Europa
Letta annuncia la vendita di quote di minoranza delle aziende di Stato quotate: ecco cosa può succedere
Enrico Letta vuole vendere quote di ENEL, ENI , Finmeccanica, ormai lo sta ripetendo con cadenza settimanale. All’atto pratico cosa significa? Sembrerebbe un proclama intelligente e tutto sommato innocuo. Sembrerebbe soltanto, purtroppo. Domanda: ma qualcuno di voi ha mai pensato a quali sono le conseguenze di una discesa della partecipazione dello Stato sotto il 30%, Cassa Depositi e Prestiti inclusa (la proposta Saccomanni per intenderci)? Semplice, al di sopra del 30% c’è l’obbligo di OPA totalitaria. Or dunque, se lo Stato scendesse sotto il 30% un ipotetico investitore straniero potrebbe entrare in dette aziende con una partecipazione del 29,9%, diventando il primo azionista – senza spendere molto – e di fatto indirizzando il Board nelle sue decisioni anche e soprattutto finanziarie (vedasi oltre). Questo è il trucco. Folle secondo me, anche perchè il passo successivo sarebbe quello di prendersi la maggioranza…
Ora, analizziamo ad esempio i conti di ENEL: è letteralmente un gioiello (ENI è anche meglio secondo me). Non importa se sia una partecipata di Stato, io la guardo in comparazione con i peers, risultati alla mano. Pensate ad esempio ad EDF, francese, detenuta per ben oltre il 50% dallo Stato francese: per caso pensate che in Francia non ci siano influenze pubbliche? O pensate che le altre utilities tedesche non siano soggette ad influenze politiche? Ma per piacere, scendiamo dal pero. Dunque, ENEL, statale, dimensioni da pachiderma, con forti influenze politiche ma….. risulta essere la migliore utility in Europa e probabilmente nel mondo, numeri alla mano! Si perchè gli splendidi risultati di ENEL sono esenti da liabilities di lungo termine conseguenti dalla disponibilità di impianti con costoso e rischioso smaltimento a fine vita (leggasi assenza di centrali nucleari). Vedete le tabelle sotto, EBITDA al 2015: quello di ENEL è circa il doppio di quello della più grande public company elettrica mondiale (E.ON) e molto simile ad EDF, mostro sacro, azienda con costi di produzione bassissimi a causa della natura della sua produzione (nucleare appunto, all’inizio EDF nacque per produrre armi strategiche, l’energia era un by product, ndr). Si perchè EDF è detenuta oltre al 70% dallo Stato francese ma nessuno osa lamentarsi del fatto che non venga privatizzata o che ci siano influenze pubbliche: ENEL fa risultati molto simili ai colleghi francesi pur anche senza il vantaggio nucleare e tutti la criticano. Ciò dimostra che quegli italiani che la vogliono vendere commettererebbero un grave errore: non si vende mai il gioiello che porta a casa il pane. Ed inoltre, ipotizzando che venisse comprata da un soggetto di un Paese con i tassi di interesse bassi, ad esempio la Germania, nel momento in cui il controllo con maggioranza assoluta fosse straniero la tassazione risultante sul debito aziendale sarebbe certamente un paio di punti più bassa (circa del famoso spread BTP vs. Bund). Ossia un ipotetico compratore tedesco a comprarsela guadagnerebbe nottetempo rispetto ai risultati attuali circa 1 mld di euro all’anno di utile pre-tasse (= 44 mld EUR di debiti di ENEL per 2% di tassi di interesse annuo in meno sul debito). Questo sarebbe certamente un incentivo mica da ridere per un acquirente tedesco, solo per il fatto di essere tedesco!
Ma la cosa più importante è quante tasse ENEL paga allo Stato Italiano, oltre ai dividendi annuali: le tasse si possono stimare comparando le aliquote ricavate dal differenziale tra il profitto pre-tasse e quello finale post tasse tratto dai bilanci passati e dai forecast. Non è una valutazione analitica ma nel lungo termine è accettabile. Or dunque, la tassazione italiana è circa 15-20% maggiore di quella dei competitors europei. Cosa significa tutto ciò? Semplice, se una azienda comprasse ENEL tutte le partecipate che portano utili ad ENEL dall’estero verrebbero consolidate mondialmente nella giurisdizione della sede. Ad esempio, se la sede fosse – casualmente – la Germania, la tassazione sarebbe mediamente il 15% in meno. Il risultato sarebbe che chiunque acquistasse ENEL e la comandasse potrebbe consolidare mondialmente gli utili delle partecipate (ad esempio quelle sudamericane, che macinano gran parte dei profitti di ENEL) non in Italia ma in Germania, migliorando la profittabilità del gruppo aggregato semplicemente a causa di un tassazione inferiore nel paese della sede! E per l’Italia ci sarebbe la beffa: tutte le partecipate straniere che oggi pagano che so, il 30% di tasse nel paese dove producono e poi consolidano mondialmente pagando un ulteriore tassazione all’Italia pari alle aliquote italiane meno quelle straniere già pagate (ricordiamo che le tasse italiane sono tra le più alte del mondo, quindi difficilmente si va in credito di imposta), verrebbero consolidate in Germania sottraendo tassazione allo Stato Italiano. Ipotizzando che il 60% dei profitti di ENEL vengano da attività estere (ipotesi ragionevole), significherebbe che ogni anno lo Stato italiano si potrebbe attendere un minore introito da tassazione di ENEL di circa 2 mld EUR annui (la Germania incasserebbe invece tale tassazione)! Prova del nove: prima Endesa consolidava le partecipate sudamericane in Spagna, oggi in Italia….
Ecco dunque il rischio per lo Stato Italiano, ossia il rischio di perdere aziende come ENEL: secondo voi a chi andranno a chiedere le tasse perse dal consolidamento spostato all’estero se non ai cittadini italiani, con nuove tasse? E non ho considerato che se ENEL venisse venduta all’estero si perderebbero anche impieghi di qualità, pensate magari che il direttore finanziario o molti managers continuerebbero ad essere italiani? Illusi…..
Vi propongo le tabelle di analisi per ENEL, sono semplici. Traete voi le conclusioni del caso. Vendere ENEL, ENI e Finmeccanica sarebbe l’equivalente di perdere una guerra per l’Italia in quanto significherebbe l’impossibilità di risollevarsi dalla crisi, direi per sempre – esistono numerosi casi che dimostrano che senza energia non se ne esce, tanto è vero che l’Argentina ed il Venezuela hanno rinazionalizzato le aziende precedentemente vendute -. In precedenti inteventi ho evidenziato come ENI abbia piani di investimento in Italia di 8 mld EUR: pensate per caso che aziende ad esempio tedesche investirebbero tale ammontare di denaro in Italia, nelle condizioni attuali? Ma per piacere……
Fatemi pensare male: non è forse che Letta e Saccomanni, vista la fulgida carriera fatta in Europa da coloro che svendettero l’Italia con le privatizzazioni del ’92 siano animati da spirito di emulazione? E notasi che incassare che so 20 mld EUR con un debito di 2000 mld NON SERVIREBBE ASSOLUTAMENTE A NULLA se non a gudagnare 3 mesi di mancati richiami da Bruxelles! (memento R. Prodi e M. Draghi ed le privatizzazioni decise sul Britannia: ad es. la tanto blasonata vendita di Nuovo Pignone – citata sul Corriere del 05.11.2013 come esempio da Alesina e Giavazzi, professori anche loro ma negli USA per giustificare le privatizzazioni del 2014 – fu fatta non perchè l’azienda fosse in perdita, anzi, ed a valori vicini a quelli di libro! Folle). Qui per incassare elemosina la classe politica sta bruciando miliardi oltre a giocarsi il futuro e l’occupazione delle nuove generazioni con la vendita di aziende sistemiche MIGLIORI dei peers stranieri (e per quale ragione secondo voi gli stranieri sono tanto interessati?). Se si permetterà a E. Letta di fare l’errore di vendere i tre gioielli si sarà complici dello scempio, ricordatevelo.
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ENEL | ||||||
Fiscal Period December | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |
Sales | 71 943 | 77 573 | 82 699 | 82 645 | 82 429 | 83 421 |
Operating income (EBITDA) | 17 480 | 17 717 | 16 738 | 16 079 | 15 568 | 15 869 |
Operating profit (EBIT) | 11 258 | 11 366 | 10 319 | 9 785 | 9 236 | 9 485 |
Pre-Tax Profit (EBT) | 8 074 | 8 438 | 4 820 | 7 107 | 6 812 | 7 026 |
Net income | 4 390 | 4 148 | 865 | 3 094 | 2 943 | 3 128 |
EPS ( €) | 0,47 | 0,44 | 0,09 | 0,32 | 0,3 | 0,32 |
Dividend per Share ( €) | 0,28 | 0,26 | 0,15 | 0,13 | 0,13 | 0,14 |
Yield | 8,90% | 8,26% | 4,77% | 4,16% | 4,03% | 4,32% |
Tax Paid to the State (M€): | 3684 | 4290 | 3955 | 4013 | 3869 | 3898 |
Effective Tax Rate applied: | 45,6% | 50,8% | 53,3% | 56,5% | 56,8% | 55,5% |
E.ON | ||||||
Fiscal Period December | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |
Sales | 92 863 | 112 954 | 132 093 | 117 040 | 115 802 | 120 534 |
Operating income (EBITDA) | 13 346 | 9 293 | 10 786 | 9 195 | 8 850 | 8 914 |
Operating profit (EBIT) | 9 454 | 5 438 | 7 027 | 5 459 | 5 047 | 5 031 |
Pre-Tax Profit (EBT) | 9 063 | -2 911 | 3 314 | 4 420 | 3 683 | 3 785 |
Net income | 5 853 | -2 219 | 2 217 | 2 618 | 2 146 | 2 174 |
EPS ( €) | 3,07 | -1,16 | 1,16 | 1,35 | 1,09 | 1,1 |
Dividend per Share ( €) | 1,5 | 1 | 1,1 | 0,68 | 0,63 | 0,64 |
Yield | 11,00% | 7,35% | 8,09% | 4,97% | 4,63% | 4,70% |
Tax Paid to the State: | 3210 | 1097 | 1802 | 1537 | 1611 | |
Effective Tax Rate applied: | 35,4% | n.a. | 33,1% | 40,8% | 41,7% | 42,6% |
EDF | ||||||
Fiscal Period December | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |
Sales | 65 165 | 65 307 | 72 729 | 74 550 | 76 420 | 79 147 |
Operating income (EBITDA) | 16 623 | 14 824 | 16 084 | 16 725 | 17 369 | 18 280 |
Operating profit (EBIT) | 9 181 | 8 796 | 8 245 | 9 037 | 9 632 | 10 182 |
Pre-Tax Profit (EBT) | 1 814 | 4 506 | 4 883 | 5 314 | 5 936 | 6 398 |
Net income | 1 020 | 3 010 | 3 316 | 3 535 | 3 903 | 4 138 |
EPS ( €) | 0,55 | 1,63 | 1,8 | 1,9 | 2,08 | 2,21 |
Dividend per Share ( €) | 1,15 | 1,15 | 1,25 | 1,19 | 1,23 | 1,3 |
Yield | 4,39% | 4,39% | 4,78% | 4,55% | 4,69% | 4,96% |
Tax Paid to the State: | 794 | 1496 | 1567 | 1779 | 2033 | 2260 |
Effective Tax Rate applied: | 43,8% | 33,2% | 32,1% | 33,5% | 34,2% | 35,3% |
RWE | ||||||
Fiscal Period December | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |
Sales | 53 320 | 51 686 | 53 277 | 53 476 | 52 916 | 54 052 |
Operating income (EBITDA) | 10 256 | 8 460 | 9 314 | 8 898 | 7 887 | 7 638 |
Operating profit (EBIT) | 7 681 | 5 814 | 6 416 | 5 779 | 4 697 | 4 392 |
Pre-Tax Profit (EBT) | 4 978 | 3 024 | 2 230 | 3 690 | 3 036 | 2 766 |
Net income | 3 308 | 1 805 | 1 306 | 2 188 | 1 750 | 1 572 |
EPS ( €) | 6,18 | 3,35 | 2,13 | 3,61 | 2,75 | 2,48 |
Dividend per Share ( €) | 3,49 | 2 | 2 | 1,21 | 1,2 | 1,12 |
Yield | 12,60% | 7,23% | 7,23% | 4,37% | 4,35% | 4,06% |
Tax Paid to the State: | 1670 | 1222 | 924 | 1502 | 1286 | 1626 |
Effective Tax Rate applied: | 33,5% | 40,3% | 41,4% | 40,7% | 42,4% | 43,2% |
GDF SUEZ | ||||||
Fiscal Period December | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |
Sales | 84 478 | 90 673 | 97 038 | 81 614 | 82 289 | 84 157 |
Operating income (EBITDA) | 15 086 | 16 525 | 17 026 | 13 516 | 13 357 | 13 614 |
Operating profit (EBIT) | 9 497 | 9 684 | 9 520 | 7 546 | 7 418 | 7 581 |
Pre-Tax Profit (EBT) | 7 575 | 7 539 | 4 377 | 5 411 | 5 630 | 5 969 |
Net income | 4 616 | 4 003 | 1 550 | 2 950 | 3 157 | 3 320 |
EPS ( €) | 2,1 | 1,8 | 0,67 | 1,25 | 1,28 | 1,32 |
Dividend per Share ( €) | 1,5 | 1,5 | 1,5 | 1,47 | 1,45 | 1,37 |
Yield | 8,19% | 8,19% | 8,19% | 8,04% | 7,89% | 7,47% |
Effective Tax Rate applied: | 60,9% | 46,9% | 64,6% | 45,5% | 43,9% | 44,4% |
Fonte: analisi su base dati http://www.4-traders.com/ | ||||||
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