Attualità
Le due più grandi banche francesi non sottoscriveranno più titoli legati al petrolio e al gas
Le due maggiori banche francesi, che sono fra i tre maggiori istituti finanziari francesi, cesseranno di finanziare le aziende nel settore del petrolio e gas
Le banche francesi BNP Paribas e Credit Agricole, due delle prime tre banche europee per patrimonio, non sottoscriveranno più emissioni obbligazionarie per lo sviluppo di petrolio e gas, nell’ultimo cambiamento di politica di finanziamento del settore in Europa.
Le banche hanno fornito chiarimenti sulla questione nei documenti per le loro assemblee generali annuali di questo mese.
BNP Paribas ha indicato, in occasione dell’assemblea generale della scorsa settimana, che non avrebbe partecipato alle emissioni obbligazionarie per le aziende del settore petrolifero e del gas.
Il gruppo ambientalista Reclaim Finance ha dichiarato di “accogliere con favore questo cambiamento in un momento in cui la banca sta riducendo i suoi finanziamenti alle principali aziende del settore, e chiede a BNP Paribas di formalizzare questo approccio includendo questa regola nella sua politica climatica ed estendendola ad altri servizi finanziari che potrebbero contribuire all’espansione del petrolio e del gas”.
BNP Paribas ha dichiarato nel maggio 2023 che non avrebbe più fornito alcun finanziamento per lo sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio e gas, indipendentemente dalle modalità di finanziamento. La banca si è anche impegnata a ridurre i suoi finanziamenti per l’esplorazione e la produzione di petrolio dell’80% entro il 2030, come parte dei suoi obiettivi di transizione energetica.
Anche un’altra importante banca francese, il Credit Agricole, ha dichiarato di aver effettivamente cessato le emissioni obbligazionarie per il petrolio e il gas. In occasione dell’assemblea generale della banca, mercoledì, il direttore generale Philippe Brassac ha dichiarato: “Non partecipiamo più a emissioni [obbligazionarie] che non siano chiaramente verdi, o almeno che non corrispondano al nostro quadro verde”, come citato da Reclaim Finance.
Una tendenza che avevano già annunciato
Negli ultimi anni, le banche europee hanno limitato la loro esposizione al petrolio e al gas.
Sotto la pressione delle tendenze ESG e degli azionisti, negli ultimi due anni le principali banche europee hanno annunciato regole più severe sul finanziamento dei combustibili fossili.
La britannica HSBC ha dichiarato alla fine del 2022 che avrebbe smesso di finanziare lo sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio e gas e le relative infrastrutture, nell’ambito di una politica volta a sostenere e finanziare una transizione a zero.
Barclays, con sede nel Regno Unito, ha annunciato nel febbraio 2024 che avrebbe abbandonato il finanziamento diretto di nuovi progetti petroliferi e di gas, unendosi ad altre importanti banche europee nell’interrompere il finanziamento dell’espansione dei combustibili fossili.
Barclays sta anche cercando di evitare le accuse di greenwashing con una nuova serie di linee guida su cosa sia la ‘finanza di transizione’ e su come il suo nuovo team di finanza di transizione debba applicarla.
Una scelta corretta?
Dal punto di vista degli azionisti si tratta di una scelta non corretta: una banca dovrebbe pensare a massimizzare il proprio utile di medio lungo periodo. In questo caso si scarta a priori l’investimento in un settore potenzialmente redditizio sulla base di motiviazioni di carattere sociale la cui definizione spetterebbe agli stati, non alle banche.
Questo può portare nel tempo a una minore valutazione delle azioni relative altre ad una maggiore rischiosità potenziale dell’attivo bancario.
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