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L’AFRICA INIZIA A RIFIUTARE LA CINA. La paura della trappola del debito

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Yang Jiechi, responsabile della diplomazia cinese, ha dovuto recentemente compiere un viaggio in diverse capitali africane per migliorare le relazioni fra le diverse parti e cercare di cancellare la crescente diffidenza degli africani verso Pechino.

La Cina, con la sua potente economia, ha sostituito nel continente la presenza europea soprattutto grazie alla presenza delle proprie aziende ed ai grandi progetti di investimento : oltre 10 mila aziende orientali siano presenti fra Zambia, Tanzania, Nigeria ed altri paesi. Si calcola che già nel 2017 il 12% di tutta la manifattura del continente nero fosse in mano cinesi, per un valore di oltre 500 miliardi di dollari.

A questa presenza privata si accompagna quella pubblica, con finanziamenti e realizzazioni infrastrutturali a pioggia. Peccato che spesso però i paesi beneficiari non riescano spesso a ripagare il debito derivante e si trovino, di fronte al l’aggressività del creditore cinese, nella necessità di dover cedere importanti cespiti pubblici. Il caso più evidente è recente è quello della Zambia. Il paese è debitore scaduto per teorici 3,1 miliardi di dollari verso Pechino, ma secondo dati USA il debito non onorato supera i 10 miliardi. Per compensare lo stesso Lusaka pensa di cedere la propria società di utilities ZESCO, dopo aver già ceduto la società di telecomunicazioni ZNBC e con anche l’aeroporto di Lusaka in aria di cessione. Alla fine lo Zambia diventerà una colonia politico economica cinese.

Questa aggressività ha però suscitato le prime reazioni. Il progetto per il più grande porto dell’Africa Orientale, Bagamoyo, in Tanzania, non è giunto a termine quando la Cina ha cercato di imporre un affitto per 99 anni, ottenendo un rifiuto governativo. Il governo della Sierra Leone ha cancellato il progetto di un super aeroporto intercontinentale sempre finanziato da Pechino a condizioni, evidentemente, non buone. L’espansionismo cinese e tanto invadente come quello occidentale e forse anche più minaccioso, e gli africani iniziano ad esserne stanchi


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