Attualità
L’Arabia Saudita sarebbe pronta alla pace con Israele. Sarebbe solo una questione di tempi
Pare che le trattative di pace fra Arabia Saudita e Israele siano in chiusura, ma c’è ancora un problema di tempi
L’Arabia Saudita avrebbe deciso di normalizzare le relazioni con Israele, ma sta discutendo se attuare la mossa nelle prossime settimane o dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti a novembre, ha detto un diplomatico straniero che conosce i dettagli.
La notizia è riportata dal quotidiano israeliano Haaretz, ma sembra indirettamente confermata dal giro di vite nei social media sauditi contro chi vuole una sorta di conflitto eterno con lo stato israeliano.
Si prevede che l’Arabia Saudita chieda un “ancoraggio significativo” che garantisca un chiaro progresso sulla questione di uno Stato palestinese in cambio. Quindi una forma di due stati in cambio della pace.
Secondo il diplomatico, “l’Arabia Saudita ha deciso di puntare su un accordo con Israele. Si tratta di una mossa strategica di principio, come parte del riavvicinamento con gli Stati Uniti, e [l’Arabia Saudita] è interessata a realizzarla.
La complessa trimurti diplomatica di USA, Israele e Arabia Saudita
Il problema del quando è lagato a una serie di complessi equilibri politici e diplomatici che coinvolgono anche gli USA. “La domanda è quando, e la decisione sulla tempistica dovrebbe essere presa entro pochi giorni. Il dibattito nel governo saudita è se consegnare questa ‘caramella’ al Presidente [Joe] Biden, che potrebbe non essere rieletto, o aspettare il prossimo Presidente, supponendo che Biden perda”, ha detto il diplomatico.
“I sauditi stanno valutando se un accordo con Israele, supponendo che le sue richieste siano soddisfatte, non sarà visto come un aiuto alla campagna politica di Biden, che potrebbe danneggiare le relazioni con il prossimo presidente”. Comunque “qualsiasi presidente eletto sarà in grado di fornire al governo saudita benefici più significativi dopo la fine della campagna elettorale”, ha aggiunto. Si tratta di un fatto noto che il principe saudita apprezzi molto di poiù Trump rispetto a Biden.
Gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita hanno svolto un intenso lavoro congiunto nell’ultimo mese sulla normalizzazione israelo-saudita, ha dichiarato lunedì il Segretario di Stato americano Antony Blinken in occasione di un incontro speciale del World Economic Forum tenutosi a Riyadh, aggiungendo che il lavoro bilaterale saudita-statunitense legato alla normalizzazione è molto vicino al completamento.
Il Ministro degli Esteri saudita, Principe Faisal bin Farhan Al Saud, ha affermato che un accordo di sicurezza tra il suo Paese e gli Stati Uniti è molto vicino. “La maggior parte del lavoro è già stata fatta”, ha aggiunto. “Abbiamo i contorni di ciò che pensiamo debba accadere nella questione palestinese”.
Il Ministro degli Esteri ha anche affermato che l’Autorità Palestinese avrà bisogno di sostegno e assistenza e che l’Arabia Saudita avrà difficoltà a impegnarsi a fornirli senza “chiarezza sul percorso verso uno Stato palestinese”. Secondo lui, qualsiasi entità che si assuma la responsabilità della Striscia di Gaza alla fine della guerra deve avere credibilità, in modo da non essere considerata una forza di occupazione – è quindi necessario discutere l’argomento ora, e fornire un orizzonte politico chiaro per i palestinesi e non solo accordi di sicurezza futuri.
Quindi è da prevedere che l’accordo prevederà una qualche forma di intervento dell’Arania Saudita direttamente nella gestione di Gazia e dei territori della Cisgiordania sotto controllo palestinese, sia per favorirne la ricostruzione con le grandi risorse a disposizione, sia come garanzia nei confronti di tutte le parti. Ovviamente non un intervento diretto, ma l’inclusione del tema negli accordi di pace.
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