Difesa
Le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno armato con nuovi missili e droni la Marina
Le Guardie rivoluzionarie, annunciando nuovi armamenti per l Marina, mettono a rischio tutto il traffico commerciale nel Golfo Persico. La vendetta contro Israele potrebbe prendere altre forme
Le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno aggiunto missili a lungo raggio e droni alla marina militare, hanno dichiarato venerdì i media ufficiali, nel contesto di un’accresciuta tensione regionale dopo l’uccisione di un leader di Hamas a Teheran, attribuita a Israele.
Il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC), il braccio ideologico dell’esercito iraniano che ha legami con i gruppi armati allineati a Teheran in tutto il Medio Oriente, ha svolto un ruolo chiave nel primo attacco diretto della Repubblica Islamica contro Israele ad aprile.
La TV di Stato iraniana venerdì ha dichiarato che “un gran numero di nuovi missili da crociera antinave sono stati aggiunti alle forze navali dell’IRGC su ordine del capo delle Guardie”.
I missili “hanno nuove capacità” con “testate ad alto esplosivo e non sono rintracciabili”, ha aggiunto, tutte affermazioni da provare, ma comunque inquietanti.
Secondo il rapporto, un totale di 2.654 sistemi militari, tra cui missili a lungo e medio raggio, droni per il combattimento e la ricognizione e unità di guerra elettronica, sono stati aggiunti alle forze navali delle Guardie.
Il capo dell’IRGC, Generale Hossein Salami, intervenendo a un evento in cui sono stati presentati alcuni dei nuovi sistemi d’arma, ha sottolineato l’importanza di essere in grado di “fermare il nemico da lontano”.
“Se non possiamo affrontare il nemico nelle profondità del mare e degli oceani in qualsiasi punto desiderato e fermare il nemico da lontano, avremo naturalmente problemi ai nostri confini nazionali”, ha detto.
“Nel mondo di oggi, bisogna essere forti per sopravvivere ed essere al sicuro, oppure arrendersi. Non c’è una via di mezzo”.
La presentazione delle armi è avvenuta mentre la regione, già colpita dalla guerra tra Israele e Hamas a Gaza dall’inizio di ottobre, era in stato di massima allerta dopo che l’Iran e i suoi alleati avevano giurato ritorsioni per l’uccisione, la settimana scorsa, del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran.
Israele, incolpato dal gruppo militante palestinese, dalla Repubblica Islamica e da altri per l’attacco, non ne ha rivendicato la responsabilità.
Dopo l’uccisione di Haniyeh, i funzionari e i comandanti militari iraniani hanno promesso di agire contro Israele, mentre sono aumentate le richieste di de-escalation regionale.
Il fatto di aver pubblicizzato il potenziamento della marina viene da un lato a sottolineare le capacità difensive delle Guardie Rivoluzionari, ma dall’altro sono anche una sottile minaccia al traffico che percorre il Golfo persico e ne esce dallo stretto di Hormuz
Giovedì, il Ministro degli Esteri iraniano ad interim, Ali Bagheri, ha dichiarato all’AFP che Israele ha commesso “un errore strategico” e dovrebbe “pagare un prezzo” per l’attacco di Teheran.
L’Iran sostiene Hamas e ha ripetutamente lodato l’attacco del gruppo del 7 ottobre che ha scatenato la guerra di Gaza, pur negando qualsiasi coinvolgimento diretto.
Una serie di escalation di toni dall’inizio della guerra, che ha coinvolto alleati iraniani in Libano, Yemen e altre parti del Medio Oriente, ha portato Teheran a lanciare centinaia di missili e razzi direttamente contro Israele in aprile.
L’attacco del 7 ottobre contro il sud di Israele ha causato la morte di 1.198 persone, per lo più civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali israeliani.
La campagna militare di Israele a Gaza ha ucciso almeno 39.699 persone, secondo il Ministero della Sanità del territorio gestito da Hamas, che non fornisce dettagli sulle morti di civili e militanti.
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