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La UE vuole tassare tutto il Mondo! Neocolonialismo verde a Bruxelles

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Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans ha dichiarato martedì a una sottocommissione del Congresso degli Stati Uniti che l’Europa proteggerà le sue industrie dalla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio – o dalla concorrenza dei paesi con regole climatiche permissive – stabilendo una tassa sulle importazioni ad alto tenore di carbonio, noto anche come meccanismo di adeguamento del confine del carbonio (CBAM). Una notizi che nella UE era già nota e che è stata già oggetto di discussione al Parlamento Europeo.

“Non stiamo dicendo alle persone di andare a vivere in grotte fredde e sgranocchiare erba. La nostra è una proposta positiva”, ha detto Timmermans, che si sta preparando a lanciare il Green Deal europeo, un ampio pacchetto politico volto a raggiungere zero emissioni nette entro il 2050. In realtà, allo stato attuale, il Green deal si configura come un enorme prelievo, diretto e indiretto, dalla ricchezza dei cittadini europei, ma non solo .  dato che il rischio di rilocalizzazione  “aumenta man mano che l’UE aumenta le sue ambizioni climatiche al di sopra di quelle dei suoi partner commerciali”.

Anche se Biden, a parola, si impegna per un abbattimento delle emissioni di CO2 comunque il suo sforzo non si è sicuri che questi siano efficaci o abbiano senso. Gli USa temono di entrare nel mirino del sistema di punizione della UE, per cui la Casa Bianca ha inviato messaggi urgenti all’UE per spingere ad un blocco del meccanismo CBAM.

L’amministrazione Biden ritiene inoltre che la proposta dell’UE sia potenzialmente tossica e potrebbe minare gli attenti sforzi diplomatici per indurre le economie emergenti a proporre nuovi obiettivi climatici. Diversi invitati al vertice di Biden hanno espresso preoccupazione. I ministri di Cina, Brasile, Sud Africa e India lo hanno definito “discriminatorio”. Venerdì il presidente cinese Xi Jinping ha messo in guardia i suoi omologhi francese e tedesco dal farlo.

Il ministro del commercio australiano Dan Tehan era a Bruxelles questa settimana per fare pressioni sull’UE contro una politica potenzialmente “protezionistica”, che ha detto a POLITICO “come mettere le imposte alla tua economia”.

Eppure l’UE è determinata ad andare avanti, anche se questo significa andare da sola. L’idea di Timmermans e dei suoi astuti compagni di commissione è quella di forzare il mondo a piegarsi alle normative della UE, in una sorta di neocolonialismo verde. 

“Siamo aperti a discutere, collaborare, unirci, ma non credo che questo dovrebbe far deragliare la Commissione dal lavorare sulla proposta. La proposta (il CBAM)  sarà adottata a giugno ”, ha detto un funzionario dell’UE.

Nella sua testimonianza scritta, Timmermans ha dichiarato alla sottocommissione per gli affari esteri della Camera per Europa, energia, ambiente che il CBAM dell’UE inizierà a funzionare nel gennaio 2023 “al più presto”.

L AUE ha inserito obiettivi ambientali, se così si può dire, poco realistici per il 2030 ed il 2050 e vuole che gli altri la seguano, e  spera che la minaccia della CBAM sarà sufficiente per allineare altri paesi. Praticamente si tratta di una riedizione della “Politica delle cannoniere” degli XIX secolo, ma basata sugli scambi commerciali.

Bruxelles ha sempre sottolineato che la misura sarà compatibile con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, il che significa che i prodotti importati non possono essere soggetti a misure più severe rispetto ai prodotti fabbricati in patria. Questo fa presumere che il sistema ETS, sullo scambio di quote di emissione, diventerà obbligatorio anche per chi vuole commerciale con la UE. Attualmente queste quote hanno dato via a un mercato speculativo e finanziarizzato in cui le quote hanno superato i 40 euro la tonnellata.  Che cosa succederebbe se Cina ed USA trovassero il sistema non giusto? Adirebbero al WTO e lo farebbero definire illegale, esponendo la UE a pensanti ritorsioni.

Un bel pasticcio in cui il massimalismo verde dei vari Timmermans e dei tedeschi ci ha cacciato, con una visione eurocentrica e neocolonialista del mondo e degli scambi internazionali assolutamente fuori dal mondo moderno. Tra l’altro pure l’Europa è divisa al suo interno, con una Germania ancora dubbiosa, visto il peso dei saldi esteri sul suo bilancio. Al contrario la Francia, in perenne deficit commerciale, non vede l’ora di applicarlo.


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