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La7 e la TAV, che strano intreccio d’interessi!

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Perché una TV privata ha tanto interesse ad un infrastruttura marginale per la nostra economia? L’export con la Francia copre 10% delle nostre esportazioni in beni e servizi(!), 5% verrebbe “trasportato”, quindi sono effettivamente merci, da cui solo una minima parte passerebbero sulla tratta Torino-Lione. La maggior parte delle merci destinate al mercato francese passano dalla Milano-Chiasso-Basilea. Quindi perché Urbano Cairo insite sul TAV?

Vorrei cominciare da un organigramma, quello del gruppo Cairo Communication SpA. La holding di Urbano Cairo, il delfino bocconiano di Silvio Berlusconi, che negli anni ottanta si mise in attesa davanti alle porte di Fininvest finché B. lo assunse come assistente personale. Dicevo di cominciare dal capofila del gruppo di aziende che operano nel settore editoriale e già solo da lì si evince una certa vicinanza col “mattone”, anzi col cemento!

Come vedete dall’immagine la Cairo Communication è proprietaria di RCS Mediagroup (Rizzoli-Corriere della Sera Media Group SpA, per esteso), il gruppo a capo della RCS Sport SpA. Ovvero la più grande macchina di sponsoring sportivo in Italia, quella che trova i fondi per il Giro d’Italia, maratone, calcio, basket, palla a volo, scherma, insomma qualsiasi sport viene praticato nel belpaese si trova invischiato con RCS Sport e se non lo è, vedrai che non trova lo spazio mediatico e quindi i finanziamenti che meriterebbe, l’equitazione ne è un esempio. Ovviamente Urbano Cairo è anche il proprietario di Torino Football Club, grazie al salvataggio nel 2005 voluto dal sindaco di Torino Sergio Chiamparino (guarda caso…).

Chiaro che tutte queste organizzazioni sportive hanno bisogno d’infrastrutture, stadi, palasport, piste, poligoni(!), ecc. ed ecco la connessione alquanto evidente con il mattone! Solo che il proprietario di Cairo Communication ha radici solide nel real estate attraverso la società di famiglia, l’Immobiliare Costruzioni Belvedere di Giuseppe Cairo e C. Snc, della quale risulta socio dal 1982, inoltre dal 2009 Urbano Cairo è azionista unico di Tortona Immobiliare Srl. Cairo risulta anche un importante investor nel settore informatico con la Cairo Due Srl, che produce software non inerenti all’editoria. E proprietario di UT Communications SpA, la holding di partecipazioni in società operative, che copre una ragnatela di società poco intravedibile, visto che la troviamo partecipe in praticamente ogni settore.

Le armi del sistema mediatico sono potenti, ma possono essere disinnescate nel momento che si smascherano gli interessi alquanto conflittuali con settori che hanno poco a che vedere con l’editoria. Per esempio il settore pubblicitario fortemente infeltrito con i media e specialmente con le televisioni. Un settore che ovviamente va a braccetto con Confindustria, che rappresenta quell’industria che si può permettere di fare pubblicità per i propri prodotti, ad esempio su La7 o sul Corriere della Sera. La carriera imprenditoriale di Urbano Cairo nasce proprio in questo settore, quando dopo la lunga gavetta nelle righe di Fininvest, diventa prima direttore commerciale e poi direttore generale di Publitalia, prima di essere coinvolto dalle indagini di Manipulite e quindi costretto a dimettersi dall’incarichi delle aziende berlusconiane. Urbano Cairo chiede il patteggiamento, ottenendo una pena di 19 mesi per i reati di appropriazione indebita, fatture falsificate e falso in bilancio. Nel 1995 fonda la concessionaria pubblicitaria Cairo Pubblicità Srl e acquisisce come cliente la RCS Mediagroup, ovviamente grazie alle conoscenze maturate nell’ambito, durante le sue esperienze nei gruppi Fininvest e Publitalia. Passano 20 anni è Urbano Cairo assorbe nel 2016 l’azienda editoriale storica fondata nel 1909 da Angelo Rizzoli, tramite un offerta pubblica di acquisto e scambio azioni (OPAS).

Il mio amico mi ha suggerito di nominare le fonti per questo “ferro caldo” e bene consultate Wikipedia, non ce nulla di non noto e certamente non ho inventato niente, le conclusioni sono semplice deduzione logica!

Quindi caro lettore, adesso comprendi le ragioni perché Tiziana Pannella, Lilli Gruber e Myrta Merlino insistono sull’argomento TAV! Ovviamente quello che viene spacciato come approfondimento giornalistico, non è nient’altro che trash televisivo, poco cambia da Grande Fratello o l’Isola dei Famosi, il sistema è sempre quello delle tante puntante di un casino progettato, una sceneggiatura ad hoc per mandare in oda gli spazi pubblicitari. Certo ci sono tante altre buone ragioni perché un ex assessore del PD come la Pannella, sono fortemente a servizio dei cementifici del TAV, ma su questo verrebbe da scrivere un articolo a parte. A proposito, è chiaro che lo script di regia segue una schematica ben definita, dove i 4 ospiti pro TAV sono perfettamente in accordo con la moderatrice, gli spot light e la sceneggiatura mettono in evidenza solo i PRO-TAV, mentre l’ospite contro viene tagliato, messo in “cattiva luce” (nel vero senso della parola) ed interrotto. Poi ce il break pubblicitario, guarda caso sempre al momento opportuno, che sia coincidenza?


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