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“La UE è ostaggio della corruzione”: parole di fuoco del viceministro degli esteri lituano espongono Germania e Nord Stream 2
Nord Stream 2, anche se ormai terminato ed in via di omologazione, non cessa di tormentare le diplomazie europee, soprattutto quelle degli stati che sentono maggiormente la minaccia russa. Il viceministro lituano per gli affari esteri, Mantas Adomenas non ci è andato per il sottile nell’identificare i responsabili della realizzazione di un progetto che mette l’Ucraina in grave difficoltà e, a suo dire, va completamente contro gli interessi dell’Unione, in un’intervista a Newsweek.
Nord Stream 2, il gasdotto che collega direttamente Germania e Russia tramite il Baltico, saltando Polonia e Ucraina,, secondo Adomenas porterà presto alla cessazione dei transiti attraverso Kiev: basterà un piccolo incidente e la Russia interromperà le spedizioni. Questo, nel mezzo della crisi energetica sul gas, lascerà tutta l’Europa dell’Est alla mercé di Putin.
“Non c’è nulla che ci dissuada dal fatto che la Russia non lo userà come strumento geopolitico e finora non ho visto meccanismi credibili che assicurino che non sia così”.
“L’UE è diventata un ostaggio della corruzione inveterata“, ha aggiunto Adomenas, riferendosi alla rapida transizione dell’ex cancelliere socialdemocratico tedesco Schroeder dal governo a capo del comitato degli azionisti di Nord Stream AG e quindi, nel 2016, a manager di Nord Stream 2.
“Da un lato abbiamo uno strumento geopolitico sfacciato, dall’altro abbiamo una corruzione altrettanto sfacciata da parte europea“, ha affermato Adomenas. “Questo è molto negativo anche per la credibilità dell’UE… questo è chiaramente un progetto che va contro gli interessi di una ventina di paesi dell’UE per soddisfare gli interessi commerciali di uno”. Dove quell’uno è la Germania, l’unico paese che vuole , ed ha sempre voluto, con la Russia ovviamente, la realizzazione dell’opera.
“Penso che l’UE dovrebbe assumere una posizione più forte per garantire che la disaggregazione e tutti i requisiti siano soddisfatti prima che possa iniziare a funzionare“.
Alla fine nella UE comandano gli interessi commerciali di un pugno di capataz, che fanno riferimento all’area socialdemocratica e popolare. Le loro decisioni, sensate o meno, condizionano tutta la politica dell’Unione, incuranti sia dei popoli europei sia degli stati nazionali. Finalmente anche qualche stato se ne incomincia a rendere conto. Quando inizieranno a saperlo anche i cittadini?
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