Economia
La UE riesce a far cadere il governo anche in Norvegia
La discussione sull’accettazione di tre direttive UE ha portato alla rottura della coalizione di governo fra Laburisti e Centristi in Norvegia.
La Ue riesce a far saltare anche un governo che non ne è parte con le proprie direttive. Una disputa sulle politiche energetiche dell’UE ha portato al crollo della coalizione di governo norvegese, dopo lo scoppio delle polemiche per le forniture energetiche alla Germania e la minaccia di blocco dell’export.
La spinta del primo ministro Jonas Gahr Støre per l’attuazione di tre direttive europee sull’energia ha portato giovedì all’improvviso abbandono del partner euroscettico del suo partito, il Partito di Centro, favorevole agli agricoltori. Il crollo della coalizione lascia il partito laburista del premier a governare da solo fino alle elezioni di quest’anno.
“Non dobbiamo cedere più potere all’UE”, ha dichiarato Trygve Slagsvold Vedum, leader del partito di centro e ministro delle finanze norvegese.
Nelle ultime settimane, entrambi i partiti della coalizioneavevano promesso di opporsi al rinnovo degli interconnettori elettrici norvegesi con la Danimarca, suscitando preoccupazione in tutta Europa, ma una risposta ovvia alla domanda bnorme di energia dalla Germania.
La Norvegia, uno dei Paesi più ricchi d’Europa grazie alle sue abbondanti riserve di petrolio e gas e all’abbondante energia idroelettrica, non fa parte dell’UE ma adotta la maggior parte delle leggi del blocco grazie alla sua appartenenza allo Spazio economico europeo. Le tre direttive in questione riguardano le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e il rendimento energetico degli edifici.
L’attrito tra Oslo e Bruxelles è aumentato negli ultimi anni: molti Paesi dell’UE ritengono che la Norvegia debba essere più generosa con la sua energia idroelettrica e non minacciare di interrompere l’esportazione di energia tramite interconnettori verso Danimarca, Regno Unito e Germania.
“Non siamo soddisfatti della Norvegia. Il sentimento è pessimo come non lo conoscevo da tempo. La Norvegia sembra un paese egoista, che cerca di tenersi l’elettricità per sé anche se guadagna così tanto dalla vendita di gas a noi”, ha dichiarato di recente un ambasciatore dell’UE a Oslo. Però le centrali idroelettriche potrebbero benissimo costruirle anche tedeschi e italiani: perché devono approfittare di quelle costruite da Oslo?
La situazione è complicata dal ritorno di Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Alcuni esponenti di spicco del partito laburista del primo ministro Støre ritengono che la Norvegia debba rafforzare i propri legami con l’UE per evitare di rimanere isolata se gli Stati Uniti dovessero imporre tariffe all’Europa.
La Norvegia ha rifiutato l’adesione all’UE in un referendum del 1994, rimanendo solo nel SEE e quindia ccettando molte delle direttive europee, ma diventando anche il maggior fornitore di gas via gasdotto della UE. Secondo i sondaggi, la maggioranza dei norvegesi è ancora contraria all’adesione.
Le elezioni parlamentari in Norvegia sono a data fissa, il che significa che è probabile che il partito laburista cercherà di continuare come governo di minoranza a partito unico fino all’8 settembre, e in questo pare che abbia l’appoggio anche delle forze che ne sono uscite. Comunque c’è da attendersi una rivoluzione politica dopo il voto, come si vede dal sottostante sondaggio pubblicato da Europe Elects
Alcuni esperti hanno affermato che, paradossalmente, questo potrebbe rendere il governo più forte, in quanto potrebbe fare appello ai partiti di tutto lo spettro politico per approvare le misure, comprese le direttive dell’UE. I Norvegesi avranno tempo di pentirsene dopo.
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