Attualità
Lettera congiunta Italia e Germania alla commissione per sostegno all’automotive

Eppur qualcosa si muove, si potrebbe dire per commentare la nuova lodevole iniziativa da parte del ministro del Mimit Adolfo Urso, congiuntamente con la ministra dell’economia tedesca, Katherina Reiche, per sostenere un comparto come quello dell’automotive europeo che rischia il collasso, a causa delle assurde regole green dell’Europa. Il ministro italiano aveva già presentato lo scorso novembre un documento informale, che aveva l’adesione di 9 paesi, per chiedere di rivedere le norme stringenti troppo stringenti legate al green deal.
Al Consiglio Competitività (Compet) il 28 novembre, il titolare del Mimit aveva, infatti, presentato ai Ventisette un documento informale redatto insieme all’omologo ceco, in cui si chiede tra le altre cose di anticipare l’attivazione della clausola di revisione del regolamento europeo sulle emissioni di CO2 dei veicoli leggeri, attualmente prevista per il 2026, al primo semestre del 2025.
Questo dovrebbe permettere alle imprese di adeguarsi più efficacemente alle nuove norme europee per evitare sanzioni salate (nell’ordine dei 15-17 miliardi di euro già nel 2025, secondo le stime di Urso) e per ridare slancio alla produzione industriale nel Vecchio continente, condizione essenziale per riguadagnare la competitività perduta sul mercato globale.
Ora questa nuova iniziativa che mira a ridare slancio ad un settore vitale della economia europea, che sta attraversando una durissima crisi. Per il minsitro Urso si tratta di “coniugare la sostenibilità industriale e sociale con la sostenibilità ambientale” e di mettere in campo “risorse significative a sostegno delle imprese” e delle famiglie europee attraverso un “Piano Automotive” promosso da Bruxelles. Quella della competitività è “la sfida delle sfide per l’Europa” secondo il responsabile del Mimit: “Il ritardo con gli altri continenti si accumula ogni giorno di più e dobbiamo decidere con realismo”, aveva detto in quell’occasione, e soprattutto bisogna decidere in fretta.
L’obiettivo finale è quello dell’autonomia strategica dell’Ue nel campo delle tecnologie green, a partire dall’approvvigionamento delle materie prime critiche per la produzione delle batterie elettriche e dal consolidamento della filiera industriale del Vecchio continente. Per il ministro, l’Europa sta correndo il rischio di passare dalla “subordinazione drammatica” ai combustibili fossili russi ad “una peggiore subordinazione tecnologica ad altri attori statuali” come la Cina (che detiene il monopolio globale della lavorazione delle materie prime critiche indispensabili alla transizione energetica).
Ed in questa ottica si inserisce questa nuova importante iniziativa di concerto con il ministro dell’economia tedesca. si tratta dell’incio di una lettera alla commissione europea, che in un certo senso richiamerebbe a quel non paper per chiedere una maggiore elasticità nelle regole ambientali approvate dall’Europa per il settore auto.
Il documento propone principalmente una revisione degli obiettivi di decarbonizzazione al 2035 basata sul mantenimento in vita dei motori termici, da alimentare con e-fuel e biocarburanti. Stando a questa visione, il domani della mobilità dovrebbe essere non solo elettrico, ma anche a combustione.
“Siamo a un punto di svolta: oggi si apre una nuova fase per l’industria europea. Italia e Germania si presentano unite per chiedere alla Commissione un cambio di rotta sull’automotive, subito. Con responsabilità, pragmatismo e visione”. ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, commentando la lettera congiunta inviata.
“Ancora una volta, il dibattito europeo si è finalmente aperto grazie alla determinazione del governo italiano, che ha riportato al centro dell’agenda le esigenze concrete della nostra industria. Ora è il momento delle decisioni: mentre Bruxelles discute, la concorrenza globale corre. Non possiamo permetterci di restare fermi. L’Europa deve agire, e deve farlo subito”, ha concluso.

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