Euro crisis
L’economista Lawrence Summers: la Germania sta perdendo il contatto con la realtà
Interessante articolo sul’economista Lawrence Summers nel quotidiano tedesco “Die Welt”. Ricordiamo chi è Summers:
– Professore dal 1983 al 1991 ad Harvard;
– Capo economista alla Banca Mondiale dal 1991 al 1993;
– Vicesegretario del Tesoro USA dal 1995 al 1999;
– Segretario del Tesoro USA con Clinton dal 1999 al 2001;
– Presidente di Harvard dal 2001 al 2006;
– Dal 2009 membro del consiglio economico di Obama.
Larry Summers , durante un suo tour di conferenze in Germania, ha criticato fortemente il governo e la politica economica tedesca. Obiettivo degli attacchi di Summers è la politica di austerità della Germania: ” Il concetto di consolidamento di bilancio che guida la crescita non ha nulla a che fare con la realtà. Raggiungere una maggiore crescita attraverso l’austerità è la variante meno plausibile di una politica economica Specialmente se -. Come è attualmente il caso -. I tassi di interesse sono così bassi che le famiglie e le imprese frenano con investimenti e consumi” . Quindi l’approccio tedesco di crescita ottenuta solo attraverso il solo miglioramento della competitività avrebbe vita breve.
Summers ha affermato che bisogna fare ancora di più, anche più spesa, per uscire dall’attuale stagnazione, anche a costo di fare debito. L’economista porta come esempio gli Stati Uniti dove la crisi è finita ed il prodotto interno è di 10 punti superiore a quello ante crisi, mentre in Europa a malapena si è tornati a quei livelli, con paesi come l’Italia che non sono ancora a 9 punti percentuali al di sotto del livello pre crisi.
Il cavallo di battaglia di Summers è il concertto della “Grande Stagnazione”, tema sviluppato dal suo collega economista Barry Eichengreen della University of California Berkeley. In pratica un livello di investimenti insufficiente e di austerità eccessiva porterebbe ad un mancato sfruttamento delle capacità di crescita della società e condurrebbe l’economia ad un periodo prolungato ed autoalimentato di stagnazione. L’inflazione troppo bassa renderebbe inefficace la politica monetaria. L’unica possibilità di crescita viene dalla spesa e da un maggiore debito, senza il quale prosegue la stagnazione.
Nel caso dell’Unione Europea la politica economica tedesca rischia di essere particolarmente pericolosa, data anche la situazione di quasi deflazione presente, perchè viene a creare le premesse per una stagnazione decennale.
Con l’appoggio del FMI Summers critica le regole di bilancio imposte da Maastrich, soprattutto in relazione al vincolo del debito del 60% e del deficit del 3%, in quanto troppo rigide, complicate e che impediscono una risposta rapida a situazioni di crisi economica. Del resto queste norme appaiono inutili quando, dal 1999, metà dei paesi si sono ben guardati dal rispettarle.
D’altro canto però Summers ha giudicato negativamente anche le due opzioni del Grexit e del Brexit, viste come opzioni estremamente costose e rischiose.
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