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Difesa

L’India sta sviluppando una forza missilistica tale da opporsi a Pakistan e Cina

L’India sta sviluppando una forza missilistica strategica e tattica, in parte creata sull’impronta della PLARF, per creare una forza di dissuasione e contrattacco nei confronti di Pakistan e Cina

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Missile indiano Astra

La guerra sottomarina diventerà sempre più competitiva nella regione dell’Oceano Indiano. Giorni dopo che il Pakistan ha posato la chiglia di un sottomarino AIP (Air Independent Propulsion), costruito con la collaborazione cinese, l’India ha annunciato di voler testare nei prossimi giorni un missile da crociera lanciato da un sottomarino (SLCM) con una gittata di 500 km.

Il programma SLCM dell’India è guidato da fattori strategici come la crescente presenza navale della Cina nell’Oceano Indiano e i progressi del Pakistan nella tecnologia missilistica.

L’esistenza degli SLCM costituirebbe una deterrenza notevole sia nei confronti del Pakistan sia della Cina, perché costituirebbe un’arma di contrattacco nel caso di prima offensiva, anche nucleare, di una delle controparti. 

Questi missili saranno impiegati sui sottomarini che verranno costruiti nell’ambito del Progetto 75I, per il quale sono in lizza la tedesca ThyssenKrupp AG e la spagnola Navantia. L’India sta progettando di aumentare il raggio d’azione dei suoi SLCM fino a 800 chilometri, il che coprirà una vasta area della Cina nel suo raggio d’azione, comprese città come Shanghai, Hangzhou, Wenzhou, Fuzhou e Xiamen.

Gli SLCM fanno parte delle capacità di difesa strategica dell’India, che alla fine vuole costruire una forza missilistica. Nel febbraio 2023 è stata condotta una prova dell’SLCM, durante la quale l’SLCM ha raggiunto i suoi obiettivi in un raggio di 402 chilometri.

Esistono due varianti: il Land Attack Cruise Missile (LACM) e l’Anti-Ship Cruise Missile (ASCM) destinato a fungere da missile antinave.

L’India sta lavorando per ottenere una capacità di combattimento senza contatto con l’biettiv, con i propri SLCM e missili balistici a corto e medio raggio, proprio come la PLA’s Rocket Force (PLARF), che controlla l’arsenale di missili balistici terrestri di Pechino, sia nucleari che convenzionali. La PLARF ha 40 brigate missilistiche. 

L’India sta sviluppando missili da crociera terrestri a lungo raggio con un’impressionante gittata di 1500 chilometri. Le industrie indiane come Larsen and Toubro, Godrej e Sameer stanno collaborando con l’Organizzazione per la Ricerca e lo Sviluppo della Difesa (DRDO). Questa capacità non dovrebbe stupire dal momento in cui l’agenzia spaziale indiana, ISRO, ha numerosi lanciatori ben sviluppanti e operativi.

Gli SLCM sono progettati principalmente per essere impiegati sui sottomarini e hanno un raggio d’azione relativamente più breve rispetto ai missili balistici intercontinentali (ICBM). Gli SLCM sono utilizzati per attacchi di precisione contro obiettivi terrestri o mezzi navali, mentre gli ICBM fanno parte del deterrente nucleare del Paese. Gli SLCM vengono lanciati dai sottomarini, che possono operare in modo furtivo sott’acqua, rendendoli meno suscettibili al rilevamento e agli attacchi preventivi.

Durante il volo, gli SLCM seguono una traiettoria a bassa quota. Volano vicino alla superficie, evitando di essere rilevati dai sistemi radar. Possono essere lanciati in tempi relativamente brevi dai sottomarini, fornendo una capacità di risposta rapida. Il successo dell’integrazione degli SLCM su sottomarini come gli SSK della classe Kalvari e i sottomarini balistici a propulsione nucleare Arihant (SSBN) è fondamentale.

Testati su sottomarini di progettazione russa

Come previsto, gli SLCM saranno testati prima sui sottomarini di origine russa Sindhughosh derivati dalla classe Kilo russa. I sottomarini russi da cui deriva sono in grado di trasportare 4 missili Kalibr.

Il DRDO ha inoltre completato lo sviluppo dei missili balistici Pralay con un raggio d’azione di 150-500 km. I missili da crociera per l’attacco terrestre a lungo raggio e gli SLCM con una gittata di 1000 km saranno pronti per la produzione entro un paio d’anni.

Le batterie costiere armate con il missile da crociera antinave (ASCM) Brahmos potrebbero essere presenti nella Forza missilistica indiana insieme agli ASCM terrestri a lungo raggio derivati dal missile da crociera subsonico Nirbhay.

È probabile che questi sistemi abbiano un ruolo importante in qualsiasi futura architettura anti-accesso/area denial creata dall’India nelle isole Andamane e Nicobare.

L’India intende mantenere l’IRF e il Comando delle Forze Strategiche (SFC), che gestisce l’arsenale nucleare del Paese, come entità separate.


L’SFC continuerà a occuparsi dei missili balistici a capacità nucleare Prithvi-II (350 km di gittata), Shaurya (750 km), Agni-1 (700 km), Agni-2 (2.000 km), Agni 3 (3.000 km), Agni 4 (4.000 km) e Agni-5 (oltre 5.000 km), nonché dei sottomarini a propulsione nucleare armati con missili a testata nucleare e dei caccia in grado di sganciare bombe a gravità nucleare.

Esiste una forte asimmetria tra la Forza missilistica cinese PLA e gli sforzi nascenti dell’India. La Cina può infliggere danni maggiori all’India lanciando una raffica di missili convenzionali, mentre le opzioni di risposta di Nuova Delhi sono limitate. Dopo un lungo stallo con la Cina dal 2020, Nuova Delhi sta lavorando per colmare il divario di capacità con Pechino.

Una forza con avversari ben identificati

L’India vede due paesi, ora in stretta collaborazione, come possibili avversare: il Pakistan, che negli scorsi decenni è stato l’avversario tradizionale di Delhi, e che dispone della classe di sottomarini lanciamissili classe Hangor, ora prossimi alla consegna, costruiti in Cina e dotati di missili Babur. Maggiore la minaccia della grande e complessa flootta cinese che vuole espandersi nell’oceano indiano e che potrebbe trovare base alle Maldive, paese che si sta notevoltmente avvicinando a Pechino.


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