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La Svizzera vuole prolungare la vita delle sue vecchie centrali nucleari per evitare blackout

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La Svizzera è l’ultimo Paese ad aderire alla tendenza “Salviamo energia nucleare prima di un blackout nazionale”, seguendo le recenti orme di Paesi come la Germania. Un gruppo di politici svizzeri ha infatti lanciato una petizione con l’intento di rivedere la politica energetica del Paese per mantenere il nucleare come parte del mix, in modo da garantire la disponibilità di energia sufficiente per il futuro. Il Paese aveva pianificato la chiusura dei suoi 5 reattori nucleari dopo la decisione presa nel 2017 a seguito di Fukushima, ma ha già chiuso un reattore.

Ora i politici stanno cercando di raccogliere le 100.000 firme necessarie per un referendum che modifichi la costituzione del Paese e impedisca la chiusura del nucleare. Dopo la raccolta delle firme, i risultati possono richiedere anni per essere messi in atto, ha scritto la Reuters questa settimana.

Il gruppo politico, chiamato “Stop Blackout”, ha dichiarato questa settimana: “Fino a poco tempo fa, la Svizzera aveva una produzione di elettricità sicura e praticamente priva di emissioni di CO: la combinazione di energia idroelettrica e nucleare, rispettosa dell’ambiente e del clima, deve essere abbandonata senza alcun motivo”.

La presidente della commissione Vanessa Meury ha dichiarato: “Non possiamo fare a meno delle centrali nucleari”.

Come la Germania, anche la Svizzera sta affrontando una potenziale carenza di energia a causa della guerra russa in Ucraina. Ha già preso in considerazione l’idea di un blackout regionale di quattro ore in caso di scarsità.

Come abbiamo notato giorni fa in un articolo di Felicity Bradstock su OilPrice.com, una paura ingiustificata dell’energia nucleare impedisce al settore di progredire.

L’articolo sottolinea che, nonostante la scarsa comprensione della tecnologia nucleare da parte dell’opinione pubblica, che a volte può essere confusa con le armi nucleari, c’era un generale ottimismo intorno all’energia nucleare quando è emersa per la prima volta diversi decenni fa. Sembra che l’attuale percezione negativa dell’energia nucleare da parte dell’opinione pubblica derivi principalmente dai disastri nucleari che si sono verificati in tutto il mondo in tempo reale.

Anche se le vittime di questi incidenti sono state relativamente poche rispetto a quelle di altre operazioni energetiche, gli incidenti sono stati ampiamente trasmessi in televisione e la paura dell’ignoto si è diffusa rapidamente.

L’articolo postula anche che forse l’unico modo per migliorare la percezione dell’energia nucleare da parte dell’opinione pubblica è una rieducazione che metta in evidenza la relativa sicurezza di questa tecnologia rispetto ad altre operazioni energetiche.

Inoltre, poiché l’opinione pubblica e le organizzazioni internazionali fanno pressione sui governi statali affinché diventino ecologici, un migliore marketing dell’energia nucleare potrebbe contribuire a spostare la percezione del pubblico, che inizierebbe a vedere la fonte di energia priva di carbonio come necessaria per un futuro verde. Tuttavia, per il momento, i governi sentono la crescente pressione per “fare le cose per bene”, con il rischio che qualsiasi incidente si aggiunga alla demonizzazione a lungo termine dell’energia nucleare. Comunque le centrali nucleari svizzere sono fra le più vecchie ancora in circolazione, insieme a quelle belghe e americane, vero e proprio residuo di un’altra epoca.


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