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Analisi e studi

Le parole di Mattarella sono un pugno nello stomaco dei Principi Fondamentali (di G. PALMA e P. BECCHI)

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La Costituzione italiana – la nostra Costituzione – all’articolo 97 dispone che occorre assicurare l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico. Questo per tutelare i risparmi dei nostri concittadini, le risorse per le famiglie e per le imprese, per difendere le pensioni, per rendere possibili interventi sociali concreti ed efficaci“. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’evento “Viaggio in bicicletta intorno ai 70 anni della Costituzione italiana”.

Ammettiamolo. Il Capo dello Stato, dal punto di vista formale, ha perfettamente ragione. Il primo comma dell’art. 97 della Costituzione – dopo le modifiche apportate dalla Legge costituzionale n. 1/2012 – recita: “Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico“.
Tralasciamo pure il fatto che il Capo dello Stato – in una Repubblica parlamentare – non debba intervenire nelle scelte politiche del governo e delle Camere, però una cosa va ricordata. L’art. 97 non prevede più l’originaria formulazione della Costituzione del 1948. Questo gli italiani devono saperlo. L’attuale versione fu introdotta nel 2012 dalla maggioranza parlamentare che sosteneva il governo Monti (Pd e Pdl), quindi dopo il Colpo di Stato del novembre 2011 ai danni dell’ultimo governo Berlusconi. Fu infatti proprio nell’aprile 2012 che venne inserito in Costituzione il vincolo del pareggio di bilancio (Legge costituzionale n. 1/2012 che modificò gli articoli 81, 97, 117 e 119 della Carta).
Un principio neo-liberista in forte contrasto con i principi inderogabili della Costituzione del 1948. Su tutti il diritto al lavoro, non un lavoro qualsiasi ma quello in grado di garantire un reddito dignitoso per il lavoratore e la sua famiglia. Peccato che, all’interno delle regole europee o di quelle costituzionali dopo la vigliaccata del 2012, il diritto al lavoro così come rubricato nei Principi Fondamentali e nella Parte Prima della Costituzione non sia in alcun modo realizzabile.

Ci dispiace che il Capo dello Stato, invece di richiamare i Principi Fondamentali, si sia limitato ad invocare i vincoli capestro introdotti in Costituzione nel 2012.
Peccato, inoltre, che non sia stato così vigile anche nel dicembre 2016 quando il governo Gentiloni, insediatosi da poche settimane, si faceva votare dalla maggioranza parlamentare dell’epoca (Pd-Ncd) un indebitamento di circa 20 miliardi per salvare le banche. E dov’era l’inquilino del Colle quando l’ex Presidente del Consiglio Renzi portava il rapporto deficit/pil al 2,5% nell’anno del referendum costituzionale?
Insomma, così non va bene.

L’attuale maggioranza parlamentare (Lega-M5S) si dia una mossa e presenti un disegno di legge costituzionale che preveda l’abrogazione della legge costituzionale n. 1/2012.
Togliere il vincolo del pareggio di bilancio dalla Costituzione deve essere una delle priorità dell’azione politica dell’attuale maggioranza parlamentare.

di Giuseppe PALMA e Paolo BECCHI

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