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La Turchia accetta di pagare il gas in Rubli: risultati dell’incontro fra Erdogan e Putin

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Il presidente turco Tayyip Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin hanno concordato venerdì di rafforzare la cooperazione dopo un incontro di quattro ore, come ha rivelato una dichiarazione congiunta delle due nazioni citata.

Come parte dell’accordo, che aumenterà la cooperazione nei settori dei trasporti, dell’agricoltura, della finanza e dell’edilizia e presenterà un fronte apparentemente unito contro le “organizzazioni terroristiche” in Siria, la Turchia ha accettato di cambiare le modalità di pagamento alla Russia per il gas naturale. Secondo il nuovo accordo, la Turchia ha accettato di pagare la Russia parzialmente in rubli, ha dichiarato il vice primo ministro Alexander Novak dopo l’incontro.

Il Presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato mesi fa che le nazioni non amiche avrebbero dovuto pagare l’energia russa attraverso un conto in rubli per isolare la Russia dagli effetti delle sanzioni occidentali. Sebbene la Russia non consideri la Turchia una nazione ostile, il pagamento in rubli per il gas naturale russo proteggerebbe tali pagamenti dalle sanzioni e potrebbe appianare le cose con Mosca, che altrimenti potrebbe disapprovare le attività della Turchia in Siria.

Il mese scorso, inoltre, la Turchia ha contribuito a mediare un accordo per il trasporto di grano tra Russia e Ucraina, rafforzando ulteriormente i legami tra Russia e Turchia.

La Turchia si oppone al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e al suo affiliato, l’YPG, da tempo considerato dalla Turchia, dagli Stati Uniti e dall’UE un gruppo terroristico, che da decenni conduce un’insurrezione contro il governo turco a sostegno delle minoranze curde in Turchia. La Russia ha forti legami con il presidente siriano Bashar al-Assad, che controlla la maggior parte dello spazio aereo nel nord della Siria, quindi l’accordo ha probabilmente coinvolto la situazione dei curdi in quel paese, attualmente divisi fra un’alleanza con le forze americane rimaste e una con Assad.

Erdogan, che dovrà affrontare le elezioni il prossimo anno, si trova in una situazione complicata, con la Turchia che sta vivendo un’inflazione annuale alle stelle, che sfiora l’80%. La crisi economica si aggraverebbe senza dubbio senza le forniture di gas russo. Non è impossibile che le due parti, nell’ambito della cooperazione finanziaria, abbiano studiato qualche modalità per permettere ad Ankara di usufruire in qualche modo delle enormi riserve in valuta forte che Mosca sta cumulando.

La Turchia importa dalla Russia quasi la metà del gas che utilizza.


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