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Economia

L’altra grande migrazione negli USA: dagli stati governati dai Dem a quelli del Gop

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Negli USA si parla spesso della migrazione dal messico, inarrestabile. Però il paese è percorso da un altro fenomeno simile di migrazione, ma interna, dagli stati “blu”, governati dai democratici, a quelli “rossi”, governati dai repubblicani. Un movimento ben spiegato dal WSJ.

La popolazione degli Stati Uniti è aumentata di 1,6 milioni di unità tra il luglio 2022 e il luglio 2023, con gli Stati del Sud che rappresentano circa 1,4 milioni della crescita. A guidare il boom sono stati il Texas (473.453), la Florida (365.205), la Georgia (116.077), la Carolina del Sud (90.600) e il Tennessee (77.512), ma guidare la loro crescita è stata la migrazione da altri stati.

Otto stati hanno registrato un calo demografico, il più consistente a New York (-101.984), in California (-75.423) e in Illinois (-32.826). La colpa è della fuga della popolazione. La California ha perso il maggior numero di residenti verso altri stati (-338.371), seguita da New York (-216.778), Illinois (-83.839), New Jersey (-44.666), Massachusetts (-39.149) e Maryland (-30.905). La cosa interessante è che il calo degli stati “blu” sarebbe staato ben peggiore, se questi non accogliessero a braccia aperte i migranti irregolari. Il governo dei democratici è una iattura per la demografia. Se non fosse stato per l’immigrazione straniera, il calo demografico dello scorso anno sarebbe stato molto maggiore in California, New York, Illinois e Oregon. Anche Massachusetts, Connecticut, Maryland, New Jersey, Rhode Island e Washington avrebbero perso popolazione. Gli immigrati sono una risorsa economica, ma gli stati sociali espansivi li hanno resi un peso per questi stati.

Non c’è bisogno di un’intelligenza artificiale per capire cosa hanno in comune questi Stati: tasse elevate, regolamentazione aziendale onerosa e prezzi gonfiati dell’energia e delle case. La maggior parte degli Stati donatori ha anche un tasso di disoccupazione più alto della media a causa del trasferimento o dell’espansione delle imprese in altri Stati. La California e il New Jersey hanno entrambi registrato un aumento significativo della disoccupazione nell’ultimo anno. Inoltre gli stati repubblicani sanno impiegare molto meglio i fondi federali.
Un interessante esperimento naturale è stato lo stato di Washington, che nell’ultimo decennio ha accolto ogni anno decine di migliaia di persone provenienti da altri stati. Ma da quando nel 2021 è stata introdotta un’imposta sui guadagni in conto capitale del 7% per i redditi più alti, Washington ha perso residenti verso altri stati a un ritmo sempre più veloce: 15.276 nell’ultimo anno. Potrebbe essere questo il motivo, oppure il problema della criminalità a Seattle è una spiegazione migliore?

La migrazione porta ancora più disuguaglianza e accentua ulteriormente l’incentivo alla migrazione: se i benestanti o la classe media lasciano stati come Washington, New York o la California, i cittadini rimanenti dovranno caricarsi un carico fiscale maggiore, rendendo ancora più forte la differenza con gli stati destinatari della migrazione. Allo stesso modo gli stati rossi avranno un afflusso fiscale maggiore, per l’arrivo di persone dai reddditi elevati che, tra l’altro, vi investono e prendono casa. Quindi il divario fra gli stati si incrementerà con il tempo, e sempre più cittadini saranno spinti ad emigrare.

La soluzione sarebbe far diventare repubblicani anche gli stati democratici, ma l’emigrazione accentua ancora di più il radicalismo politico, generando una spirale negativa dalla quale non si vede uscita, almeno per ora.


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