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Libia: calano le entrate fiscali dal petrolio in un momento di disaccordo politico fra Bengasi e Tripoli

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Le entrate libiche derivanti dal greggio nella prima metà dell’anno sono scese a 6,95 miliardi di dollari (33,4 miliardi di dinari libici), rispetto ai 37,3 miliardi di dinari del primo semestre del 2022, secondo un comunicato di giovedì della banca centrale libica.

La produzione di greggio della Libia nella prima parte di quest’anno è superiore a quella dello stesso periodo dell’anno scorso. Secondo le fonti secondarie dell’OPEC, nel primo trimestre del 2023 la produzione libica di greggio si è attestata su una media di 1,157 milioni di bpd, aumentando solo leggermente fino a raggiungere la media di 1,169 milioni di bpd a maggio di quest’anno. Si tratta di un aumento rispetto al 2022, quando la produzione del 1° trimestre è stata in media di 1,063 milioni di bpd, mentre la produzione del maggio 2022 è stata di soli 0,707 milioni di bpd.

Il problema sono però i prezzi: il  greggio Brent è sceso di quasi 30 dollari al barile da maggio 2022 a maggio 2023. La Libia dipende dal petrolio per la quasi totalità delle sue esportazioni e delle sue entrate fiscali, e questo viene a porre un problema di stabilità interna.

Controversie interne

Le entrate dagli idrocarburi sono state oggetto di controversie tra i vari governi del Paese. All’inizio di questa settimana, il leader dell’Esercito nazionale libico, il generale Khalifa Haftar, ha minacciato di usare la forza se i leader politici del Paese non si fossero accordati su un modo per distribuire equamente le entrate petrolifere, citando una scadenza alla fine del mese prossimo. Haftar ha proposto di istituire un comitato per distribuire i proventi del petrolio, la maggior parte del quale è prodotto nella Libia orientale. Se le autorità non lo faranno, l’LNA userà la forza per far valere le proprie ragioni.

Il mese scorso, il Governo di stabilità nazionale libico, quello di Bengasi,  ha dichiarato che avrebbe interrotto il flusso di petrolio e gas a meno che il Governo di unità nazionale, con base occidentale, non avesse nominato un rappresentante del governo orientale per supervisionare la National Oil Corporation (NOC). Nel frattempo, la Libia sta lottando per attrarre investimenti stranieri nel settore petrolifero.

Questa situazione ci interessa da vicino, visto che ENI ha investito 8 miliardi nello sviluppo del gas libico.


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