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Economia

La Svizzera dimezza la spesa che si può portare alla frontiera senza pagare IVA, da 300 a 150 franchi

La Svizzera dal primo gennaio 2025 si potranno importare beni, cioè la spesa, senza pagare IVA solo fino a 150 franchi, 159 euro, dai 300 franchi precedenti. Il tutto per difendere i negozianti elvetici, ma a pagarne il prezzo saranno i consumatori, e, un po’ , i negozianti oltrefrontiera

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Brutta sorpresa per i frontalieri della spesa svizzeri, che non potranno più approfittare dei prezzi più convenienti  italiani come stanno facnedo ora.

Il Governo svizzero ha deciso che, dal primo gennaio 2025, si potranno importare merci nella Confederazione senza pagare l’IVA fino a un valore complessivo di 150 franchi al giorno (159 euro ad oggi) e per persona, a fronte dei 300 attuali. La misura è volta ad arginare il fenomeno del turismo degli acquisti in Italia nel tentativo di salvare il commercio al dettaglio svizzero. 

Con la misura adottata mercoledì, il Consiglio federale adempie alle richieste formulate dal Parlamento e dai Cantoni di San Gallo e Turgovia, preoccupati per l’impatto sui commerci locali del fenomeno della spesa oltreconfine.

Attualmente una persona residente in Svizzera può importare merce dai Paesi limitrofi per un valore di 300 franchi senza dover pagare l’IVA elvetica. Dal primo gennaio prossimo, il limite sarà abbassato a 150 franchi.

Il Consiglio federale ricorda che i privati possono dichiarare autonomamente all’importazione le loro merci con l’apposita app QuickZoll e pagare eventuali tributi direttamente. A tutte le merci dichiarate via QuickZoll è applicata l’aliquota IVA normale dell’8,1%. Per il momento, lo sdoganamento all’aliquota ridotta del 2,6% è possibile soltanto personalmente presso un valico di confine occupato o per scritto mediante cassetta delle dichiarazioni. Lo sdoganamento all’aliquota IVA ridotta mediante l’app QuickZoll è previsto presumibilmente a partire dal 2026.

Nel frattempo non resterà che pagare l’IVA alla frontiera, con i ritardi che ne conseguono. Intanto l’Italia permette di fare spesa sino a 150 euro al netto dell’IVA…

Nove miliardi che vanno all’estero, ma la Svizzera è troppo cara

L’obiettivo della misura è di rendere meno attraente il turismo degli acquisti. Secondo la Swiss Retail Federation, la federazione dei commerci al dettaglio, ogni anno gli svizzeri e le svizzere spendono circa 8,5 miliardi di franchi (9 miliardi di euro) negli Stati confinanti.

La decisione odierna – precisa il comunicato – si basa sui risultati della procedura di consultazione, da cui è emerso che la maggioranza dei cantoni e dei rappresentanti dell’economia così come diversi partiti politici accolgono la riduzione proposta. In Parlamento, la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale aveva pure espresso parere favorevole alla diminuzione a 150 franchi, mentre quella del Consiglio degli Stati preferiva una limitazione a 100 franchi.

Quest’ultima soluzione è però stata scartata dal Governo poiché “un limite di franchigia secondo il valore inferiore aumenterebbe in modo sproporzionato l’onere per lo sdoganamento e il controllo sia per l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) sia per i viaggiatori”. Più il limite di franchigia secondo il valore è basso, maggiore è il numero di sdoganamenti.

Nello stesso tempo però la misura è punitiva per i consumatori elvetici che non hanno colpa del fatto che i prezzi nella Federazione sono comunque più alti che in UE, soprattutto in Italia.

Confine italo-svizzero Como

Una misura che avrà gli effetti previsti?

Durante la consultazione, non tutti però si sono detti convinti dalla proposta. Ad esempio, il Partito socialista e la Fondazione svizzerotedesca per la protezione dei consumatori (SKS) hanno fatto notare che una riduzione della franchigia non farebbe altro che penalizzare i consumatori, giacché vi sono persone che dipendono dall’acquisto di alimenti all’estero a causa degli alti prezzi svizzeri

Anche un Cantone di frontiera come il Ticino, come avevamo menzionato in questo articolo, aveva espresso dubbi, malgrado i suoi commerci siano particolarmente toccati dal fenomeno del turismo della spesa. “In questo preciso momento storico segnato da un generale aumento dei costi non sistematicamente compensato da un pari rialzo dei redditi – si poteva leggere nella presa di posizione del Governo ticinese –, la riduzione della soglia in discussione rischia di causare un’ulteriore contrazione del potere d’acquisto dei cittadini”.

L’effetto sarà sicuramente favorevole per i cittadini, che dovranno comprare a prezzi più alti in Svizzera , o pagare prezzi più alti. Purtroppo l’effetto era noto e  il problema era noto, come potete vedere anche dal seguente video.


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