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Economia

L’inondazione in Italia e il dibattito sulla legge europea “Restauration Nature Act” o “Legge Natura”

La “Legge natura”: l’ennesima legge europa fatta contro i cittadini, e la storia europea. Voler rendere il 20% del territorio, già scarso, europeo una sorta di parco intoccabile è proprio il rifiuto di millenni di lavoro e metterà a rischio beni e vite umane

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Natura "matrigna"
Natura "matrigna"

Il Fato cinico e baro ha voluto che la che l’approvazione della “Legge Natura“, quella che vorrebbe che i fiumi non fossero toccati, corrispondesse con violente alluvioni nel Nord Italia evitate proprio grazie a quella regolazione del corso degli stessi che la norma vorrebbe vietare. Un’attività che l’uomo svolge sin dai  tempi dei Sumeri e degli antichi egizi verrebbe ad essere vietata perché impedirebbe il “restauro del corso naturale dei fiumi”.

Ricordiamo che questa legge imporrebbe che il 20% del territorio dell’Unione tornasse allo stato brado, ma questo significa anche vietare, per larga parte di un territorio scarso, attività di manutezione e di salvaguardia idrogeologica. In un  paese percorso da montagne, lasciare che frane, anche grandi, sconvolgano l’orografia, o che corsi d’acqua torrentizi scorrano liberi anche quando dannosi. La Legge Natura, per essere chiari, avrebbe impedito la nascita di Venezia, un miracolo dell’uomo strappato al mare e alla palude.

Il PD ha votato a favore della legge. Eppure se ci sono stati disastri in Emilia Romagna e non ci sono stati in Veneto, è proprio perché la prima  , governata dal PD, ha svolto in modo molto approssimativo i lavori di messa in sicureza e la creazione delle vasche di laminazione, il secondo invece le ha completate per tempo.

La norma sembra scritta a Bruxelles sulla scorta dei grandi fiumi dell’Europa centrale, non dei bevi e tumultuosi corsi d’acqua italiani, dove lasciare che il fiume faccia la propria strada significa sacrificare se va bene , terre coltivabili, se va male, cancella vitae umane. Tra l’altro si parla, spesso a sproposito, di cambiameento climatico e di misure preventive, o riduttive del danno, dello stesso: le dighe non sono riserve d’acqua necessarie sia nei periodi di siccità, sia per regolare i fiumi quando vi sono le alluvioni.

Ormai abbiamo un’ideologia al comando che tutela qualsiasi specie, tranne che l’uomo europeo, il quale sembra invece maltrattato e destinato all’estinzione. Non hanno forse città millenarie, come quelle della Pianura Padana, e i lavori che le hanno create, la stessa dignità di un castoro che costruisce la propria diga? Oppure l’uomo, soprattutto europeo, è sempre male, anche quando agisce nel proprio territorio? Migliaia d’anni spesi per rendere salubri, e senza malaria, pianure ora fertili dovranno essere gettati al vento perché così vuole un burocrate di Bruxelles. Io mi auguro che siate tutti pronti a questo.

Una stupida legge europea costringerà i cittadini italiani a vivere nell’incertezza e nella non salubrità, il tutto con l’appoggio della sinistra e, mi dispiace, di una pattuglia di centristi che ha permesso l’approvazione della norma, nonostante, in teoria, si fossero detti contrari. Eppure  in Europa mezza agricoltura è in rivolta contro le norme stupide dell’Unione Europea che vogliono sacrificare il nostro settore primario per farci importare tutto dall’estero.

L’equilibrio fra uomo e natura non si raggiunte scacciando il primo, ma raggiungendo una giusta cnvivenza fra attività agricole e natura. Pare che però il massimalismo di chi non ha mai visto un canale o una stalla sia destinato a vincere.


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