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Difesa

Libano meridionale: avamposto irlandese circondato dai carri armati israeliani

I presidi avanzati UNIFIL, occupati da soldati irlandesi, sono circondati dai carri israeliani che sia li assediano, sia li usano come scudi nei confronti di Hebollah.

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La vicinanza delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) a un avamposto dove sono di stanza alcune truppe irlandesi è “preoccupante”, ha dichiarato la Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL).

Andrea Tenenti dell’UNIFL ha dichiarato che l’IDF si trova attualmente a poche centinaia di metri dal campo UN-652, ha dichiarato all’emittente irlandese RTÉ.

La vicinanza dell’IDF alle truppe irlandesi dell’ONU ha causato forti preoccupazioni all’interno del quartier generale delle Nazioni Unite, mentre continuano i combattimenti tra Israele e Hezbollah. Soprattutto un avamposto avanzato tenuto da un reparto dell’esrcito iralndese si trova praticamente circondato dai carri armati dell’IDF. 

Israele aveva chiesto ai presidi UNIFIL di sgomberare, ma, visto che ci sono, li usa anche per proteggersi, visto che Hezbollah, non sparerà a questi carri per non colpire i soldati ONU.

Il Presidente Michael D. Higgins ha dichiarato che è “oltraggioso” che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) abbiano “minacciato” le forze di pace UNIFIL e tentato di farle evacuare dai villaggi che stanno difendendo in Libano. La posizione delle forze irlandesi, italiane e ghanesi dell’ONU sul confine è quella più esposta, come si può vedere dalla sottostante:

L’UNIFIL avrebbe dovuto essere , con l’esercito libanese, l’unica forza militare a sud del fiume Litani, secondo quanto stabilito dall’ONU nel 2007. Invece non è riuscita a impedire che Hezbollah facesse dell’area il proprio rifugio, come ora non riuscirà a fermare l’invasione di Israele, conseguenza del primo punto.

Riuscirà invece a mettere in grande imbarazo l’ONU e i paesi che hanno inviato truppe sul campo.

Carri armati nei pressi delle posizioni UNIFIL

Un convoglio è stato allestito per mettere  la situazione sotto controllo

Tenenti, che si trova a Beirut, ha dichiarato a RTÉ che a New York si sta cercando di trattare con la missione permanente israeliana presso le Nazioni Unite per far sì che i soldati dell’IDF si allontanino dalla zona, poiché la loro presenza compromette la sicurezza delle truppe UNIFIL.

Se l’IDF si rifiuta di lasciare l’area, il Consiglio di Sicurezza [delle Nazioni Unite] deciderà come procedere, ha aggiunto Tenenti.

Tenenti ha spiegato che le truppe dell’avamposto hanno rifornimenti per un paio di settimane e che un convoglio si sta dirigendo verso l’area per smorzare la situazione.

Ha detto che c’è preoccupazione anche per le truppe di altri Paesi, poiché ci sono altre 29 postazioni che si trovano vicino alla “linea blu”.

Tracciata dalle Nazioni Unite, la Linea Blu è la linea di demarcazione di 120 km in cui gli israeliani si sono ritirati quando hanno lasciato il Libano meridionale nel 2000.

Le truppe sono in una posizione precaria

Kevin Byrne, ex tenente colonnello dell’aeronautica, ha dichiarato a News at One di RTÉ che le truppe si trovano in una posizione precaria a causa della posizione dell’UNIFL, teorica forza di separazione, sul campo.

Le truppe dell’ONU sono mediamente ben attrezzate, ma necessitano di rifornimenti anche di carburante per rifornire i generatori, necesssari, visto che la rete elettrica non riesce a fornire energia in questo momento. Questo richiederà presto delle missioni per portare vettovaglie e carburante. Nel frattempo non è chiara quale sia la posizione militare e politica delle forze in campo. Che ci stanno a fare ? Devono fermare i combattimenti? devono proteggere i villaggi? E se nei villaggi ci sono Depositi di armi di Hezbollah cosa devono fare ?

Il Taoiseach chiede il rilascio dei restanti ostaggi

In occasione dell’anniversario degli attacchi del 7 ottobre in Medio Oriente, il Taoiseach e il Tánaiste hanno chiesto di porre fine alla violenza.

Il Taoiseach Simon Harris ha condannato l’attacco di Hamas contro Israele e ha chiesto il rilascio senza condizioni dei restanti ostaggi presi il 7 ottobre 2023.

Ha dichiarato: “Non possiamo e non vogliamo mai dimenticare. Né potremo mai tollerare un mondo in cui i civili vengono sistematicamente sottoposti alla violenza più brutale nelle loro case, o in cui giovani vivaci e pacifici che partecipano a un festival musicale vengono terrorizzati, uccisi e rapiti.

“Sono atti spregevoli e criminali, al di là di qualsiasi senso di umanità o decenza. Li condanno totalmente e senza esitazione”.

Ha reso omaggio alle famiglie e agli amici delle persone uccise, in particolare alla 22enne Kim Damti, la donna irlandese-israeliana morta al festival musicale.

La posizione dell’Irlanda è chiara

A condannare l’attacco del 7 ottobre è stato anche il Tánaiste Micheál Martin, secondo cui la violenza deve finire e deve iniziare un processo politico.

Ha dichiarato: “Oggi penso agli ostaggi ancora a Gaza e alle loro famiglie che li vogliono disperatamente a casa. Chiedo nuovamente il loro rilascio immediato”,

“Riconosco il dolore e la sofferenza del popolo israeliano e delle comunità ebraiche e israeliane qui in Irlanda e in tutto il mondo.

“Esprimo il nostro profondo cordoglio a tutti coloro che stanno piangendo i loro cari brutalmente assassinati, e penso in particolare alla famiglia e agli amici di Kim Damti”.

Martin ha aggiunto: “Non è possibile considerare questo anniversario separatamente dal giustificato sdegno per la morte e la distruzione subite dai comuni palestinesi a Gaza negli ultimi 12 mesi.

“La posizione dell’Irlanda è chiara e ufficiale. La violenza deve cessare.

“Ci deve essere un immediato cessate il fuoco e un accordo per il rilascio degli ostaggi, e un massiccio aumento dell’assistenza umanitaria a Gaza”.

Adesso che lo chiede l’Irlanda sicuramente ci sarà il cessate il fuoco.


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