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L’Invasione e il Caos ! Ovvero I frutti della furbizia e il buonismo fasulli.

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“Nave senza Nocchier in gran tempesta” tale pare l’Italia oggi davanti alla questione dell’immigrazione ( e non solo quella). Le notizie quotidiane di sbarchi di a Lampedusa, di “crociere umanitarie” alle porte della Libia, di entrate di massa dalla Soglia di Gorizia, gli accampamenti “fai da te” alle stazioni, le notizie quotidiani di atti delittuosi commessi da immigrati, le proteste popolari il rancore crescente di una popolazione in gravi difficoltà economiche che vede negli aiuti dati ai “migranti” un privilegio pagato sulla propria pelle, anzi con la propria pelle, le prediche quotidiane del filantropo di turno, magari con veste istituzionali o ecclesiastiche sul dovere degli italiani di accogliere e mantener e chiunque arrivi nell’ ex Bel Paese fanno da cornice all’impotenza di fatto di chi governa di controllare il fenomeno.
Prima di andare avanti forse bisognerebbe fare chiarezza uscendo anche dai luoghi comuni sull’argomento Cominciamo con le domande di fondo perché senza una risposta a quelle ogni risposta o strategia non ha alcun senso.
Domanda o parametro 1)L’ immigrazione di massa è un fenomeno positivo per la società che la riceve?
Dipende: in condizioni di bisogno di manodopera e di abbondanza di risorse da utilizzare senz’altro sì (vedi Argentina o Stati Uniti nell’800), in condizioni di scarsa occupazione no, in quando i nuovi arrivati avranno 3 possibilità:1 offrire i propri servizi a più basso costo della popolazione residente per ottenere posti di lavoro, 2 inserirsi nelle attività malavitose (rubare)o semilegali ( compreso far la fila alle primarie di un partito ) 3 Contare sula pubblica assistenza pagata dall’erario cioè dai cittadini residenti. Nessuna delle tre cose è positiva per la società che riceve l’immigrazione
Domanda o parametro 2)Gli emigrati danno socialmente un contributo positivo alla società che li riceve? È vero che sono una risorsa? Oppure sono un peso in termini di sicurezza sociale?
In situazione normale, cioè ambigua secondo il parametro 1, in generale sono vere entrambe  le utime due  asserzioni. Nei flussi migratori una delle motivazioni più frequenti è sicuramente la volontà di migliorare le proprie condizioni. Ciò può avvenire ottenendo un successo economico e sociale sia legale sia illegale(le proporzioni tra le due categorie cambiano a seconda della cultura di provenieneza). In altri termini nei flussi migratori sono presenti rispetto alla società stanziale un numero più alto di individui con buone capacità e motivazioni imprenditoriali ( e voglia di lavorare) ed un più alto numero di individui con tendenza asociali e delinquenziali. E’ evidente che siccome l’emigrazione è un sacrificio (e la memoria storica dei popoli italiani lo sa benissimo) non emigra chi sta bene o è ben integrato a casa propria, ma chi ha un motivo o un obiettivo serio per andarsene.
Domanda o parametro 3) L’immigrazione è la risposta alla crisi demografica che ha colpito molti paesi della vecchia Europa ed in particolare l’Italia?
Dipende dalle condizioni del paese che la riceve: se esiste una forte struttura a favore della famiglia per la popolazione residente sostanzialmente essa colmerà eventuali lacune transitorie nella popolazione, in assenza di quella essa assorbirà le poche risorse assistenziali a disposizione dei residenti e quindi aggraverà la crisi demografica e darà il via ad una sostituzione di popolazione
Domanda o parametro 4) esiste un dovere di accogliere i profughi da paesi in guerra?
In linea di massima Sì, ma non è illimitato. Esso non significa dovere di accogliere ogni profugo economico ed è limitato dalle dimensioni territoriali, economiche e demografiche del paese che accoglie. Inoltre più che di un dovere, giacché ad ogni dovere corrisponde un diritto, io parlerei di un diritto all’accoglienza anche questo è però limitato. Se io devo fuggire dal mio paese non è che ho una “lista della spesa ” ed ho il diritto di scegliere il paese in cui più mi piacerebbe vivere, ma la vicinanza e le condizioni di sostenibilità indicano la graduatoria. Inoltre occorre realmente che il luogo dove vivo non sia in condizioni di accogliermi, mi spiego: se un decimo della Nigeria è in condizioni di guerra civile non vuole dire che ogni Nigeriano ha il diritto di venire in Europa, prima di tutto l’accoglienza riguarda lo stesso stato di origine. Sul diritto all’accoglienza economica non mi soffermo perché è logico che se noi sostenessimo questo vorrebbe dire la mobilità per miliardi di persone: probabilmente qualche centinaio di milioni di africani avrebbero allora il diritto di andare, che so, in,Olanda o in Svizzera. Certa assurdità le può giusto sostenere l’attuale Presidenta della Camera .

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Applichiamo questi criteri all’Italia
Per riguarda il parametro 1
L’Italia vive una situazione recessiva causata da politiche deflazionistiche e da un commissariamento monetario e finanziario che ne bloccato la crescita e creato massiccia una disoccupazione e emigrazione di giovani in cerca di lavoro. L’arrivo di manodopera straniera aggrava questa crisi e rende ancor più precaria la situazione dei giovani italiani. Non è vero che gli italiani non farebbero i molti lavori che fanno gli immigrati giacché a migliaia ad esempio vanno all’estero a fare i camerieri. La verità è che gli italiani non accettano in partenza le condizioni di sfruttamento economico a cui gli immigrati volenti o nolenti sono spesso disponibili. Un esempio è quello che è successo agli exoperai Alfa Romeo, assunti da imprese di manutenzione e pulizia e sostituiti poi con cooperative con manodopera straniera a basso costo (NB nonostante che abbiano vinto diverse cause di lavoro non hanno riavuto il loro posto perché per vanificare la sentenza  basta cambiare, mantenendo gli stessi dirigenti, le cooperative vincitrici di appalto ad ogni concorso). Quindi l’effetto macroeconomico di una massiccia presenza di immigrati in cerca di lavoro è l’abbassamento degli stipendi degli italiani.

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Per quanto riguarda il parametro 2
Si potrebbe osservare che questo dipende molto anche A)dalle tradizioni culturali della società di origine e B)dai criteri di controllo al momento dell’ingresso. In altri termini non tutte le culture sono compatibili senza conflitti con tutte le altre culture. Non mi pare che in Italia la presenza di una comunità filippina crea gli stessi conflitti della presenza di comunità nomadi o islamici waabiti. Una integrazione è possibile solo se chi arriva ha volontà di integrarsi nelle leggi e nei costumi dei luoghi dove si va a vivere e non di imporre di modificare quelli e la  mentalità degli “indigeni” per renderli compatibili con i propri (cosa che ogni tanto si sente in televisione) . Sono deliranti le sentenze che ad esempio fanno sconti di pena a chi ruba in base al fatto che ciò fa parte della cultura di origine oppure la tolleranza verso le infibulazione ( se non sbaglio al regione Toscana le passa per mutua) od altre barbarie che qualcuno ritiene dobbiamo importare. Se uno non accetta di cambiare i propri costumi è liberissimo di rimanere nel paese di origine.

Per quanto riguarda il parametro 3

E’ evidente che le politiche familiari dello stato italiano sono  inesistenti o fallimentari .Il peso che avevano sugli stipendi degli anni Sessanta ad esempio gli assegni familiari si è ridotto a meno di un quinto e l’assistenza famigliare è seminesistente. Facciamo un piccolo, ma significativo esempio.Qualche anno fa una collega mi raccontò che avrebbe voluto un secondo figlio, ma non poteva permetterselo perché il suo stipendio e ne andava quasi interamente per il nido del primo. Alla domanda “Come mai?” , mi rispose che in quel nido(l’unico del suo paese) c’erano tanti bambini figli di emigranti che non potevano pagare per cui i costi erano stati ridistribuiti sugli italiani che potevano (SIC!)

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Per quanto riguarda il parametro 4
4)l’Italia ha un territorio in parte già sovrappopolato, le possibilità di assorbire massicci flussi senza conseguenze sociali ed economiche esplosive sono quasi nulle; è ancora possibile invece  accogliere limitati flussi di profughi da guerra con i quali c’è in comune affinità culturali o religiose . Oltre questo non credo che sia un dovere degli italiani far altro.

Conclusioni
Se l’immigrazioni di élite culturali stata spesso portatrice di civiltà, progresso e stimoli economici e sociali quella di massa ha spesso portato assieme gravi problemi di inserimento e di convivenza. L’utopia di società multiculturale felicemente conviventi è appunto un’utopia. La dove si sono verificate è stato per costrizione e nei casi migliori riescono convivere pacificamente solo un legame (ne gli USA un forte patriottismo ad esempio) od una paura più forte delle differenze le tiene uniti. Non è certo il caso italiano.

Siccome nessuno degli indicatori scelti dà un esito positivo bisognerebbe chiedersi perché l’emigrazione di massa è vista come una cosa positiva a ( da non contrastare) dall’élite dirigente, specialmente in Italia.
Le cause culturali sono diverse
1)Una certa sinistra italiana ha sempre guardato con disprezzo le caratteristiche i pregi e i difetti della società Occidentale tifando per il modello ideologico applicato nell’Est Europa . (quando ero studente molti miei “compagni” dicevano che là erano più poveri di beni di consumo, ma vivevano meglio).Ora, che è orfana dei suoi modelli ideologici,  mantiene un sano disprezzo per l’Occidente e guarda con favore ogni cultura che può sostituirlo o distruggerlo.
2)L’universalismo Cattolico si è sempre bilanciato con l’attaccamento e l’identificazione di Comunità locali. L’Occidente in buona parte secolarizzato è oggi visto come estraneo alla Comunità Cattolica da molti prelati e il legame identitario viene quindi messo in secondo piano vedendo nell’immigrazione di massa addirittura una salutare e generosa occasione di rinnovamento altruista ( e suicida) della società italiana.

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3) Il cosiddetto piano Kalergi, che era una specie di razzismo al contrario, (poiché designava gli ebrei come i gestori più qualificati della società moderna ed auspicava un immigrazione di massa per ottenere una popolazione di minore qualità, ma più obbediente e confacente ai bisogni della società moderna) frutto di una Società ossessionata dai miti della razza si è oggi trasformato nella esigenza delle èlite finanziarie di abbassare i costi e il tenore di vita delle classi lavoratrici del Sud Europa e l’immigrazioni di nuove forze lavoro costituisce il mezzo ideale sia per conseguire l’obiettivo economico, sia per spazzare via i valori culturali della vecchia Europa, residuo del passato sostituendoli con l’unico vero credo di oggi: il relativismo morale che si riduce all’Utile.

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Le cause incidentali sono più individuabili
Da un punto di vista gestionale una delle cause del caos attuale è stata una furbata all’Italiana. Togliamo i controlli, facciamo entrare tutti non li identifichiamo e non li tratteniamo, così poi quelli in eccesso andranno all’estero e li scarichiamo su altri paesi. Evitiamo un problema e lo scarichiamo sugli altri. E così hanno fatto entrare in Italia migliaia di delinquenti tra cui quelli prima residenti nelle carceri tunisine e libiche( perchè stupirsi quindi se gli stranieri che sono il 7,94%  della popolazione commettono il 33% dei crimini violenti?-fonte ISTAT) oltre che probabilmente centinaia di potenziali terroristi.Adesso che gli altri paesi europei ci mandano indietro i presunti profughi a migliaia non sanno più che fare, i geni! C’è di peggio i tam tam dell’Africa  hanno individuato l’Italia come il ventre molle dell’Europa dove è facile entrare, procurarsi i documenti, vivere di espedienti commettere reati, farsi mantenere o andarsene e le nuove ondate ondate che si preannunciano di non profughi la risceglieranno coem obiettivo prioritario mentre il resto di Europa sbarrerà le frontiere pretendendo che  che i nostri “furbi” governanti  individuino i nuovi ingressi poterli rimandare in Italai più facilmente, mentre il governo italiano  farfuglia di solidarietà europea urbis et orbis.

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Un’altra causa evidente di tanta tolleranza verso i clandestini  sono gli interessi dei partiti attualmente al governo in Italia, le Coop sono una infatti delle maggiori fonti di finanziamento delle PD e gli interessi delle Coop( e non solo delle Coop) nel gestire i “profughi” sono sotto gli occhi di tutti. Per capire gli interessi in gioco basterebbe chiedersi perché per mantenere un profugo in Austria occorrono 19 Euro in Italia 35. Ma ce ne sono altre. Il PD ,ovvero l’ex partito dei lavoratori,  ha perso o sta perdendo il suo elettorato principale di riferimento, appunto i ceti lavoratori grazie alla sua politica di servizio a banche e poteri forti. Le sue ultime roccaforti sono i pensionati e la PA, ha bisogno di nuovi consensi (risale alla Festà dell’Unità del 1988 una dichiarazione di Occhetto in questo senso) : gli immigrati sono stati visti  dalla dirigenza Piddina il nuovo bacino per di voti per governare gli italiani. In altri tempi quello che stan facendo i piddini e i loro alleati si chiamerebbe Tradimento. Oggi Apertura agli Altri.

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