione che la tempisti di questa ripresa del “meccanismo di allerta” avviene con una tempistica quanto meno sospetta:
Quando i monitoraggi sono ad orologeria! L'Italia torna sotto monitoraggio dell'Ue per il debito eccessivo https://t.co/1kLCQQC21V
— Antonio M. Rinaldi (@Rinaldi_euro) November 23, 2022
Il MEF nota che il rapporto debito PIL si è ridotto del 4,4% nel 2021 e c’è da aspettarsi un effetto simile, se non superiore, nel 2022. Questo non perché siamo particolarmente bravi, ma , semplicemente, perché l’inflazione riduce il peso di una misura statica e storica , a saldo, il debito, rispetto a una dinamica, a flusso, il PIL. Non ci vuole un genio per capire che con un paio di anni di inflazione a due cifre ridurremmo il debito/PIL a misure più accettabili. Però l’inflazione è proprio l’unica misura guida per la BCE, quindi, anche a causa della prossima recessione, c’è da sperarci poco. Nonostante l’Italia abbia mostrato un anche eccessivo controllo di bilancio siamo di nuovo sotto osservazione, come i cattivi. perché c’è sempre qualcuno che vuole giudicare. Non proporre soluzioni, ma semplicemente dare stupide pagelle.
Nel 1993 ci mandarono “Come pecore fra i lupi”, per parafrasare il Vangelo secondo Matteo, ma questo accade perché accettiamo di essere pecore che cercano un pastore per essere guidate. Da 25 anni non ci sono più veri governi in Italia, ma solo pecore che vogliono farsi condurre da Bruxelles. Sorgeranno ancora gli uomini?
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