L’India acquista con urgenza 450 droni kamikaze costruiti localmente

L’Esercito indiano ha concluso un accordo con un’azienda locale per l’acquisto di 450 droni kamikaze. Solar Industries Nagpur ha battuto aziende polacche e israeliane per aggiudicarsi il contratto da 2,12 miliardi di rupie indiane (25 milioni di dollari) per la fornitura dei droni kamikaze Nagastra-1. I polacchi hanno concorso con il loro nuovo sistema Warmate.

“La Economic Explosives Ltd, una società interamente controllata dall’azienda, ha firmato un contratto per la fornitura di munizioni  loitering con il Ministero della Difesa“, ha riferito PSU Watch, citando un documento normativo della Solar Industries.

L’esercito ha firmato l’accordo in base a disposizioni di emergenza, che richiedono la consegna entro un anno. Curioso l’utilizzo della clausola di emergenza: l’India teme un attacco esterno? Da parte di chi?

Secondo l’Economic Times, il Nagastra è un drone ad alimentazione elettrica dotato di una telecamera con visione diurna e notturna per le missioni di sorveglianza e di una testata a frammentazione per neutralizzare gli obiettivi “soft” cioè non corazzati. Il proiettile ha un raggio d’azione con guida da parte dell’operatore di 15 chilometri  e un raggio d’azione con guida autonoma di 30 chilometri . Nel caso di utilizzo del sistema con la guida GPS può colpire un bersaglio con una precisione di 2 metri. L’autonomia del mezzo è di 60 minuti. Le prestazioni appaiono simili a quelle dello Switchblade utilizzato dalle forze armate USA, che però presenta delle caratteristiche adatte alla guerra elettronica che non sappiamo se sono in possesso del modello indiano.

Se una missione viene interrotta, la piattaforma può essere richiamata e atterrare con un meccanismo di recupero con paracadute per essere riutilizzata e, soprattutto, per non cadere incontrollata in un’area dove operano dei civili.

I “Lotering drone”, i droni kamikaze, stanno diventando sempre più una dotazione standard degli eserciti moderni perché permettono di combinare capacità di ricognizione e di attacco a disposizione anche di piccoli nuclei di operatori. La guerra in Ucraina ha mostrato l’utilità di questi sistemi sul campo di battaglia.