Analisi e studi
L’attività del settore privato in Europa è deludente a Febbraio. A pagare è l’occupazione
L’indice PMI Composite dell’euro Zona si ferma a 50,2 , al di sotto delle aspettative. Soprattutto le aziende non vogliono assumere, per l’incertezza sul futuro
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Sempre poche buone notizie dagli indici previsionali europei. L’indice PMI composito dell’Eurozona, pari a 50,2 a febbraio 2025, è rimasto invariato rispetto al mese precedente per un secondo periodo consecutivo di crescita moderata dell’attività del settore privato dell’Eurozona, ma è inferiore alle aspettative del mercato di 50,5.
La crescita è stata trainata dal settore dei servizi, nonostante il suo rallentamento (50,7 contro 51,3 a gennaio), mentre l’attività manifatturiera si è contratta al ritmo più lento degli ultimi nove mesi (47,3 contro 46,6) e, del resto, prima o poi si tocca il fondo.
I nuovi ordini a livello aggregato si sono contratti per il nono mese consecutivo, sottolineando i deboli livelli di domanda nel blocco.
Tuttavia, la produzione è stata leggermente superiore, poiché le aziende hanno esaurito i livelli di arretrato al ritmo più rapido degli ultimi tre mesi.
Il contesto sfavorevole per i nuovi contratti spinge le aziende a ridurre la capacità attraverso l’occupazione, con un calo del numero di addetti nel settore manifatturiero che non si registrava da luglio 2012, se si esclude lo shock Covid.
Sul fronte dei prezzi, i costi dei fattori produttivi sono aumentati al ritmo più rapido degli ultimi dieci mesi, facendo salire i costi di produzione. In prospettiva, l’ottimismo è sceso al minimo degli ultimi tre mesi.
Ecco il relativo grafico.
Il dato quindi è deludente, ma mai come la situazione politica europa, confusa e di tranzione, che sembra aprire a soluzioni completamente diverse da quelle precedenti. Intanto le aziende non asumono, e questa è la realtà dell’economia europea.
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