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La Turchia ha chiuso lo spazio aereo alla Russia verso la Siria. L’equilibrismo di Erdogan
La Turchia ha temporaneamente chiuso il suo spazio aereo agli aerei civili e militari russi con destinazione la Siria . “Abbiamo chiuso lo spazio aereo per gli aerei militari russi – e anche per gli aerei civili – diretti in Siria”, ha affermato sabato il ministro degli Esteri Mevlut Çavuşoğlu, secondo i media turchi. La Turchia concedeva permessi trimestrali di transito verso la Siria, situazione molto particolare visti i legami di Mosaca con il presidente siriano Assad fortemente opposto ad Ankara. Ora questi permessi sono stati interrotti, ha affermato Çavuşoğlu.
Il ministro turco ha informato della decisione il suo omologo russo Sergei Lavrov , che l’ha poi inoltrata al presidente russo Vladimir Putin . Putin ha quindi ordinato che tratta venisse interrotta, ha detto Çavuşoğlu durante un volo per l’ Uruguay , secondo i giornalisti turchi . Çavuşoğlu ha aggiunto che il divieto durerà tre mesi. Questa è una delle reazioni più dure della Turchia alla guerra di aggressione della Russia contro l’ Ucraina. Attenzione che si parla dei jet verso la Siria, non del ricco traffico di turisti russi verso la Turchia, che invece prosegue cospicuo e ricco.
Ankara ha anche chiuso lo stretto del Bosforo e dei Dardanelli alle navi da guerra russe. Inoltre, la Turchia sostiene le forze armate ucraine con la consegna del drone da combattimento TB2 del produttore turco Bayraktar, che si dice abbia un’influenza importante sul corso della guerra. Attualmente cerca di mantenere buone relazioni sia con Mosca sia con Kiev e, come sappiamo è anche stata sede di trattative molto intense fra le due parti, non terminate positivamente. Comunque, secondo il ministro degli esteri turco, Mosca e Kiev stanno lavorando a una “bozza di dichiarazione congiunta”.
La Turchia è in una posizione veramente particolare, da equilibrista: si oppone ad Assad in Siria, al limite del conflitto militare, quando questi è appoggiato da Mosca. Ha attivamente appoggiato l’Azerbaigian nella guerra contro l’Armenia, vicina a Mosca, nella guerra per il Nagorno-Karabakh, ora gioca sul filo del rasoio fra la NATO, di cui è membro, e Mosca, da cui riceve gas , turisti e forniture militari. Una posizione mediana che mette al centro i propri interessi nell’area mediorientale e oltre.
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