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L’argentina YPF non potrà essere privatizzata. Una sconfitta per Milei

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Il neoeletto presidente argentino, il libertario Javier Milei, è stato costretto a fare delle concessioni nel suo pacchetto di riforme radicali del mercato, accantonando i piani di privatizzazione completa della compagnia petrolifera statale YPF SA, come riporta Bloomberg.

Lunedì, il disegno di legge omnibus attualmente all’esame del Congresso non includeva più i piani di privatizzazione di YPF, in quanto i negoziati avevano portato ad alcune concessioni nei piani di liberalizzazione radicale del mercato di Milei. Milei aveva proposto la privatizzazione di 41 aziende statali, tra cui YPF, la società che gestisce le risorse petrolifere nazionali, insieme alla società che gestisce l’energia nucleare del paese e l’ente per le infrastrutture energetiche, Energia Argentina.

YPF è stata nazionalizzata nel 2012 dopo che la spagnola Repsol è stata accusata dal governo argentino di negligenza.

Con una produzione di circa 760.000 barili di petrolio al giorno, YPF avrebbe dovuto guidare lo sviluppo dello scisto in Argentina. Tuttavia, la sua crescita in questo senso è stata costantemente ridotta dall’impennata dell’inflazione e dall’intervento del governo sui prezzi del carburante, secondo quanto riportato da Bloomberg, che ha causato una insufficiente capitalizzazione della società e un calo del valore azionario del 30% dal 2012. Eppure l’Argentina è ricca di idrocarburi.

Gli osservatori avevano previsto a gran voce che un accordo per la privatizzazione di YPF non sarebbe passato al Congresso.

Bloomberg ha citato Paula La Greca, un’analista di TPCG a Buenos Aires, che ha affermato che non è possibile privatizzare YPF a causa del suo ruolo di garante della bilancia commerciale energetica del paese.

“YPF è stata concepita come un’azienda per garantire l’indipendenza energetica come parte della sicurezza nazionale”, ha dichiarato La Greca, secondo quanto riportato da Bloomberg. Questo rende complessa una sua completa privatizzazione. Inoltre senza valorizzare gli investimenti fatti nei grandi giacimenti nazionali, come Vaca Muerta, c’è il rischio di svendere la società.

Inoltre, Milei sta cercando di liberalizzare le esportazioni di greggio e di permettere che i prezzi dei carburanti nazionali siano determinati dal mercato, sostituendo le regole degli anni ’60 che autorizzano il governo a intervenire sui prezzi del greggio e della benzina e che danno alle raffinerie nazionali il diritto di prelazione sul petrolio greggio rispetto all’esportazione.

Si ritiene che tali politiche abbiano frenato la crescita e lo sviluppo della vasta area argentina di scisto Vaca Muerta.

Il pacchetto di riforme radicali di Milei, nel complesso, intende dare una scossa all’economia eliminando i controlli sulle importazioni e operando forti tagli alla spesa.

 


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