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Letta: la minestra riscaldata della patrimoniale per “Dare la paghetta” ai diciottenni. Una norma diseducativa, da repubblica delle banane, infatti Gelmini e Brunetta

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L’unica idea partorita dal centrosinistra a guida Letta è la deludente ripresa di un concetto sballato e sbagliato. tassare i “Grandi patrimoni” con una super imposta di successione,  per dare una dote, cioè una paghetta, ai diciottenni. Una proposta vecchia, da minestra riscaldata, che aveva già fatto ed era stata respinta con pesanti perdite come illogica e dannosa.

Economicamente una bestialità ingiusta. Per essere schematici possiamo dire che :

  • i patrimoni che vuole colpire Letta non sono i grandissimi patrimoni, in mano a società finanziarie e immobiliari con sede spesso all’estero, in mano a Trust o fiduciarie, che quindi non pagheranno mai l’imposta di successione. Ad essere colpiti saranno persone di reddito medio , se non basso, che hanno il difetto di essere oneste e tenere l’immobile, di famiglia intestato in modo personale. Si tassano gli onesti e si esentano i ricchissimi;
  • quando il patrimonio è, come in Italia, per oltre il 50% immobiliare, questo non corrisponde a un reddito. Magari tassiamo una prima casa, o una casa affittata con un contratto vecchio, a canone concordato. Quindi anche in questo caso puniremo dei non ricchi che sono stati corretti. I veri ricchi se ne infischiano.

Solo una persona che vive in una gabbia dorata come Letta, lontana dalla logica della vita comune, può aver fatto una proposta del genere. Inoltre la famosa “Dote” per i diciottenni a cosa serve ? Se bisogna aiutare seriamente i giovani bisogna farlo con avviamento al lavoro, prestiti d’onore, assistenza e semplificazioni per l’avvio dell’attività in proprio, se lo vogliono fare, non con una paghetta che serve solo a dare l’impressione che tutto sia dovuto. Una volta finiti questi soldi che farà Letta, ne darà degli altri? Chi pagherà?

Un serio aiuto per i giovani è una facilitazione nel lavoro, ad esempio sotto forma di decontribuzione o di integrazione al primo stipendio, non la “Paghetta di stato”, finanziata poi da una classe media ormai al limite. La cosa più divertente è vedere i vari “Liberisti” alla Brunetta, Gelmini, Carfagna, fino a ieri nemici giurati del Reddito di Cittadinanza, voler appoggiare una misura che, alla fine, è ben peggiore della misura generale di assistenza sociale. Persone che si dicevano liberali si apprestano a sostenere un partito che vuole paghette e patrimoniali, una scleta comprensibile quando l’unica guida è la sedia da occupare.

 


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