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Cultura

L’incredibile mosaico di Ketton: non è l’Iliade, ma una “Storia Perduta” che riscrive la cultura della Britannia romana

Un mosaico romano nel Regno Unito svela una versione della Guerra di Troia che credevamo perduta. Non è l’Iliade, ma qualcosa di molto più raro.

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Durante il lockdown del 2020, mentre gran parte del mondo si dedicava alla panificazione casalinga, nelle campagne del Rutland, nel Regno Unito, stava per riemergere una storia dimenticata. Una passeggiata fortuita e un’occhiata attenta a Google Earth hanno portato alla luce una delle scoperte archeologiche più significative dell’ultimo secolo in Gran Bretagna: il Mosaico di Ketton.

Non si tratta solo di un pavimento ben conservato, ma di un documento storico che sfida le nostre conoscenze sulla cultura letteraria della tarda antichità. Contrariamente a quanto riportato inizialmente dalla stampa generalista, questo mosaico non illustra l’Iliade di Omero. Racconta invece una versione alternativa della Guerra di Troia, basata su un’opera perduta di Eschilo, svelando un livello di raffinatezza culturale nella “periferica” Britannia romana che molti storici non avrebbero osato immaginare.

La Scoperta: Tra Passeggiate e Tecnologia

Tutto inizia con Jim Irvine, figlio del proprietario terriero, che nota cocci e gusci d’ostrica in un campo. L’intuizione lo porta a consultare le immagini satellitari, dove i cropmarks (i segni nella crescita delle colture) delineavano chiaramente le fondamenta di un edificio.

L’intervento degli archeologi dell’Università di Leicester (ULAS) ha confermato l’esistenza di una grande villa romana, con un complesso sistema di edifici, terme e una grande sala absidata, probabilmente un triclinium (sala da pranzo). È qui che giaceva il mosaico: tre pannelli figurativi, incorniciati da eleganti motivi a treccia (guilloche), che narrano il duello finale tra Achille ed Ettore.

Achille e la sua corte assiste al rogo di Patroclo

Il “Giallo” Letterario: Perché non è Omero

Appena scoperto, il collegamento con l’Iliade è sembrato ovvio. C’è Achille, c’è Ettore, c’è la guerra. Tuttavia, un’analisi più tecnica e attenta dei dettagli iconografici rivela discrepanze insanabili con il testo omerico.

L’autrice dello studio, Jane Masséglia, smonta la tesi “omerica” con la precisione di un filologo, evidenziando dettagli che non possono essere frutto di licenza artistica, ma indicano una fonte diversa.

Ecco le principali differenze riscontrate:

Elemento NarrativoVersione dell’Iliade (Omero)Mosaico di Ketton
Il DuelloAchille ed Ettore combattono a piedi, correndo intorno a Troia.I due eroi combattono su carri (bigae), quasi come in una giostra medievale.
Il CadavereApollo protegge il corpo di Ettore, che rimane intatto nonostante il trascinamento.Il corpo di Ettore appare lacerato e sanguinante (lacerum cadaver).
Il RiscattoPriamo porta tessuti pregiati e doni. Non c’è alcuna pesatura.Dettaglio chiave: Ettore viene pesato su una grande bilancia contro il suo peso in oro.

Il dettaglio della bilancia è decisivo. Nell’Iliade (libro 22), Achille minaccia Ettore dicendo che non restituirà il corpo nemmeno se lo pagassero il suo peso in oro. È una figura retorica, un’iperbole. Nel mosaico, invece, questa minaccia diventa un atto letterale e amministrativo: il corpo viene pesato.

Il corpo di Ettore viene pesato contro oro

La Pista di Eschilo e i “Libri di Modelli”

Se non è Omero, chi è? Gli indizi puntano verso una tragedia perduta di Eschilo, intitolata I Frigi (o Il Riscatto di Ettore), scritta nel V secolo a.C. In quest’opera, nota solo attraverso frammenti e commentari (scoli), la pesatura del corpo era l’evento centrale.

Ma come ha fatto un proprietario terriero della Britannia del IV secolo d.C. a conoscere una tragedia greca vecchia di 800 anni, di cui non ci sono giunte copie manoscritte illustrate?

Qui la storia diventa affascinante per chi ama le dinamiche della trasmissione culturale (e, perché no, del mercato delle idee). Non è necessario ipotizzare che nella biblioteca della villa ci fosse un prezioso codice miniato di Eschilo. È molto più probabile che l’artista mosaicista disponesse di “libri di modelli” (pattern books) o repertori visivi.

Questi cataloghi circolavano in tutto l’Impero, standardizzando l’immaginario collettivo.

  • Il motivo di Ettore sul carro si ritrova su monete coniate a Ilio (Troia) nel II secolo.

  • La scena della pesatura appare su argenteria ritrovata in Gallia (il tesoro di Berthouville).

  • Il serpente sotto i cavalli (visibile nel pannello centrale) richiama la tomba di Patroclo, un dettaglio iconografico presente nella ceramica attica del V secolo a.C., poi scomparso a favore della versione di Euripide (che ambienta la scena sotto le mura di Troia).

    Achille trascina Ettore e ne strazia il corpo. Università di Leicester

Una Britannia connessa con il mondo culturale romano

Questa scoperta ci costringe a rivedere l’immagine della Britannia romana. Non era un avamposto militare fangoso e culturalmente isolato. Il committente di questo mosaico voleva ostentare la sua paideia (formazione culturale), attingendo a un patrimonio visuale che collegava la sua sala da pranzo alle grandi tradizioni del Mediterraneo, dall’Asia Minore alla Gallia.

L’esistenza di questo mosaico dimostra che la circolazione delle idee, e dei “podotti” culturali, era incredibilmente fluida. Come in un mercato efficiente, i motivi iconografici viaggiavano, venivano “acquistati”, adattati e riutilizzati per secoli, sopravvivendo persino ai testi letterari che li avevano generati.

Il Mosaico di Ketton è, in definitiva, un meraviglioso “falso storico” rispetto a Omero, ma un verissimo documento della vitalità della Tarda Antichità. Ci ricorda che la cultura non è mai statica, ma un flusso continuo di reinterpretazioni dove anche una storia “perduta” può riemergere sotto i piedi di un agricoltore del Rutland.


Domande e Risposte

Perché il mosaico non rappresenta l’Iliade di Omero?

La differenza fondamentale risiede nella scena del riscatto. Nell’Iliade, Priamo offre tessuti e doni preziosi, ma non avviene alcuna pesatura del corpo. Achille cita il “peso in oro” solo come minaccia iperbolica. Il mosaico, invece, mostra letteralmente il corpo di Ettore su una bilancia, contrapposto a un mucchio d’oro. Questo dettaglio narrativo deriva da una tradizione alternativa, resa celebre dalla tragedia perduta I Frigi di Eschilo, e dimostra che il committente seguiva una variante del mito diversa da quella omerica divenuta poi canonica.

Come è arrivata questa storia nella Britannia del IV secolo?

È improbabile che il proprietario possedesse una rara copia illustrata di Eschilo. La spiegazione più plausibile risiede nei “repertori di modelli” (pattern books): cataloghi visivi utilizzati dagli artigiani che circolavano in tutto l’Impero Romano. Questi repertori raccoglievano motivi iconografici standardizzati tratti da monete, ceramiche e argenteria. Il mosaico è quindi un “assemblaggio” di motivi visivi antichi (alcuni risalenti al V secolo a.C.) che viaggiavano attraverso le rotte commerciali e culturali, permettendo a un mito greco arcaico di decorare una villa inglese.

Cosa rappresenta il serpente sotto i cavalli di Achille?

Il serpente non è un mostro marino né un semplice decoro. Rappresenta il “genio” o lo spirito tutelare della tomba di Patroclo. Nelle ceramiche greche più antiche (V sec. a.C.), il trascinamento del corpo di Ettore avveniva attorno al tumulo di Patroclo, simboleggiato dal serpente. Successivamente, con Euripide, la tradizione spostò la scena sotto le mura di Troia. La presenza del serpente a Ketton indica che il mosaico attinge a una tradizione visiva antichissima, precedente alla “riscrittura” euripidea, preservata incredibilmente per secoli nei repertori artistici.

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